La Fondazione museo Alberto Sordi in via Claudio Marcello a Roma riapre (finalmente) le sue porte al pubblico per la mostra "Alberto Sordi e il suo tempo” che celebra i vent’anni della scomparsa dell’attore più amato d’Italia (e non solo). Sordi che si sentiva “del” suo pubblico aveva scelto già anni prima di morire di far diventare casa sua un museo, per mostrarla alla sua gente. L’esposizione che è il racconto di un destino incrociato tra i fatti d’Italia e quelli personali di Sordi, è stata allestita all’ingresso della villa, prosegue poi nel corridoio e si conclude nel teatro. La casa delle meraviglie che inizialmente doveva appartenere a Vittorio De Sica, oggi si trova con un solo erede: il popolo. L'auspicio è quindi che negli anni l’organizzazione si decida ad aprire più stanze dell'abitazione e con più frequenza. La dimora Sordi è talmente grande che lo stesso Carlo Verdone quando andò a fargli visita per la prima volta negli anni Settanta, si perse nella strada verso il bagno… Noi siamo andati a visitarla per voi.
Casa Sordi appartenuta anni prima ad Alessandro Chiavolini, segretario personale di Benito Mussolini, l’avevano vista pochissime persone, tra i fortunati spunta Carlo Verdone che la ricorda ancora oggi come una casa molto bella ma anche parecchio fredda (sopratutto dopo la morte dell'amata sorella dell'attore, Savina, considerata un po' la “mamma” di tutti i fratelli). Era una sorta di monastero con delle regole ben precise e una disciplina da seguire. Quando per la prima volta Verdone andò a trovare il Maestro, nell’attesa che Sordi finisse di prepararsi, gli chiese di andare in bagno e in quel momento l'attore preso dal panico chiamò la sorella Aurelia per accompagnare il giovane comico al bagno degli ospiti in un remoto angolo della villa. Nel lunghissimo corridoio c'era una barberia (con un barbiere che tutte le mattine faceva la barba ad Alberto Sordi) e anche numerosissime opere d’arte di grande valore sparse qua e là. Pochi sanno infatti che l'uomo che ha interpretato il ruolo di Onofrio del Grillo (celebre la battuta "Perché io so io e voi non siete un c*zzo”), era un gran conoscitore d’arte e assiduo frequentatore di antiquari sin da giovanissimo. Una delle sue mete preferite era il negozio Apolloni in via del Babuino. Basta fermarsi all'ingresso di casa Sordi per notare delle poltrone pregiate dell’Ottocento. La chicca della collezione? I Cavalieri nel paesaggio di Giorgio De Chirico dipinto alla metà degli anni Cinquanta, tela poi prestata allo Gnam. Preziosissimi sono anche i cimeli e gli oggetti di scena dei suoi film. Impossibile inoltre non citare i vari ritratti dello stesso Sordi, fra tutti spicca quello di Rinaldo Geleng. Vanitosissimo.
Non può mancare in casa Sordi una palestra fornita di cyclette, pallone, sbarra e pure un toro meccanico, dove ‘Albertone’ pare gareggiasse con Anna Magnani (lei vinceva sempre). La camera da letto? Sordi, che alla domanda sul perché non si fosse mai sposato rispondeva sempre: “non mi sposo perché non m piace avere gente estranea in casa”, aveva una stanza da letto abbastanza modesta se paragonata agli altri ambienti. Ci sono solo Madonne e simboli della Chiesa. Del resto, Sordi era molto credente, così tanto che spesso era costretto a rifiutare inviti per le trasmissioni in onda la domenica, perché la mattina doveva andare a messa ma sopratutto, a pranzo all'una precisa, era obbligatorio per lui sedersi a tavola per farsi “'na bella magnata”. Pastasciutta al pomodoro, ovvio.