Bella e dal timbro di voce caldo e avvolgente, Valentina Bellè ha esaudito il suo sogno di fare l’attrice e da Verona è arrivata molto lontano. Classe 1992, la Bellè ha studiato al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma, alla Lee Strasberg Theatre and Film Institute di New York e ha recitato insieme a Luca Marinelli in Una Questione privata dei fratelli Taviani e in Fabrizio De André - Principe libero nel ruolo di Dori Ghezzi. La Bellè ha trovato un posto nella televisione e nel cinema italiano (e anche americano) grazie al suo innegabile talento. In una intervista rilasciata per Rolling Stone, l’attrice ha dichiarato che, paradossalmente, nei momenti più bui della sua vita, ha superato un numero di audizioni senza precedenti. Mentre era sul palco e sotto i riflettori, Valentina riusciva ad esorcizzare il proprio mondo interiore tormentato, riuscendo a convincere chiunque.
Magnetica ed elegantissima, a Valentina Bellè è sempre fregato poco di diventare famosa, il suo obiettivo è sempre stato un altro, vivere d’arte, fuori dagli schemi rigidi, improvvisando con creatività. “Il cinema mi dà il diritto di innamorarmi di personaggi poco chiari”. Ed in effetti tutti i ruoli che ha interpretato finora sono sempre stati estremamente evanescenti e complessi. L’attrice veronese è stata Olivia, una ragazza di 27 anni in crisi esistenziale nella serie Volevo solo fare la rockstar, Nina, una giovane seducente e meravigliosa in Amori che non sanno stare al mondo, Ersilia capo delle sacerdotesse Sabine, fedele a Titos nella serie Romulus 2 e così via…
Valentina Bellè serve al cinema italiano (bisogna liberarla dalle grinfie delle fiction RAI) perché nei film del Bel Paese spesso e volentieri ci sono sempre le stesse facce. Lei, differentemente da moltissime e splendide donne che si spacciano per attrici, sa fare il suo mestiere. Hanno ragione Pupi e Antonio Avati che cercano sempre di inserire nei loro film volti nuovi, perché bisogna lasciare spazio ai giovani performers (magari andando a pescare anche nei teatri) per cercare di alzare il livello e la qualità dei prodotti made in Italy. Altrimenti rischieremo che, come è accaduto per Simona Tabasco (divenuta una star internazionale dopo il successo meritatissimo in The White Lotus), siano i produttori esteri ad accorgersi del talento nostrano.