Sul Corriere della Sera, il critico Aldo Grasso ha proposto un accostamento piuttosto curioso e provocatorio tra due grandi nomi del mondo dello spettacolo e cinema italiano. Parliamo di Piero Chiambretti e Pupi Avati. Cosa c’entrano l’uno con l’altro? Secondo Grasso, ciò che li accomuna sarebbe “quell’essere dolenti” nonostante le evidenti differenze di percorso e di linguaggio artistico.“Entrambi amano la figura dell’emarginato”, affonda il critico, ma mentre “Chiambretti è sempre a galla, come il sughero”, Avati ha realizzato ben “52 film: non pochi per un discriminato”. Grasso sottolinea come entrambi continuino a lavorare “con grande sollecitudine non sempre premiata dai risultati” e, riga dopo riga, ci va giù ancora più pesante. Senza indugi: “S’inventano dei nemici immaginari che sono la causa dei loro mancati successi”. Il critico prima di passare all'analisi del programma televisivo di Chiambretti specifica di volersi fermare qui con il confronto tra i due artisti, “anche perché non si può mai essere sicuri”.

Nel mirino della rubrica A fil di rete a cura del critico finisce anche il nuovo programma di Chiambretti su Rai3, Donne sull’orlo di una crisi di nervi, definito come un format che “accumula, ammassa, affastella”, lasciando trasparire – a giudizio di Grasso – un certo disordine narrativo: “Molto spesso è difficile trovare un filo conduttore, qualcosa che sia di sollievo contro il tedio del metodo usato, cui manca sempre un senso”. Pur riconoscendo i momenti brillanti, come “i cinque divertenti minuti iniziali di Vittorio Feltri, ormai privo di freni inibitori”, Grasso evidenzia un cast variegato e spiazzante, composto da Rosy Bindi, il direttore di Famiglia Cristiana don Stefano Stimamiglio, Asia Argento, Michela Giraud, Francesca Pascale e Alessandro Ciacci nei panni di un “sociologo”. Non mancherebbero secondo l'esperto anche riferimenti al recupero di “una vecchia idea di Fabio Fazio”, ovvero i collegamenti con corrispondenti esteri previsti nel programma televisivo, come Gennaro Sangiuliano da Parigi, Nicoletta Manzione da Londra e Claudio Pagliara da New York – quest’ultimo menzionato anche per un futuro incarico all’Istituto Italiano di Cultura di New York e per i suoi “evitabili interventi su Puff Daddy”. L’articolo firmato sul Corriere si chiude con una nota ironica e quasi criptica: “C’è qualcosa che accomuna Piero Chiambretti ad Alba Parietti…”, lasciando spazio a libere interpretazioni del lettore. Cosa avrà voluto dire?
