Quel sogno di opportunità professionali nella cultura uguali per tutti, condiviso da molti giovani che negli anni Settanta, figli dell’operaio e della casalinga, del tranviere e della addetta alla mensa, studiavano alla sera con passione per poi laurearsi e cambiare lavoro, è naufragato. Oggi se vuoi svolgere un lavoro creativo in ambito culturale in Italia (fanno eccezione i politici) devi avere un buon patrimonio da investire per decenni, rinunciare a mettere su famiglia, inventarti personalità diverse per ogni situazione. Il caso di Vincenzo Gardani, direttore d’orchestra di 41 anni con diverse esperienze all’attivo, rappresenta un estremo: la strada per la direzione d’orchestra, si sa, è fra le più difficili del settore musicale. Ma emblematica nella sua storia non è la difficoltà di essere ingaggiati alle audizioni, che varia a seconda della bravura del candidato, ma l’impossibilità di accedere al contatto con gli addetti ai lavori, oppure ai concorsi e masterclass. Costa tutto troppo. Gardani ci contatta e ci invia una marea di screen shot di risposte di enti, fondazioni, teatri, gruppi musicali alle sue richieste di essere provinato. Ci spiega che spedisce 200 offerte di lavoro a settimana a organici d’orchestra nazionali e internazionali. Oggi ha finito con i Paesi Bassi, la Polonia e il Regno Unito. Domani invierà il suo cv alla Spagna. Fa il giro del mondo in ordine alfabetico in posta elettronica. La risposta, che raramente arriva, è sempre la stessa: “Abbiamo appena chiuso la stagione”, “Le faremo sapere se più avanti ci saranno disponibilità”, “La terremo in considerazione per i prossimi progetti musicali”. Di origine siciliana, milanese d’adozione, Gardani ha tutte le carte in regola per lavorare in Italia e all’estero. Diplomato in pianoforte all’Association Board Royal School of Music, Regno Unito, con un master in direzione d’orchestra, oggi dirige la sua orchestra, I solisti di Euterpe, e vanta collaborazioni con il Comune di Milano e con teatri importanti, avendo vinto bandi pubblici. Persino la regina Elisabetta nel 2021 gli ha mandò una lettera di congratulazioni a seguito del diploma. Fra le sue ultime collaborazioni il Concerto di Natale del 2022 per il Comune di Milano e nello stesso anno la direzione della Carmen di Bizet al teatro Argentina di Roma. Una prova importante, un successo che l’artista pensava avrebbe portato in seguito ad altre direzioni musicali. Invece no. Gardani non trova altro lavoro al di fuori della direzione della sua orchestra. Non per mancanza di competenze ma per un semplice motivo: accedere a qualsiasi selezione per direzione d’orchestra significa pagare dai 600 agli 800 euro ogni volta, che si tratti di stage-audizioni o di un compenso alle agenzie specializzate. Si chiede: “Come faccio a essere ingaggiato se nessuno mi seleziona se non pagando?”. Poi l’amara constatazione: “Se non sei figlio d’arte o non vieni da una famiglia dotata economicamente è meglio che ci rinunci. Questo sembra essere un lavoro per ricchi”. Figlio di un operaio di Bronte e di una casalinga, proletario senza agganci nel settore e ‘povero come Wagner’, Gardani sta cominciando a pensare che una professione come la sua sia esclusivo appannaggio di chi può investire danari non solo per lo studio ma anche per l’ingresso nei circuiti professionali. “Avevo tanti sogni dopo il diploma e ne ho ancora. Ho avuto occasioni di dimostrare il mio valore e da un certo punto in poi ho creduto di potercela fare grazie soltanto alla mia passione e determinazione”, confessa. Ma non getta la spugna. Continua a inviare cinquanta candidature al giorno in Italia e all’estero. Perché? Primo: “L’eccezione esiste sempre”. Secondo: “Ormai mi diverto a leggere le risposte e ad archiviarle secondo categorie precise. Schietti, falsi, mercanti, confusi”.
Cosa le rispondono i teatri, i festival, le fondazioni?
Su duecento offerte di candidatura che mando ogni settimana a tutto il mondo ricevo soltanto il cinque per cento di risposte. Da ogni angolo del globo le stesse frasi ‘grazie ma abbiamo appena chiuso la programmazione della stagione’, oppure ‘terremo presente il suo cv’. Ho talmente tanta esperienza di carteggio mail che ho stilato una lista di categorie. Gli schietti rispondono subito che non hanno bisogno di direttori d’orchestra, i falsi dicono che hanno appena chiuso la stagione, i mercanti mandano voci dettagliate di spesa per partecipare all’evento in cui qualcuno mi vedrà, i confusi mi chiedono per cosa mi sto candidando. Sai cosa ho risposto scherzosamente all’ultimo dei confusi? Mi candido per fare le pizze. È successo persino che non capissero e mi rispondessero ‘questo servizio non lo abbiamo’.
Secondo lei perché non le rispondono?
È difficile avere contatti diretti con i direttori artistici, difficile anche accedere ai concorsi perché costano troppo. Ma come posso far valutare il mio talento se non ho mai occasioni di suonare dal vivo in un provino? Tutti mi consigliano di rivolgermi alle agenzie. Ma sono a numero chiuso. Non prendono nuove figure. Oppure chiedono soldi per iscriversi o entrare nel loro roster e aprire una pagina a me dedicata.
Quindi è un ambiente blindato?
Un ambiente con cui è impossibile interagire e con dinamiche a me incomprensibili. A un direttore artistico ho chiesto via mail come funziona la selezione, solo per migliorare la mia proposta, e si è irritato. ‘Non le permetto di mettere indubbio la nostra professionalità’. Poi mi ha ghostato. Forse devi avere un determinato background per far parte di quel sistema. La mia sensazione è che si tratti di un gotha dove entrano figli d’arte, rappresentati dalle agenzie, musicisti anche di talento, ma ricchi. Un mondo aristocratico culturale, insomma.
È sempre stato così?
Credo che stiamo tornando a un’idea di società in cui diventa sempre più difficile accedere a ruoli culturali-artistici senza avere le spalle coperte o la famiglia adeguata. Io mi pagavo i corsi di direzione insegnando, pulendo le palestre, facendo il panettiere o i turni al call center, ho fatto anche il benzinaio. Finito il lavoro seguivo i corsi del Conservatorio Verdi di Milano. Puoi arrivare solo a un certo punto facendo così. Per proseguire sulla strada devi investire di continuo.
Quanto dovrebbe spendere in media per audizioni e agenzie?
Alcune agenzie chiedono dai 600 ai 900 euro per inserirti nel loro data base, oppure cifre mensili per procurarti occasioni di ingaggio. Di recente una famosa agenzia americana mi ha chiesto 3.250 dollari per un pacchetto trimestrale. Non è possibile incontrare qualcuno senza questi passaggi. Ogni candidatura che invio direttamente non viene mai selezionata. Fra gli schietti c’è stato un unico direttore artistico di un’orchestra francese che mi ha risposto dicendomi la verità esatta: ‘guardi, la possibilità è allo 0,01 per cento ma non si sa mai, tengo il suo cv da parte’. Ho apprezzato la sincerità.
Come ha cominciato il suo percorso?
Sono arrivato a Milano da piccolo e dopo gli studi in pianoforte ho cominciato a lavorare come musicista d’orchestra. Poi il master in direzione che pensavo mi aprisse una nuova strada. In effetti sono stato anche assistente di direzione e direttore ospite. Come nel caso della Carmen di Bizet a Roma al teatro Argentina nel 2022. Purtroppo per continuare a lavorare nell’ambito di gruppi nazionali e internazionali dovrei investire continuamente danaro. E questo non è possibile. L’ho capito mandando la mia candidatura un po’ ovunque.
Qual è la sua professione ora?
Insegno chitarra classica e pianoforte a Musicopoli-Città delle arti di Milano, arrangio brani su commissione. Scrivo partiture orchestrali e organizzo concerti con la mia orchestra, I solisti di Euterpe. Con loro ho realizzato tanti eventi pubblici benefici. Portati la cadrega è stato un concerto in piazza, per il Comune di Milano nel 2018, di avvicinamento della gente alla musica classica. Il pubblico doveva portarsi la sedia da casa, è stato divertente. Tanti i bambini affascinati dagli strumenti e tipologie di persone diverse fra il pubblico, dalla sciura elegante con la sedia sotto braccio ai giovani che non conoscono il repertorio.
Fate tanti concerti con I solisti di Euterpe?
Non solo concerti, anche formazione e concorsi. Molta beneficenza: siamo nei reparti pediatrici di diversi ospedali con la Fondazione Ada Bolchini dell’acqua portando con un quartetto d’archi il tenore Massimiliano Costantino. Con la Fondazione McDonald’s abbiamo lavorato per la comunità cinese di Milano, abbiamo realizzato un grande concerto per la pace a favore dell’Ucraina. A giugno del 2023 abbiamo ideato un concerto a favore del Teatro Rossini di Lugo di Romagna nella sede del Grand Hotel de Milan dove è morto il grande musicista. Pubblico in piedi e a un certo punto l’arrivo di Patty Smith a complimentarsi. Le ho offerto volentieri la bacchetta per un suo momento di direzione estemporanea.
Quali sono i suoi riferimenti artistici?
Nella direzione Arturo Toscanini, Leonard Bernstein, Zubin Meta. Al di là dei mostri sacri, il mio modo di dirigere è passionale e sensibile. Il mio repertorio spazia dal barocco alle colonne sonore del cinema. Con interventi anche nel pop e nel rock. Mi piace sperimentare. Ho avuto diverse recensioni importanti, da Vince Tempera a Carlo Alberto Rossi, che mi telefonò per i miei arrangiamenti. Sul mio sito ci sono tutte le referenze. Per dirigere la Carmen di Bizet a Roma con l’orchestra del Mythos Opera Festival fui chiamato dal direttore artistico Roberto Cresca. Un’occasione rara. Ma è capitata ed è stata un successo.
Lei ha abbandonato il suo sogno?
No. Ho creato la mia orchestra, i Solisti di Euterpe. Però lancio quest’appello: provatemi non vi deluderò. Mettetemi alla prova. Chiamatemi anche all’ultimo quando siete nella merda per un jumping in dell’ultimo momento. Ci sarò a dirigere quello che serve. Potrei essere il più grande cialtrone della storia ma datemi una possibilità.