Un attimo prima sei la cancelliera tedesca, la donna della crisi; nemmeno il tempo di finire la carriera, e diventi personaggio di un paio di storie in cui, per non annoiarti, ti metti a ficcanasare in un omicidio. I romanzi per l'esattezza sono due, scritti dall'autore tedesco David Safier: Miss Merkel e l'omicidio nel castello e Miss Merkel e l'omicidio al cimitero, editi in Italia da SEM. E si, la protagonista è proprio quella Merkel lì: Angela Merkel.
Dai romanzi sono stati adattati due film, il primo dei quali trasmesso ieri sera da Rai 2. Ora, la situazione è la seguente: siamo in pieno luglio, la tv d'estate agonizza come suo solito e la Nazionale è stata fatta fuori dagli Europei per ovvi demeriti. In siffatto, mesto, quadro generale, la Rai ci propone questo film tv con protagonista un'Angela Merkel pensionata.
Come se tutto ciò non bastasse, il film si apre con un paio di scene che lasciano già presagire quel che verrà: Frau Merkel che si accovaccia dietro un albero per fare pipì; Frau Merkel che raccoglie la cacca del suo cane da terra perché tanto, dice lei, ha già raccolto di peggio quando si trattava di salvare la faccia ai politici europei.
Di fatto, quella del film tv è una Merkel in pensione che, ormai stanca della politica, si ritira a vita privata. Ma quando avviene un omicidio, non riesce a starne lontana e comincia ad indagare.
In un certo senso, l'intera operazione è un grande “what if”: immaginare la vita di una donna tanto potente una volta lontana dalla scena pubblica. Nella percezione comune, Angela Merkel è stata la donna forte al centro della politica Ue per 16 anni: la statista che dettava la linea, che ha guidato l'Europa negli anni della crisi, che accoglieva i profughi siriani in Germania.
Merkel ha rappresentato il potere: amata nel suo Paese, odiata altrove. Le cronache italiche ricordano ancora il celeberrimo “c***a inch*******e”; nel frattempo - oh tempora oh mores - adesso all'autore di cotanto appellativo si intitolano aeroporti, mentre l'altra si ritrova protagonista di un film trash.
Quella del film infatti è una Merkel-macchietta: si muove a scatti, l'espressione perennemente con gli occhi strabuzzati; continuamente ridicolizzata, tanto che una ragazzina influencer le dà pure della vecchia. Sempre esagerata: più una caricatura fine a se stessa, che un personaggio.
I riferimenti alla politica sono continui: nel complesso tutti piuttosto deboli. Tuttavia, spetta a loro il compito di raggiungere quel debole effetto comico che la sceneggiatura si prefigge.
Il resto si regge su una banale comicità situazionale: la Merkel nascosta sotto il letto, la corsa per scappare, l'assassina in una botte di vino con la muta da sub e così via, di situazione assurda in situazione assurda. Era l'occasione per rappresentare la caduta degli dei; abbiamo avuto una caduta nel ridicolo.
La protagonista si chiama Merkel, ma tutto sommato, avrebbe potuto essere chiunque altra: il suo essere Merkel è funzionale solo a qualche battuta senza mordente. Peccato: poteva essere un esercizio di satira; invece è una specie di fanta fiction da Wattpad, ma col morto. Venerdì prossimo si replica col secondo film tv. Auf Wiedersehen.