image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Joe Barbieri: “La Gen Z? Guarda
a Madame e Angelina Mango,
ma riscopre anche Endrigo”.
E sull'autotune...

  • di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

26 aprile 2024

Joe Barbieri: “La Gen Z? Guarda a Madame e Angelina Mango, ma riscopre anche Endrigo”. E sull’autotu
Un’affascinante anomalia. Così viene descritto Joe Barbieri, tornato ora con “Vulìo”, ambiziosa collezione di canzoni (da lui rivisitate) estratte dal grande repertorio napoletano. Folgorato dall’incontro con Pino Daniele (“impressionante la sua capacità di mescolare, prendere, restituire”), non combatte contro i mulini a vento come tanti suoi coetanei: “Siamo nel pieno di un nuovo percorso. I cantautori non sono morti, hanno solo cambiato vestito. E linguaggio”. Sul mestiere del cantante, tuttavia, si riscopre d’accordo con Tony Hadley degli Spandau Ballet…

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Mezzo secolo di vita. Battezzato – eravamo ancora nel Novecento – dall’esperienza artistica al fianco di Pino Daniele. Poi il jazz, un’idea internazionale di musica e cantautorato. L’eco degli elogi francesi, perché Paolo Conte non è l’unico export italiano che va forte sotto la tour Eiffel. La parabola di Joe Barbieri è stata, ed è, avventurosa, avventurosamente sospesa. Gli parli del passato e lui ti spinge in un presente che ambisce a farsi futuro. Gli parli del presente e percepisci nelle sue parole una profondità che non può essere solo figlia di quel presente. Ora Joe è uscito con un album, “Vulìo”, che guarda indietro ma anche lontano. Le tracce del disco ripercorrono alcune tappe cruciali del grande canzoniere napoletano. Un album cameristico “per corde” (accompagnato dalla chitarra manouche di Oscar Montalbano e dalla DBguitar di Nico Di Battista).

Joe Barbieri
Joe Barbieri. Fuori ora con "Vulìo"

“Vulìo” è un progetto elegante, audace. Come nasce?

Sull’eleganza non mi esprimo, sull’audacia sì. Ho affrontato il disco con la consapevolezza di prendermi vari rischi. Mi misuro con un repertorio di un’altezza vertiginosa, già affrontato, in passato, da artisti più legittimati a farlo di me. Ho rotto gli indugi proprio assecondando un “vulìo”, un desiderio molto forte. A 50 anni, gran parte dei quali trascorsi a fare musica, ho deciso di non avere rimpianti. Decidendo di fare, anche in modo imperfetto, ciò che più sentivo.

Come si arriva alla tradizione partendo da premesse artistiche tutt’altro che tradizionali?

È un gesto d’amore che non pretende di essere il miglior gesto d’amore del mondo, ma che è completamente mio.Ci si arriva con la spontaneità. E la convinzione di non poter essere mai completamente esaustivo e originale.

Quando a vent’anni facevi e pensavi musica immaginavi anche che un giorno ti saresti confrontato con questo repertorio?

No, mai. Fino a un paio d’anni fa rifiutavo un’ipotesi simile. Però è accaduto. E il primo ad essere sorpreso sono io.

Hai un profilo artistico internazionale. Piaci ai transalpini, fai una musica piena di atmosfere esotiche. Da dove nasce questa libertà?

Innanzitutto dalla lezione di Pino Daniele, dalla sua capacità di mescolare, prendere, restituire. Sento tanto, ad esempio, in termini di purezza, una vicinanza con Roberto Murolo e João Gilberto. Negli anni (tanti) ho assorbito una summa di suggestioni, ascolti, fascinazioni.

Guardiamo cosa c’è fuori: cosa vedi, oggi, se osservi il sistema discografico?

Mah, il fatto di frequentare da anni, a Roma (dove vivo), un’accademia gratuita sovvenzionata dalla Regione Lazio in cui tengo una sorta di corso/conversazione sulla scrittura della canzone, mi ha permesso di conoscere tanti ragazzi che mi espongono a nuovi linguaggi che si stanno ormai nettamente delineando. Tutto cambia, come sempre è stato. I cantautori esistono ancora, ma cambia l’abito. Un festival come il Premio Tenco già da vari anni si è lanciato su artisti che sono più mainstream di prima ma che rappresentano un nuovo modo di essere cantautori. Siamo in cammino, direi. Tanti di questi ragazzi vedono in Angelina Mango o in Madame dei capisaldi, ma al contempo si ascoltano ancora Sergio Endrigo.

Angelina Mango
Angelina Mango. La Gen Z guarda a lei e a Madame, secondo Barbieri

Hai solo tangenzialmente alluso alla scena trap. Vedi in quella scena uno di quei nuovi linguaggi di cui parlavi?

Certo. Non è qualcosa a cui mi sento vicino, ma per una questione di gusti, età, formazione. La trap è un segno dei tempi.

Come l’uso ed abuso dell’autotune?

(si apre in una fragorosa risata, nda). Intanto a me le voci un po’ stonicchiate piacciono parecchio. Mi piace sentir cantare chi non lo fa per mestiere, ci sento dentro una grande genuinità. Per il resto sono nostalgico; se cantare è la tua professione., allora amo ascoltare cantanti che sono padroni della propria voce. L’autotune, nello specifico, è un suono. Va concepito come tale, come fosse uno strumento.

In un recente reel che gira sui social un redivivo Tony Hadley (Spandau Ballet) afferma che, al di là dell’effetto sulla tonalità della voce, l’autotune lo infastidisce perché rende tutto troppo meccanico, come se oltre alla voce sentisse anche il “fuzz” del meccanismo elettronico che produce l’effetto.

Anch’io non lo amo. Non lo userei, se non in un caso estremo che ora non saprei nemmeno ipotizzare. Però fino a poco tempo fa neppure ipotizzavo un disco di canzoni tradizionali napoletane.

E l’informazione musicale, di cui anche MOW fa parte?

Credo sia frammentata quanto la musica di cui parla. Anche nell’informazione di settore trovo troppi improvvisati. Tutti possono scrivere di tutto o quasi. Di incontri molto discutibili ne faccio parecchi con i media.

Quale credi possa essere la chiave giusta affinché un ragazzo di vent’anni possa apprezzare il tuo album?

C’è una sola chiave: la curiosità. Tendiamo a credere che prima fossimo tutti più curiosi, ma non credo sia così vero.

https://mowmag.com/?nl=1
https://mowmag.com/?nl=1

More

Le canzoni di Taylor Swift sono poesie? Le abbiamo fatte leggere a dei veri poeti. Nove la esalta: “Siamo fermi a De Gregori”. Quasimodo la stronca: “Meglio Ultimo o Mahmood”. Mentre Arminio, Rondoni e Colella…

di Jacopo Tona Jacopo Tona

l'analisi del testo

Le canzoni di Taylor Swift sono poesie? Le abbiamo fatte leggere a dei veri poeti. Nove la esalta: “Siamo fermi a De Gregori”. Quasimodo la stronca: “Meglio Ultimo o Mahmood”. Mentre Arminio, Rondoni e Colella…

Cecchetto: “Amadeus via dalla Rai? Sanremo può andare avanti senza di lui. Pressioni politiche? Macché, ma Presta...”. E su Angelina Mango, Fiorello, Liorni e De Martino...

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

La cecchettata

Cecchetto: “Amadeus via dalla Rai? Sanremo può andare avanti senza di lui. Pressioni politiche? Macché, ma Presta...”. E su Angelina Mango, Fiorello, Liorni e De Martino...

Tag

  • Culture
  • Madame

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Abbiamo letto "Dalla stessa parte mi troverai”, il libro di Valentina Mira su Acca Larentia candidato al Premio Strega. Il problema non è l'ideologia, il problema è che è un libro brutto

di Alessia Kant

Abbiamo letto "Dalla stessa parte mi troverai”, il libro di Valentina Mira su Acca Larentia candidato al Premio Strega. Il problema non è l'ideologia, il problema è che è un libro brutto
Next Next

Abbiamo letto "Dalla stessa parte mi troverai”, il libro di...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy