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Perché ci sono tutte queste polemiche su Money Road? Ecco perché il programma Sky di Fabio Caressa era un esperimento sociale sul buonismo social e sugli spettatori

  • di Irene Natali Irene Natali

  • Foto di: Ansa

8 luglio 2025

Perché ci sono tutte queste polemiche su Money Road? Ecco perché il programma Sky di Fabio Caressa era un esperimento sociale sul buonismo social e sugli spettatori
Money Road di Sky, condotto da Fabio Caressa, ha devastato il pubblico con una finale che ha messo in scena egoismo e spietatezza. Come cantavano gli Afterhours: “dammi un finale che faccia male”, e se il vero esperimento sociale non fossero stati i concorrenti, ma noi spettatori?

Foto di: Ansa

di Irene Natali Irene Natali

La finale è andata in onda giovedì scorso, eppure siamo ancora qui che ne parliamo: Money Road. Sì lui, il programma di Sky condotto da Fabio Caressa. Lo schiaffone che gli autori ci hanno dato infatti, è stato talmente inaspettato, che se ne sente tuttora l'eco. Se esperimento sociale doveva essere, lo è stato: nessuna consolazione, rivincita delle vittime né infiocchettamenti o retorica spicciola. L'egoismo che vince sulla correttezza e la solidarietà del gruppo, lasciandoci lì davanti allo schermo a dirci che sì, è proprio così che va in questo nostro sciagurato Paese. Niente sentimentalismi nella scrittura o nella conduzione; ai protagonisti i sentimenti. E al pubblico, che infatti i sentimenti ce li ha messi: fastidio e indignazione nel migliore dei casi, giustizia-fai-da-te sui profili dei doppiogiochisti nel peggiore. Nessun giudizio, solo scelte e conseguenze: è stato questo il mantra dell'esperimento sociale di Sky. Scelte, conseguenze, telespettatori: il triangolo no, probabilmente i dodici concorrenti non l'avevano considerato. O forse, lo avevano fatto, ma solo in termini di altri follower e possibilità di pubblicità per il futuro. Invece, dopo l'ultima puntata, s'è capito che le conseguenze a Money Road non ce le avrebbero messe gli autori, ma proprio gli spettatori: perché Money Road non giudica, però il pubblico si. Ricapitolando: due concorrenti, Yaser e Grazia, hanno prelevato il doppio della propria quota dal montepremi finale, lasciando due compagni, Alvise e Danielle, a secco. Quegli stessi compagni che, nel corso dei dodici giorni in Malesia, hanno rinunciato a quai tutto; gli altri intanto, inframmezzavano i trekking con spritz, hotel, serate di lusso, caffè e biscotti, persino messe in piega nella giungla. Chi più puntava a salvaguardare il gruzzolo finale insomma, è chi del gruzzolo ha portato meno a casa. I Pinocchi avevano appena ucciso i grilli parlanti: la maggioranza spendacciona unita contro la minoranza risparmiatrice, qualcuno persino esultando all'idea che una compagna rimanesse a mani vuote.

Money Road
Money Road Ansa

Ad opporsi apertamente a questo andazzo, solo Saveria e Benedetta: gli altri o ridacchiavano o tacevano, di fatto avallando quanto stava accadendo. I concorrenti hanno rispettato le regole, ma a questo punto la domanda è: ciò che è lecito, è sempre giusto? Così i profili social dei protagonisti sono stati presi di mira, sfociando anche in insulti pesanti e minacce, recensioni sui profili delle loro attività lavorative. Con una percezione negativa, cosa assai rara, pressoché unanime da parte del pubblico. Quasi che le persone volessere ristabilire gli equilibri di una scrittura televisiva che, al contrario, si era astenuta dal punire gli infingardi. Un vero e proprio assalto: il programma di nicchia, quello su Sky che tutti commentavano su X e pochi guardavano, era diventato quello che in tanti avevano guardato per il suo epilogo. I concorrenti dal canto loro, a dimostrazione dell'ottimo casting, non sono sembrati troppo avvezzi alle dinamiche del piccolo schermo e della comunicazione. Non solo non avevano probabilmente immaginato l'impatto dell'ultima puntata, ma una volta investititi dalla mole di commenti negativi, è partito il circo di giustificazioni, di allusioni contro Danielle, live; qualche commento compiaciuto o risentito, a seconda del caso, sui profili dei giornalisti. Dimostrando perciò di non conoscere la regola aurea di gestione di qualsiasi crisi.

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Un trucchetto che per semplicità chiameremo la regola dell'opossum, che come quella dell'amico non sbaglia mai: quando pesti il merdone, ti devi fingere morto e aspettare che passi. A meno che tu non abbia una spiegazione a prova di bomba: una reale, tangibile, motivazione. Spiler: ridacchiare o parlare di “giro giusto” quando è chiaro che qualcuno non potrà prelevare la propria quota, così come non essersi opposti, non lo è. Il programma dunque era giunto al capitolo finale giovedì, l'esperimento no: c'era un secondo capitolo, la realtà.

Per cui l'esperimento sociale di Money Road, a questo punto, ha fatto il giro completo: chi si mette dalla parte degli esclusi, degli ultimi, ha finito per fare gruppo contro i villain della situazione, i bulli, che ora si sentono vittime di cyberbullismo. Lasciandoci con un secondo, non meno importante interrogativo: ma se a parole siamo tutti anime rette, tutti pronti a bastonare gli egoisti, ma dove stanno gli stronzi di cui ci lamentiamo tanto? Perché se siamo tanto integerrimi, poi gli stronzi di cui ci lamentiamo vincono sempre? Alla fine l'esperimento sociale di Money Road non erano nemmeno i 12 concorrenti: eravamo noi.

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