image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Musicisti “angeli” Ferro e Nannini e discografici “luciferini” Maionchi e Salerno? Ivano Fossati ci aveva già spiegato tutto: “Nel patto fra industria e artisti il diavolo siamo noi…”

  • di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

3 maggio 2024

Musicisti “angeli” Ferro e Nannini e discografici “luciferini” Maionchi e Salerno? Ivano Fossati ci aveva già spiegato tutto: “Nel patto fra industria e artisti il diavolo siamo noi…”
La recente polemica Tiziano Ferro-Mara Maionchi ha riaperto un vaso di Pandora vecchio quanto la pop music. L’artista, quando il successo cala, comincia a riscrivere la propria storia nella quale il discografico di turno diventa, magicamente, una figura mefistofelica che, nel migliore dei casi, “non ha capito l’artista”. Solo che Ivano Fossati, l’anno scorso all’università di Genova, insegnava altro: "Ho il sospetto che in quel lontano giorno, forse, il diavolo eravamo noi”. Ecco perché andrebbe ascoltato...

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Pensate a un rumore di fondo, talvolta innocuo ma alle volte insistente e fastidioso. Un rumore che accompagna, probabilmente da sempre, sia gli artisti che gli addetti ai lavori, nello specifico i temutissimi, criticatissimi discografici. Di cosa si tratta? Di un equivoco furbo e insidioso recentemente tornato alla ribalta in due occasioni. Partiamo da quella più rovente: la querelle Tiziano Ferro-Mara Maionchi. Che dalle colonne di MOW Michele Monina ha giustamente definito “una storia naif”. Scrive, sempre Monina: “Sovrappeso e gay (Tiziano Ferro, nda), quindi, ma assolutamente impreparato per andare sul mercato, altroché canzoni che un postino avrebbe potuto lanciare sul mercato. Non fosse stato per Mara e Alberto (Salerno, nda), lì a metterlo a lavorare con Michele Canova […], col cazzo che sarebbe esploso a fama internazionale. Sarà mica un caso che buona parte delle canzoni che anche oggi fanno battere i cuori dei suoi fan, quasi tutti italiani, diciamolo, sono contenute in quei due primi album, lavorati con loro”. Appunto.

Episodio numero due, ma la solfa non cambia, e stiamo parlando di una storia, quella della pop music, che è letteralmente costellata di simili “equivoci”. Gianna Nannini ha dichiarato, in occasione del lancio del suo ultimo album: “Nel 1983 mi volevano sostituire con un’altra perché dicevano che non funzionavo più. Era previsto che a trent’anni non andassi più bene, ero vecchia per fare rock”. Di mezzo, ancora una volta, c’era Mara Maionchi, sua discografica. Un’affermazione forte, quella di Nannini, che ci suona inevitabilmente vittimista. Nel 1984, infatti, pubblica “Fotoromanza”, il più grande successo di Nannini e pezzo prodotto niente di meno che da Conny Plank, autentico “riferimento tecnico-sonoro” della scena Kraut tedesca. Sarà uscito come un coniglio dal cilindro, Plank, o il suo arruolamento avrà a che fare col fatto che – orrore degli orrori – Nannini era sotto contratto con Ricordi?

Maionchi
Mara Maionchi. Rovente la sua recente querelle con Tiziano Ferro

Insomma, seguiamo Ivano Fossati e scendiamo tutti un po’ dal pero, consci che si possono raccontare “storie naif” finché fiato e memoria (molto selettiva) ce lo consentiranno, ma anche consci del fatto che qualcuno, oltre ai nostri fedeli fan, ci ascolta. E chi ascolta queste lamentazioni non può che affidarsi al pensiero alto di quel Fossati realista e disincantato le cui esternazioni sono state – ma toh! – ben poco raccolte dai colleghi. Disse Ivano Fossati sul finire della sua lectio magistralis, in occasione della laurea honoris causa in Letterature moderne e spettacolo ricevuta l’anno scorso a Genova, rivedendo l’idea secondo cui il mondo della musica sia popolato da gretti discografici-Mefistofele che propongono indecenti patti all’artista-Faust: “Se questa meraviglia (la canzone, nda) è il risultato del patto fra gli artisti e l’industria discografica e se, come si dice, in questo patto faustiano c’è lo zampino del diavolo, allora non sono certo che l’industria sia il diavolo. Sarebbe un diavolo perdente. L’ispirazione è ancora lassù, al suo posto, fulgida, pronta a tutto, come sempre; pronta per nuove generazioni di artisti visionari, mentre l’industria, devo riconoscerlo, ha conosciuto tempi migliori. Per questo ho il sospetto che in quel vecchio patto la parte del diavolo astuto l’abbiano fatta, in realtà e di certo inconsapevolmente, gli autori e gli artisti. Proprio tutti, i grandi e i dimenticati. Ho il sospetto che in quel lontano giorno, forse, il diavolo eravamo noi”. Una provocazione? Un bagno di profondo (eccessivo?) realismo? Perché una posizione così forte ha suscitato poche reazioni, essendo invece ottima materia su cui ragionare e – una volta tanto – calare le braghe? La ragione è forse semplice. L’equivoco – Ferro-style, Nannini-style – servirà sempre soprattutto agli artisti, bravissimi ad alternare due atteggiamenti sempre ingenuamente contrapposti. Quello dell’artista puro, “obbligato” a essere anche ingranaggio dell’industria nonostante lui fabbrichi canzoni e musiche, mica confezioni famiglia di patatine al formaggio. E quello dell’artista-prodotto, ben contento di poter affermare che non c’è nulla di male ad essere anche commerciali perché il mestiere prevede che una canzone o un album si debbano “vendere”. Due atteggiamenti, dicevamo, ingenuamente conflittuali che tornano molto utili quando il vento, per l’artista, cambia direzione. Cala il successo? Ecco pronto il profilo dell’artista puro. Il successo divampa? Ecco pronto il profilo più cinico, quello dell’artista-prodotto. Manca, ancora una volta, la sintesi. La sincerità. La capacità di ammettere che il compromesso, in una certa misura, è la chiave della pop music. Sei artista puro e basta? Pubblica i tuoi bravi “Metal machine music” e “goditi” le conseguenze – qualsiasi esse siano! – di tanta ghiotta libertà. Sei artista-prodotto? Fai le tue hit, sbanca ovunque tu possa sbancare, ma magari risparmiaci supremi disclaimer secondo cui l’ennesima canzoncina forte di un ennesimo “oh oh oh” sia arte degna di una “Cavalcata delle Valchirie”. Siate più sinceri, suvvia, più smaliziati. Raccogliete gli input di Fossati o, semplicemente, ripartite dalla lucidità di Franco Battiato, che queste seghe non se le è mai fatte.

Fossati
Ivano Fossati. Perché non raccogliere gli stimoli della sua lectio magistralis?
https://mowmag.com/?nl=1
https://mowmag.com/?nl=1

More

Salerno: “Tiziano Ferro obbligato da Maionchi a non dire che era gay? Falso, lui ci disse...”. E sulla perdita di peso: “Un consiglio per la salute perché…”

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

memoria storica

Salerno: “Tiziano Ferro obbligato da Maionchi a non dire che era gay? Falso, lui ci disse...”. E sulla perdita di peso: “Un consiglio per la salute perché…”

Gianna Nannini, “Sei nell’anima” è un ritorno rock? Non così in fretta: il nuovo album è un viaggio soul nel mistero dell’amore

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Prendete appunti

Gianna Nannini, “Sei nell’anima” è un ritorno rock? Non così in fretta: il nuovo album è un viaggio soul nel mistero dell’amore

Morgan turba il comfort del Concertone del Primo Maggio con l'inedito "Disruptive", l'amarissima filastrocca per malpensanti

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

rutto libero!

Morgan turba il comfort del Concertone del Primo Maggio con l'inedito "Disruptive", l'amarissima filastrocca per malpensanti

Tag

  • Culture

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Tiziano Ferro, BigMama, Lizzo: storie di ciccio*i e ricchio*i (cit. Elio e le storie tese). Ma dov'è il confine tra riscatto e marketing?

di Michele Monina

Tiziano Ferro, BigMama, Lizzo: storie di ciccio*i e ricchio*i (cit. Elio e le storie tese). Ma dov'è il confine tra riscatto e marketing?
Next Next

Tiziano Ferro, BigMama, Lizzo: storie di ciccio*i e ricchio*i...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy