Daniele Capezzone, il direttore editoriale di Libero, apre la sua rubrica “Occhio al caffè”, la rassegna stampa politicamente scorretta, esprimendo un concetto che probabilmente molti possono condividere. Difficile non condividere le sue parole quando dice che: "Ci inchiniamo a sua maestà Sanremo. Inizia oggi questa rottura di coglioni che dura cinque giorni, ci arrendiamo e sopportiamo tutto. Però per favore i comizi no, la rieducazione no, i sermoni no. Non ci fate le prediche e, per piacere, cerchiamo di evitare le cose dell'anno scorso: Amadeus, i trattori, il conduttore che diventa commissario della Repubblica, il palco di Sanremo che detta l'agenda a governo e Parlamento. Ci rompete i coglioni per cinque giorni, ma almeno niente rieducazione". Poi, inevitabilmente, arriva il capitolo antifascismo, un must da quando c’è la destra al Governo, e che secondo Capezzone ormai non può mancare neanche a Sanremo: “Le prime avvisaglie della valanga Sanremo. E che non ce lo metti un po’ di antifascismo pure nella conferenza stampa di presentazione? Ieri a mezzogiorno schierati Carlo Conti con Gerry Scotti e con coloro che animeranno la prima serata, e che cosa domanda l’inviato di Dagospia? ‘Siete antifascisti?’”.
![Carlo Conti durante la conferenza stampa](https://crm-img.stcrm.it/images/42405277/2000x/20250211-132236691-1650.jpg)
“Come fai a presentare Sanremo se non presenti la certificazione antifascista? Gerry Scotti risponde subito con i parenti fucilati, Carlo Conti, oltre a dire ‘ovvio’, aggiunge che si trattava di una domanda anacronistica. Ma poi il furbo fiorentino tira fuori un nuovo nemico: oggi lo preoccupano altre cose, i satelliti. Il pericolo è Musk. Bisogna essere anche anti-muskisti, non solo antifascisti” conclude, tra sarcasmo e provocazione. Ma l’analisi di Capezzone non si ferma al Festival. Il giornalista passa poi a un altro tema caldo: la Corte Penale Internazionale e il caso Almasri. “Ti ricordi che qualche giorno fa la Cpi aveva detto che no, non c'erano 'al momento' indagini in corso sull'Italia per il caso Almasri? E infatti quattro giorni dopo viene fuori che il fascicolo è stato aperto”. Poi arriva la questione del Giorno del Ricordo e il silenzio istituzionale sulle foibe, accompagnato da una serie di atti vandalici sui monumenti commemorativi. “Ieri, al Quirinale, il presidente Mattarella ha tenuto un discorso molto buono, non trascurando di sottolineare le responsabilità dei comunisti titini”. E qui, secondo Capezzone, si verifica la solita dinamica: “Dopo il discorso del Capo dello Stato, anche a sinistra hanno dovuto fare dei comunicati. La Schlein, la Braga, ma senza mai illuminare le responsabilità comuniste. Un classico della storia: quando una strage è fatta da fascisti ci sono nome, cognome e indirizzo. Quando è fatta dai comunisti, sono le grandi tragedie della storia, bisogna ricordare, bisogna capire”. Come dargli torto...
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