Nei fatti la musica italiana “fa schifo”, rimarca Enrico Silvestrin dall'alto del suo (seguitissimo) canale youtube. Anche se la discografia è tornata a fare cassa; a festeggiare prima di tutto gli artisti italiani, che occupano buona parte della classifica FIMI. Ecco perché a ripensarci quella faccenda del protezionismo verso la quota tricolore in radio - perpetuato da Morgan - è pura boutade. Semmai sarebbe il caso di imporre una canzone bella ogni tot, tanto per riabituarci ai buoni sapori, alla qualità. Appunto. Cari artisti italiani, che quest'estate ve la siete data di santa ragione, a colpi di prese in giro e insulti via social (dissing) invece di puntare il dito verso chi ha deprezzato tutto, al punta da non avanzare più nessuna pretesa, questo è un appello pubblico. Già ampiamente anticipato ieri dalla nostra intervista a Dj Ringo, che quei veri colpevoli li ha individuati eccome. “È colpa dei discografici, che sguazzano in questo sistema di bassa qualità [...] - affilava la voce-simbolo di Virgin Radio - manca cultura musicale, manca divulgazione [...]. Adesso è inutile lamentarsi, questa deriva è colpa vostra...”.
Una disamina che continua e affonda (come si anticipava) sul canale dell'ex veejay di MTV, e che forse verrà ampiamente ignorata, ma tentar non nuoce, se servisse anche solo a insinuare un piccolo dubbio nella coscienza dei più. È con questa consapevolezza che trascriviamo la sua precisa analisi, che individua in primo luogo i responsabili dello stato decadente della musica italiana. Non persone qualsiasi, ma i presidenti delle major discografiche operanti in Italia, i direttori artistici delle radio (che dire poi dei rapporti radio-case discografiche) e i promoter che organizzano i concerti, e che spesso confezionano storyelling vagamente dopate, fatte di sold out che sold out non sono (ve lo abbiamo ampiamente raccontato).
“Caro Meneguzzi - comincia Silvestrin - davvero J-Ax è colpevole dello stato mortificante della musica in Italia, perché fa musica per ragazzini? Morgan, pensi che sia colpa delle radio, che dovrebbero passare più musica italiana, oppure di Amadeus che da “dittatore” gestisce il Festival di Sanremo?”. Fino all'ultimo scazzo: “Tu Samuele (Bersani) colpevolizzi uno Sfera Ebbasta perché canta con l'autotune e di base non sa cantare... Oppure Silvestrin – cita sé stesso - un Fedez perché organizza LoveMi, che diventa un luogo di ritrovo per ‘disagiati’?”.
Una premessa per poi spiegare: “questi personaggi qui esistono perché c'è chi li fa esistere. Perché nessuno ha mai attaccato i presidenti di Warner, Universal, o i direttori delle radio, che sono responsabili della difesa dello status quo o chi organizza i concerti speculando sulla passione, senza denunciare fino in fondo lo scandalo degli stadi? Parlo anche dei grandi cantautori, quelli che dovrebbero essere d'esempio virtuoso, facendo canzoni elevate, invece di confezionare il compitino per il loro pubblico. Ligabue, Vasco Rossi, tutti quei grandi che non fanno niente di diverso”, spara.
“Questo è un ecosistema fatto da tanti che preferiscono accontentarsi e non stimolare il pubblico, e non informarlo. Anche a livello governativo non ci sono politiche culturali da 20-30 anni”, ricorda e rigira il coltello nella piaga, con chiaro riferimento ai dissing dell'estate (“per qualche like in più”). “Cari amici della vecchia guardia, prendersela coi nuovi è molto semplice, iniziamo piuttosto a smuovere i baroni, quelli che comandano. È di questo che bisogna ragionare col ministro Sangiuliano, è lì che bisogna puntare il dito. Torniamo a pretendere la qualità - chiosa - la cultura musicale, piuttosto che a parlare di numeri”. Insomma, se ne esce solo in un modo: se smettiamo di farci andare bene qualsiasi cosa.