La decisione del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di impedire a Tony Effe di esibirsi al concerto di Capodanno ha scatenato un'ondata di reazioni nel mondo della musica, suscitando un acceso dibattito sul confine tra libertà di espressione e censura. La scelta del primo cittadino ha visto una solida solidarietà da parte di molti artisti, tra cui Mahmood e Mara Sattei, che si sono ritirati dall’evento in segno di supporto al rapper. Anche voci note come quella di Emma, Lazza, Giorgia, Gaia si sono schierate dalla parte del rapper, mentre altre, come quella del celebre Giulio Mogol, hanno sollevato dubbi sulla natura della censura e sull’educazione culturale. Mogol infatti è stato durissimo e, anche in modo inaspettato è andato contro un certo tipo di musica parlando al quotidiano Il Tempo: "Parlare così fa male. Queste cose io non le ammetterei mai. Fanno bene a impedirgli di cantare al concerto di Capodanno. Quando sono stato invitato da Mazzi al Ministero della cultura ho detto che certe cose vanno proibite e chi le diffonde deve pagare una multa salatissima". Ma non è tutto.
Ha proseguito dicendo che "non è eccessivo, è l'unico modo perché questo è l'inizio della fine. Non sono un censore, ma certe parole, certi modi di trattare le persone sono diseducativi, mancano di rispetto alle donne. Come si può chiamare una “la tua troia”? Non è né una forma d'arte, né una forma corretta del parlare. Continuando così, non lo so dove si arriverà". E allora perché alcune donne, tra cui Emma, lo hanno sostenuto? "Evidentemente è un linguaggio che loro gradiscono. Se loro lo accettano necessariamente non fa loro male". Poi sulla partecipazione del cantante al Festival di Sanremo: "Si vede che a Sanremo piacciono queste cose. Ho sempre sostenuto che bisogna avere la competenza, ci vuole dire gente preparata e che conosce la musica, perché altrimenti possono succedere cose come queste.Mi sto riferendo a chi sceglie questo genere di canzoni per concorrere al Festival. Vi sembra normale che i bambini debbano apprendere questi concetti? Il garbo dove finisce? L'educazione, la gentilezza dove sono? Qual è l'argine che si propone? O non c'è più nemmeno un argine? Parliamo tanto di cultura, di tutela e poi? Io ho visto dieci anni di Festival di Sanremo che sembrava scelti in base ai like. È con la competenza che va scelta la gente, non in base a decisioni di terzi. Secondo me dovrebbe passare sotto il vaglio del Ministero della Cultura. Perché un livello culturale basso fa dei disastri. La cultura popolare è quella che arriva alla gente e come fanno a elevarsi se noi gli forniamo delle cose degne di una fogna? Chi ammette simili modi non fa una bella operazione al popolo."