Liberi, fedeli, ultrà, lo sbarco al Meazza del popolo di Vasco è in pieno atto. Siamo solo alle prime due delle sette date sold out che vedranno il Kom esibirsi nella scala del rock. Si replica l'11, il 12, il 15, il 19 e infine il 20 giugno. Poi Mr. Albachiara si sposterà a Bari con altre quattro date (il 25, il 26, 29 e 30), allo stadio San Nicola, anche queste esaurite da tempo. Su IG scrive: “San Siro è casa”. La prima volta nel tempio del calcio per lui è stato il 10 luglio 1990. Sette San Siro nello stesso mese, trentasei in carriera, è una celebrazione, come lo è stata la pergamena appena consegnata dal sindaco Beppe Sala. Oggi ci racconta come si fa la storia Diego Spagnoli, dal lontano 1982 stage manager (direttore di palco) di Rossi...
Sette San Siro tutti esauriti, un'incoronazione...
Occupiamo lo stadio per 20 giorni, e facciamo le cose in grande, con un palco a V, effetti speciali, e una scaletta di 31 canzoni (24 intere e un medley). Una novità è l'ingresso di Donald Renda nella band (notizia data in anteprima da MOW) che sostituisce alla batteria Matt Laug (impegnato con gli AC/DC). Sebbene sembri quasi routine, la trasferta a Milano è un evento eccezionale. Passano gli anni, ma Vasco non passa mai. È tanta roba.
Come resiste a tanti concerti di fila?
L'età avanza, ma Vasco si tiene in forma. Ha tanta responsabilità nei confronti del pubblico, ma anche della sua salute, cosa che in passato trascurava. La musica lo tiene in riga. E a dirla tutta, la sua ragione di vita sono i concerti, non potrebbe vivere senza.
Si avverte la pressione di far parte dello staff di una rockstar?
La mia carriera ha preso il via con Vasco, accanto a lui, e il suo pubblico. Ormai sono abituato, e la vivo con serenità, ma posso assicurare che se le cose non vanno come dovrebbero, mi sentono tutti (ride).
Sul palco viene dato spazio anche agli emergenti: 11 selezionati avranno l'opportunità d'esibirsi prima dei live di Milano e Bari.
Sì, Vasco cerca talenti. È così che è nato il Festival Zocca Città della Musica, un concorso canoro, nel teatro del famoso ’paesello’, il cui obiettivo è offrire ai finalisti l'opportunità di aprire le date del tour. È come regalare un sogno, che condivideranno con gli allievi della scuola di musica intitolata a Massimo Riva, Raffi (al secolo Raffaella Pierattoni) e Denise Faro, che proporrà anche Libera se mi va, scritta dallo stesso Rossi.
Incontra i fan dopo i concerti?
Sì, e non si risparmia mai. Di solito si trattiene nel camerino fino alle due di notte per firmare autografi e fare due chiacchiere. E devo dire, nostro malgrado, perchè finchè non esce, non si smonta (ride).
Le prime file ormai le conoscete. Si accamperanno almeno un paio di notti prima.
Sono affezionati. Ma posso aggiungere una cosa?
Ci mancherebbe.
Tra quelli in prima fila, ci sono anche i prepotenti. Persone convinte che quel posto gli spetti di diritto, e non esitano a ottenerlo anche con violenza. Di conseguenza, non sono rari gli episodi antipatici. Purtroppo non c'è molto da fare, non posso mandarli via, spero che prima o poi si stanchino da soli.
C'è chi paragona Ultimo a Vasco...
È comune fare raffronti con altri artisti. “Quello sarà l'erede” - si dice - ma ogni artista ha la sua unicità. Al giorno d'oggi i paragoni si fanno solo coi numeri, ma chiunque tenti di eguagliare Vasco, che sia Ultimo o chiunque altro, rimarrà sempre un passo indietro. Vasco è stato l'apripista, ed è questa la cosa più complicata. È lui il numero uno.
È vera la rivalità con gli altri cantanti? Si è detto di Ligabue, ma anche Grignani.
Non c'è competizione, sono questione sollevate dai fan, specie con Luciano. Gianluca poi, l'aveva preso sotto la sua ala, vedendo tutto il suo potenziale. Peccato che sia perso nei meandri dei paradisi artificiali.
Conti farà carte false per averlo a Sanremo. Quante probabilità ci sono?
C'è un cambio della guardia adesso, tutto è possibile. Ma Vasco non ha bisogno di Sanremo, semmai Sanremo ha bisogno di Vasco (ride).
Come spiega la sua eccezionalità nel mondo della musica?
È come assistere a una magia. Le sue canzoni non seguono le mode del momento e continuano a incantare anche le nuove generazioni.
Detto tra noi, dopo il record a San Siro, ci sarà il Maradona, nel 2025?
È troppo presto, non si sa ancora. Dico solo: tenetevi pronti!
Di sicuro dopo Vasco l'aspetta Taylor Swift.
È una soddisfazione essere richiesti dalle produzioni internazionali. Lo scorso anno l'ho fatto con Bruce Springsteen, quest'anno è il turno della Swift, con cui sarò di nuovo a San Siro per dare il mio servizio.