Non è l’annuncio dei cantanti in gara al Festival della Canzone Italiana di Sanremo esso stesso il Festival della Canzone Italiana? Diciamolo apertamente, e in questa onnicomprensiva prima persona plurale in realtà sto dando voce forzatamente a tutti gli addetti ai lavori del settore musica leggera, diciamolo apertamente, quindi, il Festival di Sanremo è già cominciato. È già cominciato nei giorni scorsi, quando hanno cominciato a circolare le famose liste delle canzoni in gara, alcune anche macroscopiche, con oltre trenta nomi, forti delle parole ambigue del nuovo direttore artistico, nonché conduttore, Carlo Conti: “saranno più di ventiquattro ma meno di quaranta”. Liste che in realtà da che ai tempi Amadeus sbroccò proprio per lo spoiler neanche precisissimo fatto da Gabriele Parpiglia di Chi, andando a dichiararle un po’ a caso a Repubblica, e inimicandosi in una mossa un po’ tutto il resto della stampa, liste che in realtà sono sempre meno precise, e per questo macroscopiche. Come a voler seguire la famosa regola dei Simpson, se fai centinaia e centinaia di puntate, tirando spesso in ballo la politica, la vita quotidiana, la società, prima o poi finirai per azzeccarne qualcuno, diventando di fatto una sorta di Nostradamus. Del resto, per essere chiari, fino a quel famoso sbrocco le liste giravano davvero, nel senso che persone vicine ai direttori artistici le facevano pervenire agli addetti ai lavori, magari non tutti, ma io le ricevevo sempre, poi più nulla. Per paura di spoiler, indubbiamente, ma anche perché, immagino, Sanremo, inteso come il Festival, si è fatto più forte nei pesi specifici della filiera musicale, e quindi anche le pressioni delle case discografiche per piazzare anche all’ultimo uno dei propri cavalli, figlia anche della rinata voglia (o della minore reticenza da parte) dei cantanti nell’essere parte di quella partita. Così succede che per una volta all’anno la domenica a ora di pranzo la televisione di un po’ tutti quelli che lavorano nel mondo della musica sia sintonizzata sul Tg1, faccio mia una particolarità che mi piace immaginare sia condivisa anche dagli altri, pronti a capire chi stavolta il direttore artistico, nello specifico Carlo Conti, ha deciso sarà in gara a Sanremo 2025. Un ritorno, il suo, piuttosto discusso. Perché Amadeus ha alzato lo share a numeri bulgari, pur con spettatori che si fanno di anno in anno sempre meno numerosi (succede che sempre meno gente guarda la tv generalista, tra i sempre meno che guardano la tv, vedi alla voce Netflix, Sky e via discorrendo, ma sempre più gente, percentualmente, di quelli che guardano la tv seguono il Festival, di qui le percentuali bulgare), e quindi che il Festival, divenuto una sorta di Festivalbar, sia divenuto luogo ambito o ambibile per un po’ tutti, compresi i primi in classifica, i Big big, se si guarda ai numeri, col risultato che abbiamo visto nei cinque anni appena passati. E perché lui, Carlo Conti, non potendo e non volendo seguire la sua traccia, nessuno si metterebbe a fare il verso a chi risulta vincente, a meno di non voler passare per uno che segue, e Carlo Conti ha evidentemente una sua idea di spettacolo, reiterata negli anni dentro i suoi programmi. Di qui la paura di un ritorno al passato, parlo di chi ha guardato alla svolta Festivalbar di Amadeus con plauso, immagino molti discografici e artisti particolarmente à la page, o la speranza dei tanti esclusi, di colpo nella possibilità di tornare a calcare le assi dell’Ariston. Nel mezzo, tanto per dimostrare che Sanremo è in fondo già cominciato, questa trovata del Sanremo Giovani di Cattelan, un talent sulle false righe dei talent, ovviamente, dove una giuria non esattamente impeccabile si è trovata e si sta trovando a stabilire chi poi andrà alla finale, di pari passo con la giuria di Area Sanremo, entrambe presiedute dal medesimo Carlo Conti, iniziativa non esattamente baciata dall’auditel, lì i numeri più che bulgari sono da Rai3 notturna, che ha avuto comunque lo scopo di sottolineare come lui, Carlo Conti, i giovani li veda come giovani, e i Big, per questo siamo tutti davanti alla tv alle 13 e 30 di domenica 1 dicembre, sintonizzati su Rai1, sono i Big.
Lo dico subito, e avrete notato che sono passato dalla prima persona plurale alla prima persona singolare, io qualche nome certo lo sapevo già. E non sto certo parlando di Elodie, tutti sapevamo che ci sarebbe stata, i concerti a San Siro e all’Olimpico da spingere, parlo di prevendite dei biglietti, e forse neanche Brunori Sas, che era da tempo atteso e aveva in qualche modo lasciato intendere la cosa, e non parlo neanche di quei nomi che, a ben vedere, sono lì all’Ariston praticamente tutti gli anni, i nomi li potete serenamente trovare da soli. Sapevo che ci sarebbe stata Giorgia, per dire, perché sapevo che le è arrivata una canzone importante, di quelle che se ti capitano, il verbo va letto in tutta la sua ampiezza e ambiguità, non puoi non proporla per il Festival, sapevo dei Modà, e a dirla tutta sapevo anche di Serena Brancale e di Lucio Corsi, che, sia scritto a lettere scarlatte, sono due tra le presenze che attendo con più curiosità. La lista dei nomi fatti da Carlo Conti al Tg1, va detto, è esattamente la lista dei nomi che ci si sarebbe potuto e dovuto aspettare. Non nel senso che sono tutti nomi che si sapevano, ma che sono nomi coerenti con quella che è la “poetica” di Carlo Conti, ma anche dei giochi di potentato delle case discografiche e dei promoter (piazzare lì chi ha tour da spingere è figlio più di nomi come Ferdinando Salzano e Clemente Zard che di Pico Cibelli o Alessandro Massara, per intendersi), comprese quelle sorprese che, se fossero circolate, non sarebbero poi state così delle sorprese. La mappa di chi è lì perché, questo a prescindere dalla canzone intendo, ovviamente, arriverà più avanti, oggi è domenica anche per chi scrive, che poi sarei io.
Questi invece i nomi in gara: Achille Lauro, Gaia, Coma_Cose, Francesco Gabbani, Willie Peyote, Noemi, Rkomi, Modà, Rose Villian, Brunori Sas, Simone Cristicchi, Irama, Clara, Massimo Ranieri, Emis Killa, Sarah Toscano, Fedez, Joan Thiele, The Kolors, Bresh, Marcella Bella, Tony Effe, Elodie, Olly, Francesca Michielin, Lucio Corsi, Shablo feat Guè/Joshua/Tormento, Serena Brancale, Rocco Hunt, Giorgia. Che Giorgia sia quella per cui tiferò, a prescindere, è già scritto nel cielo. Se esiste un manuale Cencelli della musica, cioè qualcosa in grado di accontentare tutti, manuale con cui sembra Amadeus fosse uso pulirsi il culo negli anni precedenti, almeno negli ultimi due, beh, Carlo Conti ne è in possesso e o ha applicato alla grande. Ci ha messo anche la quota dissing, con la presenza contemporanea di Fedez e Tony Effe. Aveva però detto 'non ne farò un Festival con trenta come Amadeus, non voglio mandarvi a letto tardi', e ne ha scelte trenta. Aveva detto che ci sarebbe stata una grande presenza femminile, e a dirla tutta le donne sono dodici, gli uomini ventotto, alla faccia della grande presenza femminile. Certo, ci sono giganti come Giorgia, neo dive come Gaia, Elodie e Clara, e anche qualche outsider come Joan Thiele e Serena Brancale, lì grazie al suo Baccalà, nonostante la carriera nel jazz che l’ha preceduto. Ma di donne ce ne continuano a essere meno della metà degli uomini, tant’è. Quanta strada che si deve ancora fare. Il Festival della Canzone Italiana 2025 è quindi cominciato ufficialmente. Ora ci saranno i commenti, le indiscrezioni su chi avrà scritto per chi, le curiosità sulla serata dei duetti, che per la prima volta non concorrerà alla vittoria finale (bene tenere lontani i rischi di un’altra polemica come quella di quest’anno con Geolier e Angelina Mango), addirittura con la possibilità di duettare tra loro, diminuendo quindi i numeri delle canzoni eseguite, e poi i titoli, i bookmaker e tutto quel che ogni anno succede a Sanremo prima, durante e anche dopo il Festival. Per la cronaca noi di MOW ci saremo anche stavolta, e anche stavolta, come già nello scorso febbraio saremo nel prestigioso contesto del Villaggio del Festival, a Villa Ormond. Due i format principali che lì si svolgeranno, le interviste fatte da me e da mia figlia Lucia, in arte Luccioola, ormai consuetudine sanremese ben nota agli addetti ai lavori e al pubblico, e l’altro format, culinario, A pranzo con Monina, dove seduti a tavola di fronte a piatti cucinati per noi da chef speciali io e alcuni cantanti in gara avremo modo di parlare di quel che sta succedendo da quelle parti. Ci sarà poi anche tutto il resto, dai reel e i post sui social agli articoli, comprese le pagelle padre e figlia. Non resta altro che preparare i thermos per il caffè, volendo anche i popcorn, ci eravamo illusi che sarebbe finito tutto presto, anche in virtù del ritorno del DopoFestival, affidato come Sanremo Giovani il talent a Alessandro Cattelan, ma ci stavamo sbagliando. Resta valida la massima di Piero Chiambretti, vestito da angioletto e sospeso a metri da terra sopra il presentatore Mike Bongiorno, ormai una vita fa, in ogni caso sarà un successo (parlo ovviamente di noi).