Alla fine, nella lotta tra Striscia la Notizia e Affari Tuoi, ne è uscito vincitore solo uno: La Ruota della Fortuna. Come vi abbiamo già raccontato infatti, l'inserimento del game show condotto da Gerry Scotti ha avuto conseguenze non solo sul palinsesto di Canale 5 ma anche su Rai 1, dove i pacchi di Affari Tuoi hanno perso la leadership nella fascia dell'access prime time dopo un'annata di successo incontrastato. Ma se a Rai 1 i pacchi soffrono, è in casa Mediaset che l'aria è più pesante che mai. Al centro del contendere, uno dei suoi programmi di punta: Striscia la Notizia, la creatura di Antonio Ricci. Se inizialmente il ritorno del bancone era slittato da settembre a novembre, da quanto risulta a MOW, Striscia la Notizia per ora è cancellata.

Dopo aver visto i primi risultati della Ruota acchiappatutto, il ritorno del programma di Antonio Ricci era slittato a novembre. Nel frattempo, si sono rincorse ipotesi e voci: Striscia nel fine settimana, Striscia su Italia 1 alle 20.00. Ad oggi però, la situazione non è stata risolta. Del resto, a chi l'aveva guardato con attenzione, l'ingresso di Pier Silvio Berlusconi nello studio della Ruota, era sembrato più di un attestato di stima nei confronti di Scotti. L'ad Mediaset aveva ripetuto che impresa avesse compiuto la Ruota, quanto sembrasse impossibile: ma l'impresa era, appunto, riprendere il pubblico che aveva abbandonato la rete in quella fascia oraria. E in quella fascia, guarda un po', andava in onda proprio Striscia. Poi, lo scorso 5 settembre, Adnkronos ha ripreso le parole dell'inviato Gimmy Ghione nel corso di un incontro a La Spezia: Striscia tornerà in onda la seconda settimana di novembre, per essere di nuovo dalla parte del cittadino. Parole quelle di Ghione, che una volta pubbliche avrebbero scatenato un terremoto dentro Mediaset. Sia Publitalia che dirigenti di Fascino, la società di produzione di Maria De Filippi, ed Endemol si sono sollevati contro la decisione di riconfermare il programma. Publitalia perché, ovviamente, preferisce vendere gli spazi pubblicitari dentro La Ruota della Fortuna, attestatasi ben oltre il 20% di share, laddove Striscia nella scorsa stagione era crollata persino al 12-13%. I dirigenti di Endemol e Fascino perché, ovviamente anche per loro, preferiscono che ad anticipare le loro trasmisioni in prima serata ci sia il prodotto che porta la maggior quantità di spettatori. Tra parentesi: Endemol produce anche La Ruota della Fortuna insieme a RTI, la società di Mediaset, perciò oltre ai numeri c'è anche un conflitto d'interessi sulla questione.

Da quanto appreso da MOW, confermato da almeno due fonti diverse e indipendenti, si sarebbero svolti diversi incontri riservati con dirigenti delle case di produzione: nel corso di questi incontri, sarebbe stato comunicato che Striscia al momento non è più presente nei palinsesti. Sarebbero state vagliate alcune soluzioni alternative, ma tutte bloccate sul nascere. Ad esempio di collocarla su Italia 1 alle 20.00, ma nella “rete giovane” la proposta sarebbe stata osteggiata al costo di “O noi o il gruppo di Ricci” dal fondatore di un altro programma molto pesante sulla rete. In alternativa, si era pensato di offrire a Striscia lo slot in prime time della domenica sera, ma anche qui Pubblitalia si è opposta, prevedendo un disastro in termini di raccolta pubblicitaria e di share. Ora si attende la telefonata tra Pier Silvio Berlusconi e Antonio Ricci. Nel frattempo, quel che è certo è che lasciando La Ruota della Fortuna al suo posto, visti i dati che sta tuttora ottenendo, si risolverebbe in maniera definitiva il problema degli ascolti non solo nella sua fascia, quella dell'access prime time, ma anche della prima serata. Un traino forte porta pubblico, uno debole no. In una tv commerciale com'è Mediaset, questo più che un elemento cruciale, è fondante per poter vendere gli spazi pubblicitari. Inoltre, senza Striscia, l'azienda del Biscione torna ad essere competitiva nei confronti della Rai che, nella passata stagione televisiva, ha vinto le serate senza troppa fatica grazie al traino di Affari Tuoi. I più maligni infine, potrebbero anche pensare che l'idea di un Antonio Ricci messo all'angolo, non sia così mal vista all'interno dell'azienda: la “punizione” dopo anni di indipendenza,

La questione però non è solo Striscia si /Striscia no: ci sono 150 collaboratori in ballo, tutti in balìa dell'incertezza e di una situazione poco chiara che li danneggia professionalmente. Gente che per anni ha lavorato al programma, si ritrovrebbe improvvisamente non solo senza lavoro, ma anche impossibilitata a trovarne altri: come farlo, se non sono stati avvisati per tempo? Persone e vite che meriterebbero rispetto. Così come meriterebbe rispetto un pezzo della cultura pop e del costume di questo Paese, alla luce pur di tante battaglie combattute negli anni dal tg satirico: dalla lotta a maghi, truffatori, guaritori alla denuncia del gioco d’azzardo, dai casi Wanna Marchi fino ai clamorosi fuorionda sessisti del compagno dell’attuale premier Giorgia Meloni. Davvero finisce così, nel silenzio, un pezzo di storia della tv?
