Masterchef 13 si avvicina alla fine. Lo fa tra cinema e con uno chef israeliano, Assaf Granit, che non fa mai male in questo periodo, soprattutto se si dimostra maestro nell’intreccio di culture, intreccio vero, insegnamento che dovrebbero imparare sia i sostenitori di un multiculturalismo di moda e futile (che finisce per apprezzare tutto fuorché la nostra cultura), sia i suprematisti israeliani, in parte al governo di Sion. Scabin diventerà il giudice nel 2025, Kassandra non ce l’ha fatta, Sara continua a essere sottovalutata e dopo l’esperienza al museo del cinema di Torino non si potevano non proporre pagelle cinematografiche, a cavallo tra ottava e nona arte, la cucina e la psicologia umana.
Barbieri 7
Solo perché risponde a Kassandra e pretende educazione: il suo senso profondo della gerarchia vale lo spettacolo. Il voto non si alza perché è chiaro che lui, come gli altri, stiano costantemente sottovalutando Sara, l’unica ad aver mantenuto realmente un livello costantemente alto. Lui è Miranda Priestley de Il diavolo veste Prada.
Cannavacciuolo 7
Come Barbieri ma in dimensioni triplicate. Stesso problema con Sara, ma stessi meriti con Kassandra. È l’Hulk di Ruffalo, quello di Avengers: Endgame, forte ma comico.
Locatelli 8
Locatelli che spia le attrici per adulti al museo di cinema vale sette, Locatelli in sé vale 8. Anche lui sottovaluta Sara, ma vive a un livello d’aria tale che anche il suo semi-errore di valutazione (comunque Sara è arrivata fin qui anche grazie a loro) è all’inglese, quindi più amabile di un semi-errore all’italiana. Pensateci. È Colin Firth in qualcosa di semicomico, Mamma mia o Love Actually.
Scabin 10
Lo lasciano da solo con i concorrenti a gestire uscite e insultarli un po’. È il giudice che meritiamo e, vista la sua assidua presenza, probabilmente il giudice che vedremo il prossimo anno insieme ai tre caballeros. Scabin è Don Diego de la Vega, cioè Anthony Hopkins, cioè il maestro severo dell’ultimo capolavoro senza effetti speciali fini a se stessi. È tutta sostanza e vecchia scuola. La migliore.
Antonio 5
Tiene, ma tra i sei è il meno caratterizzato nello spettacolo. Non ne sentiremmo la mancanza perché non sentiamo la sua presenza. Non è nessun personaggio perché non vedo film senza personaggi interessanti.
Eleonora: voto 6
Indubbiamente brava, ma insopportabile, totalmente incapace di gestire con naturalezza i rapporti all’interno della cucina. Sembra una marionetta a tratti un po’ troppo infantile (come quando si innervosisce per le domande di Scabin). Si scazza con Sara, la bontà fatta cuoca. Questo rende Eleonora che tipo di cuoca? O che tipo di bontà? Eleonora è un cattivo, però non troppo forte. Forse un cattivo di un film di Woody Allen se Woody Allen facesse il cattivo in suo film. Ma non è quel tipo di genio lì. Molto meno.
Kassandra: voto 3
Non c’era spazio per lei dal primo giorno, ma lo spettacolo vuole la sua parte, il quarantacinque per cento del tutto. E per questo è andata avanti finora. Ma il cinquantacinque più ingombrante è il cibo. E, a voler essere sintetici, cosa resta? Un piatto vuoto. E sopra il suo grembiule. In bocca al lupo. Lei è una di quelle ragazze un po’ maleducate di qualche film low budget tedesco o americano a cavallo tra i Novanta e il primo decennio del Duemila. Una comparsa invadente per l’atteggiamento che va facilmente sulle palle.
Michela: voto 7
Una aggressività che all’inizio piaceva, che poi sembrava affrontare una trasformazione, per poi tornare bella e intatta. Alla lunga stanca perché è difficile da gestire. Dicono che Niccolò sia stato messo alla prova dal suo carattere durante la prova in esterna, ma noi diremmo il contrario: la flemma di Niccolò innervosirebbe qualsiasi madre. Figuriamoci una madre che sa cucinare. Lei è un mangiamorte nervoso per la dieta Plank.
Niccolò: voto 6
È un reel di novanta secondi. Lo puoi sponsorizzare se non è troppo lungo. È simpatico ma il suo ruolo è l’intermezzo, e gli intermezzi funzionano in funzione di altri. Come tutti i reel di novanta secondi, i contenuti rischiano di essere pochi ma montati bene insieme. Non riesce a essere Gollum, ma Smeagol sì.
Sara: voto 9
La vera vincitrice. Totalmente incapace di provocare rabbia e odio nei suoi confronti. È Cappuccetto rosso e infatti vuole dedicare il menù della finale, se ci arriverà, a sua nonna. La purezza è bellezza, la bellezza oggi viene sottovalutata. Peccato.