Christy Turlington scoperta dietro la stalla di casa sua (che nemmeno ad impegnarsi per inventare una balla del genere) oggi fissata con lo yoga, Naomi Campbell, dea impetuosa, prima donna nera ad apparire sulla copertina di Vogue nel 1988 e mamma a 53 anni (per la seconda volta), Cindy Crawford, la donna più sexy d'america e imprenditrice di successo (ha una linea di skincare) riconosciuta dalla gen z per la somiglianza con la figlia (ribadisce che è Kaia Gerber ad assomigliarle e non viceversa, forse un po' le rode), Linda Evangelista di origini italiane considerata "camaleontica", perché capace di assecondare ogni richiesta dei fotografi. Queste sono le The Super Models, splendide cinquantenni determinatissime che si raccontano su una carriera da sogno. La Campbell partì da sola a 15 anni per un primo importante lavoro negli Stati Uniti, l'Evangelista andò in Giappone da adolescente e dovette sopportare continue richieste di nudi. Il problema in The Super Models però è soltanto uno: c'è troppo vittimismo.

Le donne sono le prime ad essere attaccate sia dentro che fuori da una passerella, ed è sempre giusto e sacrosanto ribadirlo. Però, questa ossessione a reiterare continuamente lo stesso messaggio, ossia, "che fatica essere perfette" ha un po' stufato. Del resto le modelle che non fanno i capocantieri, sono chiamate a prendersi cura del proprio corpo e del proprio viso (che non vuol dire accettare una taglia 34 o essere vittime di continue violenze psicologiche e non solo). La domanda al di là di tutto questo discorso però è una sola: questo mestiere chi ve l'ha imposto, il medico? lnsomma, il fashion system è obiettivamente una m*rda su molti fronti e bisognerà lavorarci tantissimo per smuovere davvero qualcosa, anche se fino a qualche tempo fa sembrava (finalmente) essersi destato dal sopito problema delle taglie e del viso pulito, cercando di preoccuparsi un po' di una possibile ragazza che sogna di fare la modella con una taglia 44 e l'acne...Tutti e tutte debbono avere una chance per accedere in questo sistema malato (body positivity e inclusione, grazie) ma se va male, si può sempre provare un'altra strada. Seppur sia difficile trovare un lavoro che permetta un guadagno da top model come piace a Linda Evangelista, autrice del seguente aforisma: «non mi alzo dal letto per meno di 10mila dollari al giorno». Poesia.

Un'altra frase fatta che emerge da questa docuserie un po' lamentosa è: "Pensate di conoscerci quando in realtà vedete solo le nostre fotografie". I social sono 1/80esimo di quello che siamo e su questo siamo tutti d'accordo, tuttavia dimostrano cosa selezioniamo e vogliamo condividere con il nostro pubblico. Dunque se incappiamo continuamente in contenuti come quelli di un'altra supermodella Emily Ratajkowski che in una occasione aveva pure lamentato di essere presa poco sul serio sostenendo che fosse molto di più che un bel corpo (e lo fa con un post di lei 14enne per dimostrare che non si è mai rifatta), sarebbe necessario far capire a questi utenti che, per quanto dietro possano celare conoscenze dei dettami aristotelici o semplicemente avere molte passioni oltre al mettersi in posa, se la vetrina di IG la intasano solo di tette e di culi, resterà difficile ad un estraneo immaginare che l'obiettivo e interesse sia veicolare un messaggio diverso. Del resto Willie Peyote in Mai dire Mai cantava: “Non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato...”.

