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Milena Mancini sul teorema dell’amore: “Ho cercato la regola d’oro della famiglia che funziona”. E sulle emozioni filtrate dei giovani (“Ma sono più intelligenti”) e l’importanza dei maestri…

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

6 novembre 2024

Milena Mancini sul teorema dell’amore: “Ho cercato la regola d’oro della famiglia che funziona”. E sulle emozioni filtrate dei giovani (“Ma sono più intelligenti”) e l’importanza dei maestri…
La famiglia che funziona, i residui delle emozioni filtrate dagli schermi, i maestri: di tutto questo abbiamo parlato con Milena Mancini, ospite di MOW da MBU alla Festa del cinema di Roma 2024. Dallo spettacolo teatrale “ⱯM∞RƎ! – Il teorema di Sarah” all’ultimo film di Ferzan Ozpetek, l’attrice ha messo le relazioni al centro del suo lavoro. “Ho cercato la regola d’oro”, ci dice. Ma l’avrà trovata? E sui giovani: “La mia generazione era abituata al giudizio severo”. Rapporti diretti, dunque, che forse oggi si sono persi a causa del filtro degli schermi. “I giovani però sono più intelligenti”, ci dice. E oggi che viviamo circondati di modelli, il valore dei maestri è ancora più essenziale

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Esiste un teorema che permetta di spiegare ogni famiglia? Esiste una “regola d’oro” che faccia funzionare ogni relazione? Sembra che Milena Mancini si sia ostinata a cercare una risposta affermativa a entrambe le domande. Lo ha fatto con lo spettacolo teatrale ⱯM∞RƎ! – Il teorema di Sarah e lo ha fatto anche al cinema, collaborando, con Ferzan Ozpetek, “un grande osservatore, una persona molto sensibile, i suoi personaggi sono sempre la sintesi di più anime e questo dà la possibilità al pubblico di rispecchiarsi”. Ma l’attrice ha lavorato anche con i giovani: “La mia generazione era abituata al giudizio severo, alla disciplina”. Oggi, invece, le relazioni sono filtrate da schermi, meno dirette. Ciò non significa che le nuove generazioni siano meno intelligenti. Anzi, “fanno molti più collegamenti, riescono a stare in contatto con molte più persone contemporaneamente”. E poi, come sempre nella storia, rimane il bisogno di maestri.

Milena Mancini
Milena Mancini, ospite di MOW da MBU Marco Scirè
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Milena Mancini, sarai nel nuovo film di Ferzan Ozpetek, Diamanti: secondo te è lui il regista italiano che meglio riesce a indagare l'intimità femminile?

Io credo che Ferzan sia il regista che riesce meglio a raccontare l'animo sia femminile che maschile. È un grande osservatore, una persona molto sensibile, i suoi personaggi sono sempre la sintesi di più anime e questo dà la possibilità al pubblico di rispecchiarsi. Quindi sì, sicuramente è uno dei più bravi.

I tuoi ultimi tre lavori riguardano anche la famiglia: pensi di aver capito cos'è e quali sono i modi per farla funzionare?

Ancora no. Credo che per la famiglia occorra fare un ragionamento più complesso, è un argomento che ha tantissime sfaccettature. Con lo spettacolo ⱯM∞RƎ! – Il teorema di Sarah ho cercato di raccontare le relazioni etero attraverso la storia di una coppia che dura da più di 15 anni. Ho cercato di indagare le dinamiche che si nascondono dietro le varie fasi, dall'innamoramento al matrimonio, all'avere dei figli, all'eventuale terzo o terza persona, alla differenza che c'è tra il matrimonio e la convivenza.

E cosa hai trovato?

Ancora non sono riuscita a capire se c'è una regola d'oro, perché in realtà è questa che cercavo attraverso l'analisi dei personaggi. Non ho trovato una soluzione, però il titolo dello spettacolo, ⱯM∞RƎ!, è scritto con dei caratteri matematici e se lo si osserva attentamente forse un teorema c'è. Non so se è giusto.

Milena Mancini
Milena Mancini Marco Scirè

Insieme a Vinicio Marchioni hai fatto dei corsi al Teatro della Pergola e in un’intervista hai detto che i giovani spesso reagiscono in maniera smisurata rispetto alle critiche. Cosa intendevi?

La mia generazione era abituata al giudizio severo, alla disciplina. Io ho iniziato il mio percorso artistico con la danza, per cui per me un'insegnante severa significava un'insegnante brava. Non temevo il giudizio, lo affrontavo e lo accettavo in maniera anche molto ligia. Oggi invece i ragazzi hanno un rapporto diverso con i docenti. Purtroppo per il tipo di percorso che ho fatto non riesco a essere troppo amica degli allievi, a volte sono anche troppo diretta, però credo che l'essere diretta faccia risparmiare del tempo a me e a loro. Vivono in un contesto in cui non hanno più rapporti reali, fisici, le emozioni non sono più dirette, sono sempre filtrate dallo schermo e non si hanno più delle esperienze di noia, di ricerca, di curiosità. Ma i ragazzi giovani sono molto più dotati di noi.

In che aspetti?

Io ero un pesce lesso a quell’età, invece loro sono molto più intelligenti, fanno molti più collegamenti, riescono a stare in contatto con molte più persone contemporaneamente. In più hanno accesso a dei contenuti ai quali io non potevo accedere. I ragazzi hanno bisogno di verità, di arte e di maestri: io non so se riuscirò mai a diventare una buona maestra, però cerco di condividere la mia esperienza.

Forse adesso, con i social, ci sono più modelli che maestri.

Io sono antipatica all'algoritmo, ho pochissimi follower. Non credo di essere un modello, quello che posso fare è condividere la fame che ho avuto e che ho ancora oggi. La mia voglia di incontrare maestri e vivere delle esperienze che servano per crescere come artisti e come persone.

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