Nuova pagella. Stress test e prima Mistery Box per la terza e la quarta puntata di Masterchef 13. La classroom è abbordabile, ma poco esaltante. Lo chef più promettente uno svedese, il giudice protagonista quello che a metà della quarta puntata se ne è andato via. Molti concorrenti fragili, siamo tornati qualitativamente indietro di almeno un paio di edizioni. Ma Masterchef continua a farsi vedere, come si vedono i classici. C’è una riflessione generale che però si potrebbe tentare di abbozzare. Il problema del montaggio. I programmi registrati e costruiti a tavolino perdono di fluidità, sballando un tantino i riferimenti temporali, licenziando partiture robotiche e poco naturali, annoiando superata l’ora. Tant’è che i programmi che riescono a mantenere un certo equilibrio sono i brevissimi La caserma o Il collegio. E stupisce che la Rai abbia avuto l’intuizione di mandare in onda un’unica puntata a settimana. Ma torniamo a noi.
Bruno Barbieri: voto 8
Continua a condurre. “Ma te l’hanno insegnato che esiste il sale”. Caro Bruno, pare di no. Lo chef Barbieri
Antonino Cannavacciuolo: voto 7
Bravo, sempre il più simpatico, ma leggermente ripetitivo. Tuttavia fa casa, come l’intera squadra di giudici. Masterchef è amabile
Giorgio Locatelli: voto 7,5
Aspettiamo uno scandalo. Locatelli resta un nobile, alcune volte severo, ma in modo amabile, accettabile (non come Barbieri). Uno scoop sul The Sun potrebbe disabituarci all’immagine da buono che inevitabilmente, per charme e postura, continua ad avere.
Davide Scabin: voto 9
Ferino e matematico, me lo immagino Massaccio incaz*ato. Belle le sue massime (un po’ troppo preparate), ma incredibile il modo di mettere in difficoltà i concorrenti. È decostruzione pura, smonta ciò che i concorrenti credono di sapere, per esempio la temperatura per trattare il “cacio” della cacio e pepe. Scabin maestro del sospetto. Poco marxista molto freudiano. Vince.
Niccolò: voto 6
Divertente, medico neolaureato il cui racconto degli anni universitari è lo standard jazz del sistema italiano: sei anni di medicina? Un inferno. Non dovrebbe temere questa edizione di Masterchef e infatti si prende il grembiule bianco al primo giro. Piatto interessante, che non suggerisce chissà quali doti (bensì una fissa esterofila da tipico studente: il piatto asian fusion). Convince poco anche il suo atteggiamento. Un po’ di chi vuol fare lo strano. Vedremo.
Michela: voto 5
Decisa, convinta, a trattati aggressiva. I suoi gnocchi sembravano patate lesse, il primo piatto risultava leggermente anemico. Ma allo stress test riesce a convincere i giudici. Meno chi crede che anche l’occhio voglia la sua parte.
Marcus: voto 8
Un piatto bilanciato senza sale. Noodles appetitosi, che hanno la lucidità di uno spaghetto all’italiana. Una prova poco necessaria dal momento che già il primo piatto, il cervo. La sua storia d’amore fa parte della sua cucina, si vede. È dedizione pura e colore. Marcus, di origini svedese, è nato lo stesso giorno dello stesso anno di sua moglie Giuliana, solo a venti minuti di distanza. Chissà perché queste cose si vedono.
Settimino: voto 4
Supplì alla barese in assenza di uova, come piano B di un piano A che era un piano Z. Gioviale ma poco ispirato. Non durerà, nonostante il bianco consegnatogli da Barbieri e Scabin.
Kassandra: voto 5
Mani che tremano, fiato che salta. Ma riesce a chiudere una cottura della carne non bollita che fa ben sperare. Giovane e motivata. Non la più talentuosa. Ma difficile esporsi.
Filippo: voto 4
Una cacio e pepe inguardabile che, a distanza di qualche minuto, gli permette comunque di ottenere il grembiule bianco. Un ingresso sbiadito
Fiorella (Fiorenza): voto 4
Alla fine della puntata non ricordavo il suo piatto, la sua prova, quasi nulla. Forse sto invecchiando, forse possiamo farne a meno al di là del personaggio.
Alice: voto 4
Come Fiorella, ma con altro nome. Chi è?
Beatrice: voto 5
La più giovane (diciannove anni), ma non basta per ottenere una sufficienza. L’opinionismo geriatrico che vorrebbe premiare la verde etade è nemico del talento. E anche dei giovani.
Mistery Box italica
Un tempo i viaggi in Italia erano un apprendistato al buongusto. La prima prova di Masterchef parte da un disegno, cioè il concetto stesso di filosofia alle porte del Rinascimento. L’esempio lo dà Cannavacciuolo, con degli scampi alla pizzaiola illustrati. Colore e praticità. Se volessimo tentare un esercizio psicanalitico, potremmo, proprio ricollegandoci alla concezione dell’arte prima cusaniana e poi rinascimentale, potremmo far notare ai concorrenti che il loro disegno è il loro pensiero, la loro visione. Vediamo quindi chi sa immaginare in grande. Gli ingredienti principali sono tre: melanzana, basilico e pomodoro. I piatti selezionati promettono bene. Bella l’idea. Voto 8. La golgen pin, l’immunità, la vince Alice, con un piatto tuttavia modesto. Si nota una certa tendenza della giuria ad accontentarsi. Che stiano invecchiando? La salsa sembra un brodo con piombini di parmigiano ormai freddo. Per fortuna San Giorgio da Londra lo nota: un problema di consistenze.