Quando dici “883” tutti pensano subito a Max Pezzali. Ma Mauro Repetto è stata l’altra anima dell’iconico duo fondato a Pavia alla fine degli anni ottanta. L’autore, che sembrava “scomparso” per un periodo, è ripartito con “Alla ricerca dell’Uomo Ragno - La storia degli 883”, un one man show che ripercorre la storia del gruppo, ambientandola nel Medioevo. Ma soprattutto, i protagonisti di questo spettacolo sono realizzati con l’intelligenza artificiale. Così, sul palco, non appaiono i veri Max Pezzali, Claudio Cecchetto e gli altri protagonisti della storia degli 883, ma i loro ologrammi.
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“L’IA deve essere utilizzata con le nostre idee, non dobbiamo essere i suoi schiavi” ha raccontato Mauro Repetto in un’intervista a Repubblica. “Poi non ho resistito all’idea di vedermi ventenne”. Ma cosa ne pensano Cecchetto e Pezzali? “Ho sentito Cecchetto, era tranquillo. Con Max non saremo mai colleghi, siamo compagni di banco. Abbiamo parlato dello spettacolo in generale. Non riusciamo a fare discorsi seri”. E ha concluso: “Gli ho fatto vedere una prova con una ragazza che mi calpestava, abbiamo riso tantissimo, è il nostro spirito”.
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Ma com’è, oggi, il rapporto tra Max Pezzali e Mauro Repetto? “Non parliamo di lavoro, non ci chiamiamo per Natale, ma siamo legatissimi” ha raccontato l’ex 883. E sui possibili screzi negli anni con Pezzali, Repetto ha raccontato: “L’unica volta che sono stato un po’ stronzo fu in un hotel a Castrocaro. Siamo saliti nelle camere con delle ballerine. Sentivo rumore e gli ho urlato ‘non fate casino’. Lui è andato nella vasca da bagno con la ragazza. Anni dopo mi sono scusato e lui mi ha detto: ‘In effetti le vasche a Castrocaro fanno caga*e”. E sulla fine degli 888, Mauro Repetto ha raccontato a Repubblica: “Avevo voglia di andare in America da quanto ero bambino. Volevo andare a Los Angeles, scrivere, fare cinema, teatro. Quello che avevamo fatto con gli 883 era bellissimo, ma l’avevamo fatto. Avevo l’American Dream”.
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