Il ponte fra un programma – X Factor – e una casa discografica – Sony – è stato manifesto (nulla di occulto) per anni. La major è stata infatti, fino a questa edizione, il partner discografico esclusivo dello storico talent. Chi vinceva – che il caposquadra fosse Morgan, Elio o Simona Ventura – vedeva uscire il proprio disco per Sony. Fino a quest’anno, momento in cui il vento è cambiato. “Per la sua diciassettesima edizione il talent sostituisce anche il proprio partner discografico. Si tratta di un cambiamento su scala globale, non solo italiano. A subentrare al posto di Sony Music Italy – legata discograficamente a X Factor dal 2008, anno del suo esordio in televisione su Rai Due – sarà Warner Music Italy, in deal con la sua divisione indipendente di servizi per artisti e label, Ada Music Italy”. Questo scriveva Billboard, lo scorso luglio. Un cambiamento “su scala globale” che pare non essere andato giù soprattutto a Morgan.
Un accordo di due anni, quello siglato con Warner, con Fedez (giudice) entrato da pochissimo nel roster Warner. Cosa non va, quindi, in questo asse che tanto ha irritato Morgan, salutato da alcuni osservatori come “eroe anti-sistema” per aver denunciato qualcosa di contrattualmente limpido? Lui, artista Sony, che per anni ha vinto il programma in regime Sony? Che sia Fedez, simbolo di quel mutato rapporto di forze che vede irrompere Warner nei giochi, il vero problema? Che sia lui – al di là di ogni “sistema” – l’antipatico (poiché più giovane, più sintonizzato con la cultura urban; o in quanto marito di Chiara Ferragni) che non va giù a Morgan? Soprassediamo sui rapporti mai idilliaci fra i due e allarghiamo la cornice della fotografia.
Fedez, in quanto simbolo di un pop laboratoriale vuoto e inoffensivo (pensiamo a Paolo Meneguzzi che la scorsa estate si è scagliato contro “Disco paradise”, in cui c’era di mezzo anche Fedez), è da tempo che sta sulle palle. Non a noi, nella fattispecie, ma ai difensori, per farla semplice, di un gusto più alto o ricercato. Lo scorso giugno Enrico Silvestrin attaccò il Love Mi accusando Fedez di “divulgare della mer*a”. Tutto condivisibile, volendo, ciò non toglie che suoni strano sentire Morgan che si definisce “un dissidente contro i poteri forti”. Qui dobbiamo provare a capirci: ribellarsi contro un sistema che non piace ha senso. Sarebbe meglio ribellarsi non avendo fatto parte, prima, di alcun identico sistema, ma nella vita si possono cambiare idee e posizioni, per carità. Forse però sarebbe meglio lasciare perdere i poteri forti e le regie occulte (cose che fanno sempre colpo) e concentrarsi sul modo in cui quel sistema limpidamente in essere si esprime. Quello si può fare, forse anche più liberamente. Entrando nel merito. Cosa fa di così oltraggioso la combriccola Fedez-Dargen-Michielin? I tre, oltre ad essere “colpevoli” di essere una squadra (Dargen scrive per Fedez e Francesca Michielin), in che modo espliciterebbero in modo diverso (fin ora sconosciuto) il loro essere “potere forte”?