Immaginate di non stare leggendo questa cosa. Immaginate un mondo senza gli smartphone, senza i social network. C'è un saggio di storia ambientale molto famoso, scritto da John Robert McNeill e Peter Engelke, si intitola "La grande accelerazione". Siamo nell'era geologica dell'umanità, l'Antropocene, un periodo in cui non è più la Natura a cambiare il Pianeta, ma è l'attività umana a farlo. La tecnica, per la precisione; e la velocità con cui avvengono, questi cambiamenti, ha preso il ritmo vertiginoso e serrato delle innovazioni. Anche se è capitato senza che quasi ce ne accorgessimo, il mondo è cambiato, e ce ne siamo accorti tutti. Fortunatamente, certi autori hanno saputo fotografare, con i loro libri, l'intero spirito di un'epoca. Jack Frusciante è uscito dal gruppo è uno di questi. Il libro di Enrico Brizzi fu pubblicato trent'anni fa. Ai tempi dell'antropocene, trent'anni sono un'epoca intera, e la storia di Alex e Adelaide, i due protagonisti, appare oggi come la sagoma di un futuro che sarebbe dovuto arrivare, ma che non ci saremmo sicuramente aspettato. "Avevo vent'anni", diceva l'incipit di Aden Arabia, scritto da Paul Nizan, "non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita". Il bello della letteratura: citare un libro per descriverne un altro. Tutto è interconnesso, nel mondo dell'arte, e la potentissima apertura di Nizan apre a un tema che è lo stesso di Jack Frusciante: l'incazzatura ormonale e universale della giovane età. Uscire dal gruppo, uscire dal mondo. E-stasi, stare fuori. Ribellarsi all'ordine costituito. Il protagonista del romanzo di Brizzi, Alex, ha meno di vent'anni. Frequenta il liceo classico, a Bologna, ascolta musica che gli adulti definiscono depravata, è incazzato con un mondo che non lo capisce, e il mondo non capisce lui. È reciproca, la cosa. Questo no, non è cambiato. Era normale, è normale. Il mondo funziona ancora così. Lo scontro generazionale è l'eterno paradosso della rivoluzione che diventa ordine costituito. Amen.
Dov'è allora il cambiamento? Partiamo dalla prima parte del titolo, quel Jack Frusciante che tanto ha ingannato chi all'epoca non conosceva abbastanza a fondo il mondo giovanile. I Red Hot Chili Peppers erano all'apice della carriera. Erano l'inno di una generazione. Il futuro. Parlavano di dipendenze, di sesso, di amore, suonavano vestiti soltanto con un calzino. I giovani hanno sempre bisogno di cattivi esempi, e loro erano maestri in questo. I ragazzi volevano essere come loro, e suonare era il metodo più semplice per avvicinarsi al risultato. Il sottotitolo del libro, non a caso, era proprio "una maestosa storia d'amore e di rock parrocchiale". Le famose sale prove nei saloni degli oratori. Però accadde che il vero Frusciante, John, il chitarrista del gruppo pii figo dell'epoca, uscì dai RHCP, come se il sogno di una generazione fosse segnato dall'abbandono. Fine dei concerti, sostituzione con Dave Navarro. Il mondo cambia. Stava cambiando. Ecco la metafora. Quasi sempre, i cambiamenti sono frutto di un evento traumatico, da cui la crisi del modello precedente. Nel caso di Alex, il protagonista del libro di Brizzi, il trauma è principalmente quello che investe tutti i ragazzi giovani: l'amore. Alex si innamora di Adelaide, e c'è di mezzo la letteratura. Lei si tira indietro, non si lascia andare. Il motivo è un allontanamento. Lei deve partire. In America. Nei primi anni Novanta. Ecco l'abisso del cambiamento. Non eravamo ancora un mondo interconnesso. Non c'era Whatsapp, non c'era Skype, non c'erano nemmeno gli smartphone. Carta, penna, le cabine della Sip, l'immaginazione. Senza sentimentalismi. Era così, non era meglio né peggio, e questo lo si può capire leggendo il libro.
Essere soli contro il mondo. La società la si subisce, ci si scontra, la si accetta, la si odia, la si ama. La libertà e le regole, il gruppo e l'uscita, che non è quasi mai definitiva. Anche quando lo è, il motivo è sociale. È il caso di Martino, l'amico di Alex, che nel libro compie un gesto estremo. Si può davvero uscire dal gruppo? Frusciante ci è rientrato, anche se Alex non lo sapeva. Rimane il fatto che è cambiata la tecnologia, ma i rapporti umani no. E non sarebbe servito a nulla se Alex e Aidi avessero avuto WhatsApp. La distanza è distanza, la carne è carne. La separazione non è colmabile da un palliativo. Questo lo sanno sicuramente anche i diciassettenni di oggi, lo sanno meglio dei vari ministri e psichiatri che pontificano sui ragazzi come se il mostruoso non fosse nella medietà dell'ordine, ma nel disordine degli estremi, senza i quali ogni termine medio non avrebbe senso di esistere. Detto questo, non possiamo che essere contenti e curiosi del fatto che Enrico Brizzi abbia annunciato l'uscita di un sequel per Jack Frusciante è uscito dal gruppo, per capire che cosa siano diventati Alex e Adelaide, nell'epoca della trap e dei booktokers.