Ultimo, numeri alla mano, è un fenomeno di proporzioni colossali. Il suo successo è trasversale: amato da un pubblico eterogeneo, è in grado di registrare sold out consecutivi e di vendere oltre 100.000 biglietti in soli trenta minuti per il tour del prossimo anno. Questi dati lo rendono potenzialmente l'erede di una leggenda che di stadi continua a farne da 72 anni. Vasco, protagonista di una vita spericolata, e Ultimo, spesso in conflitto con la stampa che continua a sottovalutarlo, rappresentano due facce della stessa medaglia. Marchiato dalla sua esperienza a Sanremo dove si ribellò ai giornalisti, che lo relegarono al secondo posto, dietro Mahmood. Una dinamica che quest'anno ha visto protagonista Geolier, vincitore per il voto popolare e poi superato da Angelina Mango grazie alla sala stampa.
Tuttavia, a differenza del rapper di Secondigliano, con cui ha anche collaborato, Niccolò Moriconi non ha mai abbassato i toni. Re del popolo e osteggiato da una certa élite, ricorda il signor Rossi che, negli anni ‘80, pagò il prezzo di essere diverso, arrivando ultimo a Sanremo ma primo nel cuore di tanti. Quella volta, nel 1982, con “Vado al massimo”, il rocker di Zocca non risparmiò una frecciatina ai giornalisti che non sempre erano benevoli con lui: “Meglio rischiare, che diventare come quel tale, quel tale che scrive sul giornale...”. Storie che si ripetono. Generazioni diverse, generi differenti, ma un pubblico ugualmente appassionato.
Vasco è il simbolo indiscusso del rock italiano, mentre Ultimo, il 28enne di San Basilio, rappresenta una nuova forma di melodia adatta ai nostri tempi. Le teenager impazziscono, le mamme si commuovono, e i vip si schierano in prima fila. Ciò che li accomuna, quindi, è la capacità di smuovere le masse, grazie non solo alle loro canzoni, ma anche alla forza comunicativa che supera l'apprezzamento artistico. Entrambi hanno creato un mondo in cui il pubblico può identificarsi. Chi vuol capire Ultimo e la sua forza, deve andare ai suoi concerti, che sin dall'attesa sono diventati delle vere e proprie messe laiche. Inoltre, il suo forte legame con Roma, così come Geolier con Napoli, non è casuale. Il successo di entrambi è legato anche alle loro città. A chi si indigna, basta ricordare che il Kom ha più volte espresso apprezzamento per il giovane Nicolò, perché la storia si può scrivere a più mani.