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I cinema a Roma diventano supermarket? “Bisogna fare una guerra”. Marco Giusti lancia la rivolta: “La colpa è di tutti. Le sale indipendenti cosa offrono rispetto alle piattaforme?” E l’appello di Scorsese, Mattarella e Meloni…

  • di Angela Russo Angela Russo

28 febbraio 2025

I cinema a Roma diventano supermarket? “Bisogna fare una guerra”. Marco Giusti lancia la rivolta: “La colpa è di tutti. Le sale indipendenti cosa offrono rispetto alle piattaforme?” E l’appello di Scorsese, Mattarella e Meloni…
La chiusura dei cinema indipendenti ha mosso decine di artisti internazionali tra cui Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, che hanno anche inviato una lettera al presidente della Repubblica Mattarella definendo questa crisi “un sacrilegio”. Pupi Avati propone un ministero del Cinema per risanare le produzioni italiane, ma è davvero una soluzione? E Giorgia Meloni intanto che fa? Lo abbiamo chiesto al critico Marco Giusti, che non ha dubbi: “Ora bisogna fare una guerra…”

di Angela Russo Angela Russo

Roma sta perdendo pezzi della sua storia culturale. Sempre più cinema indipendenti chiudono, destinati a trasformarsi in centri commerciali o hotel di lusso. Un destino che non va giù a molti, tanto che un appello firmato da Martin Scorsese, Jane Campion, Francis Ford Coppola, Wes Anderson e Ari Aster è arrivato direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Un sacrilegio”, lo definiscono, una perdita irreparabile per il patrimonio culturale della città. Abbiamo intervistato Marco Giusti, critico cinematografico, saggista, autore televisivo, regista e chi più ne ha più ne metta. E ci dice la sua senza mezzi termini: analizza il crollo del modello tradizionale di fruizione dei film, la difficoltà delle sale a competere con le piattaforme streaming, il ruolo della politica in questa crisi. Esistono soluzioni? Sì, ma serve un cambiamento radicale.

Martin Scorsese, insieme ad altri registi, ha firmato un appello per la tutela dei cinema indipendenti romani indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Martin Scorsese, insieme ad altri registi, ha firmato un appello per la tutela dei cinema indipendenti romani indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Come si è arrivati ai cinema della Capitale che diventeranno dei centri commerciali?

Non abbiamo più così tanti cinema, abbiamo un altro modello di cinema rispetto a com’era vent’anni fa. I film sono sempre meno in sala. È chiaro che queste cattedrali, a volte sono sale anche di mille posti, ormai sono troppo grandi, sono inutili per far vedere i film adesso. Il brutto è che appunto ci sono sale storiche, che hanno la loro forza, ma stanno subendo un massacro, Non solo quelle romane, in tantissimi posti non esistono più cinema.

Di chi è la responsabilità? È della politica, o di un certo cinema che si è fatto ammaliare dai soldi e dalla visibilità?

Non c’è un vero colpevole, sono tutti colpevoli. Però ecco, è crollato proprio il modo di andare al cinema. Noi andavamo al cinema praticamente sempre, ora stiamo molto più tempo a casa, abbiamo tantissimo calcio, tantissime serie tv. Se vedi i film, ne vanno bene pochissimi. I film d’arte, che non trovi in tv, sono penalizzati. La colpa della politica è solo sull'uso di certe sale. Se tu chiudi il cinema Metropolitan a Roma o a Napoli, chiudi una sala storica, non puoi darla a qualcuno che ne farà un centro commerciale, deve essere un cinema. Però Roma è piena di queste sale rovinate, alcune sono dell’epoca del cinema muto, andrebbero salvate.

C'è la possibilità di contrastare quindi lo strapotere delle piattaforme e magari salvare qualche sala cinematografica?

Sì, bisogna fare una guerra. A Roma, per esempio, il Barberini è stato restaurato molto molto bene ed è una sala comoda, sempre piena. Devi dare allo spettatore qualcosa in più rispetto a quello che vede a casa. Dammi una proiezione con un audio buono, dei posti comodi, un posto in centro tranquillo e frequentato. Il Cinema Troisi, ad esempio. Io non so il Fiamma come vogliono farlo, però penso che anche il Fiamma, che hanno comprato apposta e devono rimettere a posto adesso, sarà fatto in quell'ottica lì, cioè di una sala moderna che rispetta le buone proiezioni antiche e dove uno ci va volentieri.

Si potrebbe proporre una via di mezzo come mantenere i cinema nei centri commerciali?

Non vedo perché no, però è chiaro che il cinema che vedi nei centri commerciali deve essere un cinema popolare, cioè i supereroi della Marvel, il grande cinema americano o commedie italiane di grande successo. Ma anche i film di supereroi sono sempre meno, perché non vanno bene come andavano prima, quindi anche loro sono a rischio. Il centro commerciale è poco adatto a fare i film d'arte. Di solito nei centri commerciali ci sono le catene che trasmettono i film commerciali.

La chiusura dei cinema indipendenti a Roma è colpa del governo? Secondo Giusti solo in parte: "Abbiamo cambiato proprio il modo di vedere i film"
La chiusura dei cinema indipendenti a Roma è colpa del governo? Secondo Giusti solo in parte: "Abbiamo cambiato proprio il modo di vedere i film"

E i film d’arte riusciranno a sopravvivere?

C'è tutto un nuovo pubblico che vede soltanto i film, almeno a Roma, in edizione originale con i sottotitoli. Però il bravo esercente deve anche sapere scegliere il film giusto e il momento giusto. La sala non può essere più una sala sporca, una sala vecchia. Abbiamo standard ormai molto alti, quindi è chiaro che le persone non vanno più a vedere i film in una sala sporca, in una sala brutta. Un tempo noi andavamo a vedere i film nei pidocchietti. Qualsiasi cosa che vedi a casa è meglio, allora. Cioè, devi avere un comfort nella sala che ti fa uscire di casa. Giusto?”

Pupi Avati ha proposto di istituire il Ministero del Cinema, staccato da quello della cultura. Può essere una soluzione per aiutare il cinema?

Dipende da quanto costa fare un ministero. Però ha ragione: se vogliamo ricostruire il cinema italiano, dobbiamo organizzare una task force. C'è anche un ministero che si occupa di questo cinema, che produce opere sia d'arte, sia opere un po' più commerciali. Però bisognerebbe anche rimettere in piedi festival, rimettere in piedi ad esempio, i programmi tv sul cinema che non esistono più, o quasi. Io facevo Stracult e ora rimane soltanto il cinematografo, che è una cosa tremenda. Invece ci vorrebbe un programma fatto bene sul cinema, dove si parla di cinema con i registi, e non dove si presentano solo quattro star. A me sta bene avere Domenica In o Fazio, però non c'è più il momento di dibattito, il momento un po' più colto.

Di solito questo lo si fa solo con i più noti, però con gli altri no.

No, tu dai 5 minuti, fai le cose rapide. Ad esempio, io vedevo in Francia grandi show in prima serata sul cinema, con attori, con cantanti. Se me lo fai, in realtà funziona questa cosa. Cioè, specialmente quest'anno, no? O l'anno scorso che abbiamo avuto film anche importanti, andati bene, tipo C'è ancora domani, tipo Diamanti, o questo nuovo di Genovese, FolleMente. Fammi un piccolo show, un programma interessante e intelligente, e non all’una di notte, ma in un orario migliore.

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