Ieri sera è toccato a Capo Plaza di calcare il palco del Forum di Assago per la sua prima volta in un palazzetto. Per l’occasione ha scelto come scenografia una vera e propria installazione, un’opera d’arte digitale, dove schermi e luci ricreavano animazioni tridimensionali. Immagini didascaliche che ben si appaiavano al contenuto dei brani, come una cascata d’acqua durante “Acqua passata”, che alternava il senso di percorrenza, dall’alto al basso e viceversa, sfidando la forza di gravità. La morfologia della struttura scenica ha permesso una maggiore capienza del Forum e la possibilità per Plaza di essere letteralmente circondato dal suo pubblico. L’entrata non poteva che avvenire sul suo pezzo più iconico “Giovane Fuoriclasse”, con cui si è conquistato lo status che tutt’ora ricopre e che espone bellamente appeso al collo, come ogni rapper che si rispetti. La sua figura esile arricchita solo da questo pendente circolare illuminato dai giochi di luce si staglia su un palco pulito di cui è il solo padrone. Luca però, così all’anagrafe, non è un intrattenitore e lo dice, “non sono uno che parla tanto, anche sui social, preferisco fare” e poi ringrazia per venire compreso, perché se “”Capo Plaza esiste è grazie a voi”. Infatti, le interazioni con il pubblico non sono verbali, ma l’attenzione che gli riserva prende altre forme, come quando blocca la musica per avvisare che c’è bisogno di assistenza nel par terre e nell’attesa firma una maglietta a un fan che faceva il compleanno. Dopo aver cantato tutte e quattro le canzoni della saga “Allenamento” con la stessa agilità di un atleta, inizia la sfilata degli ospiti a cominciare da Villabanks, che non aveva mai sperimentato la platea del Forum.


Seguono poi Emis Killa, per la sua prima apparizione pubblica dopo l’annuncio del ritiro dal Festival di Sanremo, Artie 5ive, Rhove, Drefgold, Tedua, Tony Effe e Lazza, che solo una settimana fa era al posto di Capo Plaza. Quando arriva Noyz Narcos, Plaza ci tiene a omaggiarlo dichiarando pubblicamente che è stato tra i suoi riferimenti più grandi e lui contraccambia la stima, saldando il legame tra due generazioni di rapper. Dopo l’ultimo brano, il bis di “Giovane Fuoriclasse” gridato da tutti i presenti mentre Capo Plaza è insieme al produttore Ava sotto una pioggia di fuochi artificiali, compare sul ledwall la scritta “Hustle Mixtape vol.2”, anticipando l’imminente uscita del nuovo progetto. Nella folla in coda per uscire, dominata da ventenni e adolescenti, un ragazzo si lamenta perché si aspettava qualche ospite in più, come se i nove artisti che lo hanno affiancato non fossero stati abbastanza o abbastanza rinomati. La verità è che la generazione cresciuta a pane e Tik Tok è abituata al meccanismo del consumo delle sensazioni più che del godimento, scambiando un sano edonismo con un tossico sensazionalismo. Anche un concerto è ridotto a un feed da scrollare in attesa di qualche sorpresa, neanche così imprevedibile, rinunciando alla priorità della presenza in favore di quella del ricordo. Eppure, la passione è dirompente, guardano Capo Plaza con ammirazione e conoscono a memoria tutte le parole. Si vede che Luca è una voce per quelle persone, anche se parla poco, perché come si suol dire, less is more.

