I Måneskin sono gli italiani più ascoltati al mondo? Così ce la propinava Spotify Wrapped 2022 (la stima annuale) appena due mesi orsono. Tralasciando, nevvero, l'assenza schiacciante in più charts. Dall'America al Regno Unito una voragine, ma tant'è, la narrazione successiva, ossia quella a uso e consumo dell'ufficio stampa, snocciolava dati migliori per il nuovo nato Rush!, certo dimenticando per strada le stroncature americane. I Måneskin non sono rock, Carramba che sorpresa! Chi l’avrebbe mai detto? Nel mentre inserendo in bella vista anche la conquista del disco d'oro in Italia. Italia, che a ben guardare le classifiche per i dieci anni di Spotify (un decennio di streaming musicale) fa piangere lacrime amare. Già perché scorrendo classifica per classifica non c'è traccia dei quattro ragazzacci romani, se non in posizioni medio basse e sporadiche. Fuori dalla top 10. Un risultato sorprendente, a conferma di come alcuni generi non siano poi così tanto amati. “Nel bene e nel male”. Madame, citata mica a caso, unica donna tra i primi 50 artisti più ascoltati.
Questi i fatti. L'inesistenza del pop e del rock, il trionfo degli uomini sul gentil sesso, il boom dello spacca vasi Blanco, il dominio di Salmo e di Sfera Ebbasta (il più ascoltato in assoluto), sono solo alcuni indizi di quanto J-Ax sosteneva in un'intervista sanremese. “Oggi il rap è il genere musicale dominante in Italia”. Tutto giusto, insieme ai suoi derivati. Per poi aggiungere: “perché non si possono più filtrare i gusti della gente...”. Ma è davvero così? Se un tempo erano le radio a decidere cosa ascoltare, oggi a influenzare le classifiche ci pensano gli account bot (mai sentito parlare?) che ascoltano a ripetizione una certa canzone, playlist o artista.
Del resto è da quando è nata l'industria musicale che artisti ed etichette cercano di manipolare i dati di vendita. Perché? Per generare hype, per promozione, per battere la concorrenza, per gonfiare la percezione del proprio successo. Potrebbe essere questo il motivo (oltre al rancore dei puristi) per cui i Måneskin scivolano al 21° posto (primo rilevante) e con un brano anche datato, Torno a casa. Altri posizionamenti? Zitti e buoni al 63° e Morirò da re, 78°. Notare che sono tutti in italiano, come siamo provinciali! Ancora, scoprendo, ad esempio, Malibu di Sangiovanni tra i cinque brani più cliccati del decennio, Baby K che scongeliamo solo in estate o Alessandra Amoroso neomelodica tra le più ascoltate, qualche altro dubbio sovviene. O abbiano davvero gusti da zarro o qualcosa non quadra. Insomma, per quanto Damiano e Co. non sfornino capolavori sono pur sempre un fenomeno mondiale. E allora perché sono così poco streammati proprio in Italia?