un'estensione di “Imma stunt”, l'inedito che li ha portati a classificarsi al secondo posto a X Factor 2024. Sono gasati, hanno voglia di comunicare e sono bravi a farlo. Zo Vivaldi (Lorenzo Caio Sarti) alla chitarra e voce, Moonet (Simone Colombaretti) al basso e Farina (Emanuele Farina) alla batteria hanno voglia di stupire. Glielo impone l’età, ma soprattutto un’idea di musica bizzarra e ambiziosa, piacevolmente dissonante rispetto al “suono medio” – se esiste, qualcosa di simile – che pare rappresentare la Gen Z. Le domande sono tutte collettive, loro rispondono quasi insieme o passandosi il microfono come gli mc di un vecchio block party. “Siamo Adhd (è la sigla inglese che connota il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, nda), non rimaniamo quasi mai fissi su una cosa sola”.Che caos, gli Stunt Pilots. Simpatici, diretti, acuti. Ed è uscito per Island Records/Universal Italia, su tutte le piattaforme digitali, “The Takeoff”, il nuovo ep.
In che senso “Adhd”?
“Svariamo molto, e in velocità. Entro il recinto delimitato da alcuni paletti (l’anima pop con le melodie che ti arrivano in faccia, il funk, il country, la trap), nella nostra musica accade di tutto. Noi siamo i Led Zeppelin, i Black Sabbath e Disney Channel. Le nostre ossa sono rock, la carne è pop e trap”.
Rock per la generazione di TikTok?
“Perché no?”.
Suonate freschi, vitaminici. Incasinati e non immediatamente facili da decifrare.
“Siamo positivi. Rispetto al futuro, a ciò che ci aspetta”.
Molti vostri coetanei, viceversa, sono più negativi, figli di un “no future” esistenziale che sembra parte di un dna. Che vi è successo?
“Siamo in tre e funzioniamo come una band di amici. Affrontiamo tutto insieme, sostenendoci. Comprendiamo il mood dei nostri coetanei, ma la nostra positività è frutto di una reazione. Nei nostri pezzi si percepisce, di fondo, una lotta, la presenza di qualcosa che fa attrito. Però in tre reagiamo, crediamo in noi stessi e spacchiamo tutto. “Stuntiamo”, per dirla all’americana: arriviamo con fiducia, senza timidezza.
“Stuntate”?
“Sì, tutti insieme. Facciamo le cose tutti insieme. Le produciamo insieme”.
Avete trascorso tanto tempo a Berlino. Quanto è figlia della Berlino techno questa manciata di nuove canzoni?
“Di quella Berlino, poco. C’è il lato rock di Berlino. Nei club techno siamo andati un paio di volte e uno di noi si è pure addormentato. Non che fossimo annoiati, eh, eravamo solo stanchi. Però è la Berlino rock, senza dubbio, che prevale. Che oggi forse è più nascosta. Busking nei parchi, cerchi di percussioni. C’è molto Treptower Park”.
Avete mai avuto la sensazione che questa vostra voglia di libertà, così poco devota a chiari riferimenti statici, possa irrigidire i duri e puri?
“Assolutamente sì. Spesso finiamo un concerto e qualcuno ci dice: tutto bene, eh, ma l’autotune non si può sentire. Noi facciamo scelte che nascono dalla nostra voglia di volare, di gasarci. Capiamo che ad alcuni possano andare giù storte. Può essere, talvolta, anche una semplice questione di gusti (e intanto salutano il videomaker Davide Papadia, che li ha raggiunti, nda). Già che ci siamo, visto che con noi c’è anche Davide, segnaliamo che i pezzi dell’EP sono stati prodotti da Foi, mixati da GodFather666 e scritti con SwimSoul. Noi, Davide e Foi facciamo parte di un collettivo che si chiama Loggia West Milano”.
C’è più Milano che Berlino, forse, nelle vostre nuove canzoni.
“C’è tanta Milano”.
Se c’è una ribellione, nella vostra musica, a cosa vi ribellate?
“Contestiamo il vivere con il pilota automatico. È facile adagiarsi, impaludarsi. Noi sfidiamo la comfort zone, che può essere una gabbia”.
Siete in tre come i La Sad. Qualche livello di parentela?
“Nessuno. Sono in tre come noi. Somigliamo forse più ad Aldo, Giovanni e Giacomo, o a Pippo, Topolino e Paperino, che a loro”.
Avete iniziato l’intervista calando due nomi da novanta: Zeppelin e Sabbath. Ascolti più oscuri che vi hanno formati?
“Noi andiamo dalle pop-pate più estreme, cose alla Max Martin e Ryan Tedder fino a gente che in genere fa l’esatto opposto, tipo Jay Dawson e Teezo Touchdown. Ci piace anche tanto indie-rock, tipo The Night Game o 1975. Per non parlare di Snarky Puppy o Parcels, cose un po’ più nerd”.