“Lui è Charles Schwab, non è solo un’azienda ma un individuo. Oggi ha guadagnato due miliardi e mezzo”: è bastata questa frase pronunciata da Donald Trump nello Studio Ovale, per scatenare il caso. Il video di appena 13 secondi pubblicato su X da Margo Martin, consigliera per le comunicazioni della Casa Bianca, mostra Trump intento a presentare i piloti Nascar al fondatore della Charles Schwab Corporation, uno dei più grandi colossi del brokeraggio e dei servizi finanziari. Il contesto? Pochi giorni fa, il 9 aprile, Trump aveva promesso una moratoria di 90 giorni sui dazi (Cina esclusa), facendo volare Wall Street. Ma prima ancora che il mercato impazzisse, lui già elogiava i miliardi guadagnati da Schwab e dal leggendario Roger Penske, rispettivamente 2,5 miliardi e 900 milioni di dollari. Penske è una leggenda del motorsport, imprenditore e proprietario del circuito di Indianapolis. Inoltre, è il patron del team Penske, tra le scuderie più vincenti di sempre della IndyCar. Il problema? Che quelle parole, quell’annuncio e quei guadagni stanno facendo sorgere più di un sospetto di insider trading, cioè l’utilizzo di informazioni non pubbliche ai fini di ottenere vantaggi finanziari.

L’ex presidente della commissione intelligence, il democratico Adam Schiff, ha subito invocato un’inchiesta. E non è il solo: sei senatori guidati da Elizabeth Warren hanno firmato una lettera per chiedere alla Sec (l’ente di vigilanza delle borse) un’indagine ufficiale, e quattro di loro hanno coinvolto anche i procuratori generali statali. E il post su Truth Social? Pochi giorni prima del grande rimbalzo di Wall Street, Trump scrive: “Questo è un momento fantastico per comprare!”. Un messaggio che ora suona quasi come un’anticipazione sospetta. Nel frattempo, Schwab si gode il suo posto nello Studio Ovale accanto ai piloti Nascar.
