Negli ultimi giorni si è parlato molto di una modella, content creator, pseudo influencer e altri simili, che sembra guadagnare migliaia di dollari ogni mese. Si chiama Aitana Lopez (@fit_aitana su Instagram) e c’è un piccolo dettaglio: non è reale. Proprio così: la bellissima e ricchissima figura in questione (che in realtà ricorda mostruosamente una donna esistente, Ambra Pazzani) è il frutto dell'intelligenza artificiale. Capelli rosa, occhi nocciola, pelle chiara, fisico longilineo ma non eccessivamente, perfettamente allineata con l'estetica attuale insomma. E allora qualcuno potrebbe chiedersi: queste immagini, parlanti e sorridenti, prenderanno definitivamente il posto delle modelle? Dei manichini? Saranno loro le nuove Naomi, Claudia, Cindy e Linda? Le agenzie di moda saranno definitivamente chiuse e addio alle polemiche sulle ragazze sottopeso, sfruttate e vessate da un ambiente tossico che richiede prestazioni sovrumane 24 ore su 24?
Avendo fatto quel mestiere per una vita, sento di poter dare il mio punto di vista: è una situazione ambigua. Dopo averci riflettuto, la risposta sembra essere una sorta di terra di mezzo, priva di Hobbit ma sovrabbondante di influencer. Forse, e sottolineo forse, le modelle verranno accantonate dalle piccole aziende (quelle che non dispongono di ingenti mezzi economici per pagare una persona reale), per essere sostituite da figure femminili digitali, poste in posa e "scattate" (più che altro create) in mondi fatti di pixel, frutto dell'intelligenza artificiale e poco altro. Queste aziende potrebbero trovare qualche top model disponibile tra quelle generate dall'intelligenza artificiale.
Tuttavia, per quanto riguarda i grandi brand, quelli che investono cifre importanti in comunicazione, oltre a pagare modelli famosi, assumono grandi fotografi, truccatori di rilievo e assistenti devoti pronti a fare qualsiasi cosa per ottenere il risultato migliore, credo che non sentiranno l'esigenza di investire su un'immagine così asettica, creata completamente da zero su un computer grafico. L'industria della moda non è solo composta da chi lancia "stracci alla moda", ma anche da coloro che raccontano quei prodotti, li valorizzano e conferiscono loro personalità. L'idea che tutti questi professionisti possano essere facilmente sostituiti mi sembra alquanto surreale.
La moda non offre solo oggetti di cui non abbiamo alcun bisogno, ma anche sogni, idee, ideali. Propone sguardi verso l'estetica e modi di guardare sé stessi. Le intuizioni migliori emergono spesso durante interazioni umane, quando sul set sei seduta per terra a mangiare un panino e il fotografo decide che è il momento giusto per scattare la prossima campagna di calzature di lusso che stai fotografando dalle 8 del mattino. È quel momento in cui stai per mordere quella piadina al tonno che, se non finirà sui giornali, comparirà sicuramente sui feed di Instagram, ricordando ai futuri clienti che oltre alla perfezione proposta c'è anche sincerità e normalità con cui tutti possono identificarsi. Mica male no?
Ma allora, le cavallone che a Milano o a Parigi durante le varie fashion week si estingueranno come dodo o le vedremo ancora?
Le vedremo ancora nonostante le competitor digitali sembrino invadere il mondo della moda con la loro perfezione senza difetti, alla fine ciò che resta chiaro è che nonostante i colpi di genio dell'intelligenza artificiale, è improbabile che una modella virtuale possa sostituire l'essenza dell'esperienza umana e l'imprevedibile magia che può accadere quando sul set si combina la professionalità con un panino al tonno. Per quanto sia allettante l'idea di modelli digitali senza imperfezioni, sembra che nel mondo della moda, almeno per ora, l'unico effetto digitale veramente apprezzato sia l'ultimo filtro su Instagram.