Ieri sera, a spingere il Bruges verso un’insperata ma super-bramata finale di Conference League, c’era anche “No sweat no glory” degli italiani DreamGate, da Piacenza. “Potenzialmente” il nuovo inno del Club Bruges. Diciamo potenzialmente perché il brano, una gloriosa cavalcata power (metal)-pop in stile “The final countdown”, si sta ritagliando uno spazio – 7mila visualizzazioni su YouTube in una manciata di giorni – nel cuore dei tifosi fiamminghi. Il brano, di fatto, ha esordito ieri sera, proprio contro la Fiorentina, al Jan Breydel Satdium, ribollente come un pentolone di marmellata. Un calore che avrebbe dovuto spedire i padroni di casa, alla ricerca di una piccola remuntada, in finale di coppa alla AEK Arena di Atena. Sogno svanito solo all’ottantacinquesimo, quando Beltran ha realizzato il rigore taglia-gambe che ha promosso la Viola e condannato l’ex squadra di Charles De Ketelaere. Ma chi sono i DreamGate, e com’è che ieri sera “No sweat no glory” è stata sparata fuori dagli altoparlanti di uno stadio belga?
“La cosa è nata così: da anni colleziono le maglie da calcio dei Paesi che visito. Qualche tempo fa, risistemandole, mi sono accorto che la maglietta del Bruges aveva la scritta “no sweat no glory” ricamata sul collo. Un motto che mi ha incuriosito. La scritta, in casa Bruges, campeggia ovunque: all’interno dello stadio, a caratteri cubitali tra la curva e la tribuna, ma è anche sulle sciarpe dei tifosi, sul sito ufficiale. Poi mi sono accorto che il loro inno è ancora una travolgente mazurka cantata in fiammingo, allora mi sono detto, perché non provare una carta epica, con i synth anni ’80, e con tanto di cori originali dei tifosi per rafforzare il tutto?”. Queste le parole di Alessandro Battini, fondatore e anima della band (suona le tastiere). Dopo l’ok del Bruges i DreamGate hanno quindi girato un videoclip utilizzando anche alcune immagini dello stadio e delle bandiere sventolanti. “Il responsabile della comunicazione dei fiamminghi, entusiasta, si è dato disponibile a diffondere il pezzo, e così è stato. Ora stiamo a vedere”.
Nata da un’idea di Battini (Dark Horizon, Sangreal) e del batterista Gianluca Capelli (ex-Dark Horizon), la line-up della band è completata dal cantante Fabio Brunetti (ex-Edran), dal chitarrista Armando De Angelis (Mindfar) e dal bassista Micael Branno (Ghost City). “Non pensiamo di poter immediatamente entrare nel cuore di un’intera città, ma ci stiamo provando davvero. Finora abbiamo fatto tutto da soli e qualcosa si è mosso. Forse la loro mazurka resterà ancora l’ultimo brano che il dj locale passerà prima che gli idoli di casa tocchino il primo pallone della partita, ma “No sweat no glory” c’è. È nella playlist giusta”. Parole “cariche”, come carico è il pezzo, figlio di quella filosofia power che Battini ha sposato anni fa e che ripropone, più pop, con i DreamGate: “Il nostro disco d’esordio esce il 4 giugno. Sarà un album anche commerciale. Leggero. L’ispirazione viene dai videogiochi, dai fumetti. Cose nerd, in qualche modo, ma calate in composizioni sempre fortemente orecchiabili. Si tratta di un power easy e melodico (anche sinfonico), immediato. I pezzi non superano mai i tre minuti e quaranta secondi, per dire. Nel disco ci sarà anche un brano, “Dragonero”, ispirato (e dedicato) al fumetto omonimo della Bonelli”.