Piera Detassis è la prima donna della storia a ricoprire il ruolo di presidente dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello e tra le personalità più influenti del mondo cinematografico. Con un sguardo sensibile sempre rivolto al cinema italiano e internazionale, Detassis ci ha spiegato quali sono, secondo lei, i motivi della “cannibalizzazione” dei film d’autore da parte dei titoli più mainstream: sarebbe tutta colpa di una scarsa o sbagliata promozione. Come si fa a comunicare bene un film d'essai? Se Alice Rohrwacher grazie all’appello condiviso sui social insieme al suo attore protagonista Josh O’Connor è riuscita nel suo intento di riportare la gente in sala a vedere il suo La chimera , Emma Dante con Misericordia è stata decisamente più sfortunata. Ma sarà mica colpa del titolo del film? In effetti Misericordia o Lubo di Giorgio Diritti, non è che siano nomi particolarmente evocativi. La nota giornalista ci ha anche spiegato il motivo del successo di C'è ancora domani di Paola Cortellesi ma anche del discreto apprezzamento del pubblico per Cento Domeniche di Antonio Albanese. Così come ci ha fatto notare che il trend al cinema quest'anno sembra essere proprio l'attenzione verso il sociale e il femminismo: Barbie, Povere Creature (in arrivo nelle sale a gennaio) e C'è ancora domani ritraggono tre donne tutte diverse e rivoluzionarie. E sulle novità che ha introdotto ai David di Donatello 2024...
Di recente sia Emma Dante che Alice Rohrwacher hanno detto che i loro film (Misericordia e La Chimera) sono stati distribuiti per pochissimo tempo in pochissime sale d’Italia, c’è chi parla di “cannibalizzazione” dei film più mainstream e con grandi produzioni rispetto a tutto il resto. Lei cosa ne pensa?
Io credo che si debba ribaltare la situazione e incominciare a cercare un percorso adatto a questi film d’autore - i pubblici sono tanti, non uno solo, e tutti rispondono a una diversa economia - soprattutto per quello che riguarda la comunicazione e la promozione. Se penso a Misericordia - che mi è piaciuto moltissimo - lo spettatore, che potrebbe non conoscere l'omonimo testo teatrale a cui il film è ispirato, può spaventarsi di fronte a un titolo per certi versi impenetrabile. Misericordia come Lubo di Giorgio Diritti, altro film da far rivivere, son titoli che non evocano storie, ma restano “astratti”, un po’ distanti, non hanno lo slancio evocativo, ma anche inclusivo e in prima persona di Io capitano di Matteo Garrone. Se Alice Rohrwacher non avesse messo se stessa, la sua faccia e la propria reputazione internazionale nel ri-lancio del suo film attraverso i social, forse anche la Chimera avrebbe pagato il lato astratto del titolo. Insomma, il lavoro da fare, in questo tempo di implosione comunicativa, è capire come fare per dare visibilità a queste pellicole quando escono, quali strategie seguire e, certamente, lo dico da molto tempo, anche a livello pubblico e ministeriale è necessario puntare su una vera analisi dell’informazione cinematografica e investire anche economicamente sulla comunicazione del cinema. Sarebbe molto importante. Qualche passo indubbiamente è stato fatto, ora però bisogna insistere, è necessario farsi qualche domanda. Servono gli influencer? La gente fa ancora riferimento alle recensioni sui blog di cinema? Che peso ha oggi la critica stampata, contano ancora i giornaloni o è meglio TikTok ? Io credo che siamo in un momento di passaggio cruciale: dobbiamo ancora esaurire il prodotto e i ritardi accumulati durante la pandemia, i film, specialmente quelli italiani e di nicchia vengono comunicati troppo tardi, spuntano come funghi di notte, non c’è tempo per promuoverli, figuriamoci per farli rimanere in sala. Diciamo che sin dall’inizio tutti sanno che devono guadagnare in altri modi, piattaforme, tv, vod ecc. La sala in molti casi è solo un passaggio dovuto e lo si intuisce subito. Tutti lo sentono e il film perde subito valore.
La gente sta tornando nelle sale, un segnale di speranza per il cinema italiano?
Direi di sì, credo si possa parlare di trend positivo al di là del singolo successo registrato dalla Cortellesi. Senza urlare al miracolo, perché il processo è lento, il box office di Natale finora resta quieto, non certo fuochi d’artificio. Se le piattaforme negli anni della pandemia ci hanno aiutato a mantenere alto lo sguardo sui prodotti cinematografici e seriali, alzando anche il livello verso un’ampia distribuzione internazionale, ora è arrivato il momento di tornare nelle sale. Il pregio delle piattaforme è che hanno reso chiaro cosa si può vedere in streaming sul divano e mettere in pausa e cosa invece necessita di una esperienza di visione collettiva, qual è l’opera, l’evento, la fiammata per cui si deve uscire di casa. Io voglio credere che il pubblico stia tornando ad avere la voglia di andare al cinema, certo, con alti e bassi. Poi ci vogliono anche le coincidenze giuste. Il fenomeno Cortellesi, il bianco e nero con uno sguardo ad un passato di ricostruzione e valori costituenti, l’intrecciarsi della visione di una regista con una vera emergenza sociale, il femminicidio e la coscienza della violenza di genere e del patriarcato, ha permesso al film di incassare molto, di entrare nel dibattito pubblico. Insomma, era “il film da vedere”, ma se non fosse stata un’opera bella, sorprendente per linguaggio e insieme popolare, il fenomeno sarebbe stato certamente molto ridotto. I nostri titoli oggi, facciamoci caso, guardano volentieri all’Italia che non c'è, agli anni della ricostruzione del Paese e non solo, siamo bravi a raccontare la Storia, lo testimonia Comandante. Portano tematiche forti, sociali, penso a Cento domeniche di Antonio Albanese ma anche a Palazzina Laf che tratta il caso dell’Ilva di Taranto di Michele Riondino. Un film, oggi più che mai, deve innescare tensione, dibattito e discussione e C’è ancora domani ha fatto tutto questo.
Quest’anno è stato l’anno dello sguardo femminista al cinema, penso a C’è ancora domani ma anche Barbie e il meraviglioso Povere Creature che uscirà a gennaio...
Povere Creature è veramente un film straordinario, innovativo, come pochi. Il regista Yorgos Lanthimos ha sempre realizzato dei "capolavori ribelli", ma qui si è superato, parlando di una donna che non ha memoria e che si deve reinventare, ripartendo da zero senza tabù, senza considerare le convenzioni della società, una sorta di creatura di Frankestein al femminile. È un film che cambia lo sguardo sulle cose. Anche i costumi meriterebbero una riflessione, penso alla rielaborazione della crinolina del Settecento e ai riferimenti alla moda destrutturata, materica, di oggi. E poi quella trasgressione che attraversa tutto il film, la conquistata femminilità, la scorrettezza che diventa linfa vitale per la donna. In C’è ancora domani, Povere Creature, Barbie abitano tre donne forti, diversissime e ribelli che vivono la loro vita e le proprie sofferenze “a ritmo di musica”. Perché, ci faccia caso, in ognuno di questi film c’è spazio per la danza, il balletto, la coreografia anche nei momenti più oscuri, persino macabri come nella scena in cui Ivano (Valerio Mastandrea) esercita violenza su sua moglie Delia (Paola Cortellesi) o in quella iconica in cui Barbie proprio mentre balla divertita con le sue amiche si interroga sui “pensieri di morte”. E, ancora, penso alla meravigliosa sequenza di Povere Creature in cui Bella (grandissima Emma Stone) si lascia andare a una danza fuori dall’ordinario, magica e goffa con Duncan.
Lei è la sesta (e prima donna) presidentessa dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello. Ci può raccontare quali novità possiamo aspettarci nella prossima edizione 2024?
Già dal mio primo mandato nel 2018 il mio intento era quello di instituire un premio per le giovani generazioni e quest'anno finalmente ci siamo riusciti. Abbiamo premiato Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello. Sono loro, tutti under 28, gli interpreti che portano a casa il nuovo riconoscimento David Rivelazioni italiane - Italian Rising Stars, voluto dall’Accademia del Cinema italiano - David di Donatello inaugurato sotto l’egida del Ministero della Cultura e in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana. Il premio è stato assegnato in una serata speciale a Firenze al Museo del Bargello, sotto la statua bronzea originale del David. L'aspetto a mio avviso più interessante di questo premio risiede nel fatto che ciascuno dei prescelti seguirà un percorso di formazione di un anno in cui si interfacceranno con grandi nomi dello spettacolo e dell’arte: Jasmine Trinca, Paolo Mereghetti, Elisabetta Sgarbi, Nicoletta Maraschio, Arturo Galansino, Francesca Medolago Albani per Anica Academy e molti altri ancora. Per arrivare alla rosa dei finalisti l’Accademia dei David ha lavorato in grande serietà con l’Unione Casting, l’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana e le associazioni degli agenti. Nel corso del 2023, inoltre, abbiamo anche istituito una nuova categoria nei premi principali: la Notte dei David riconoscerà infatti il Miglior Casting, mestiere a mio avviso sempre più determinante per creare collaborazioni inaspettate, cinema giovane e diverso, nuovi interpreti.