C’è stato un festival, sì, si chiamava Goga Film Fest. O meglio, c’era già stato mesi fa, ma il 16 luglio si è tenuta una sorta di serata spin-off, un intermezzo tra la passata e la futura edizione. L’evento è stato organizzato da e con Zalib nel cuore di Trastevere. Nella prima parte della serata sono saliti sul palco Ludovico Bessegato (Skam Italia, Prisma), Ludovico Di Martino (Skam Italia, La Belva, I Viaggiatori) e Tiziano Russo (Skam Italia, Fatti Vedere). Un incontro a più voci sul fenomeno Skam Italia, sul suo legame con la versione norvegese e sull’importanza che ha avuto per tanti ragazzi e ragazze, che grazie a quella serie si sono sentiti ascoltati, compresi, meno soli. Ma non solo: il dialogo si è allargato al confronto tra generazioni, al fare cinema oggi in Italia, e alla necessità di raccontare storie che parlano davvero a chi ha sedici o diciotto anni. Come nasce un format seriale che, ancora oggi, continua a parlarci così profondamente? Con un autobus. O meglio così era partito in Norvegia, l’obiettivo per quei protagonisti adolescenti era “fare il bus” – un vero e proprio rito di passaggio, simbolo di libertà, festa e crescita. Un mezzo con cui distruggere tutto, in un certo senso, età compresa. “Quella era la spinta sociale di Skam,” è stato detto durante l'incontro da Zalib. Ma in Italia? La versione di Bessegato si allontana da quel modello, si reinventa. Cambiano i riferimenti, cambiano i codici, ma resta vivo il desiderio di cercare qualcosa: un simbolo, un oggetto, una tensione verso il futuro.

I personaggi delle varie stagioni di Skam Italia sono sempre in cerca di un senso, di un luogo, di qualcuno da amare o da cui fuggire. Di libertà come Sana ed Elia, che cercano di essere se stessi, di capire l'amore come Eleonora, eccetera, eccetera. Bessegato seguito da Di Martino e Russo, hanno costruito una narrazione tutta italiana, fedele ai sentimenti e ai pensieri dei ragazzi. “Penso che ogni generazione adulta guardi agli adolescenti con un certo distacco, come se fossero alieni. Ma la verità è che quello che fanno loro oggi, lo facevamo anche noi, solo in forme diverse,” ha detto uno dei registi. E forse è proprio questa la forza di Skam: mostrarci che, al di là del tempo e dei mezzi, alla fine le emozioni restano sempre le stesse. Siamo uguali, eravamo uguali, gli incubi e i desideri si somigliano, e noi anche.

