Dopo ben 20 giorni di prigionia, ieri Cecilia Sala, ultimo simbolo dei numerosi tentativi dell’Iran di soffocare le libertà civili, è atterrata a Ciampino. Accolta da una Meloni vittoriosa e fiera del suo traguardo diplomatico, Sala si è presentata con una t-shirt e un pantalone nero, il tutto completato da un’inconfondibile giacca cult: un Barbour verde bosco. Un fit-check è doveroso! La foto è in prima pagina ovunque, e dietro un indumento c’è sempre un significato, soprattutto quando si tratta di un classico come il Barbour. Barbour nasce nel 1894 in Inghilterra, quando il suo fondatore, John Barbour, decide di creare una giacca cerata pensata per i marinai, per far sì che fossero equipaggiati e protetti nelle loro spedizioni. La rende pratica: nelle tasche esterne si dovevano riporre mappe e oggetti da viaggio senza che si bagnassero, e perciò le rende impermeabili. La giacca torna utile, dunque, a chiunque abbia bisogno di un abbigliamento funzionale e resistente. Inizia a farsi spazio tra i cacciatori, i pescatori, persino i motociclisti, per poi diventare la giacca dei submariners britannici durante la Seconda Guerra Mondiale.
Non è certamente a questi primi clienti che Barbour deve la sua fama. Se nel 2012 Daniel Craig indossava una giacca Barbour per interpretare James Bond in Skyfall o Alexa Chung la indossava al Glastonbury Festival nel 2022, non era di certo per assomigliare a un marinaio dei primi del Novecento. A rendere questo pezzo di moda iconico è stata la famiglia reale inglese, che dal 1974 ha conferito al brand il Royal Warrant, riconoscimento ufficiale simbolo di prestigio e approvazione da parte della corona. Da quel momento, la giacca Barbour è sinonimo di famiglia reale. L’hanno indossata la Regina Elisabetta, l’attuale Re Carlo e l’icona di stile per eccellenza, Lady D, nella loro dimensione bucolica fatta di battute di caccia e passeggiate a cavallo nella campagna scozzese. Con la serie The Crown, che la ripropone continuamente tra gli outfit dei reali, la giacca Barbour è tornata nelle wishlist di noi giovani, creando addirittura un hashtag virale fino a qualche anno fa: #barbourjacketporn. La rinnovata fama ha fatto sì che il brand abbia collaborato con diversi marchi di rilievo negli ultimi anni, come Ganni, Chloé e House of Hackney. È di nuovo la giacca del momento e tutti ne vogliono una nel proprio armadio, nonostante non debbano andare a caccia di cervi con Sua Maestà.
Stupisce sempre come un indumento con più di un secolo di storia possa vivere una seconda vita, così all’improvviso. Eppure ha ripreso il suo posto tra i classici più amati: non la indossa più solo chi vuole imitare lo stile old money dei monarchi inglesi, ma si vede indosso a chiunque. Lo hanno capito anche i mercatini che, a meno di 150 euro, usata, non te la vendono più. Ma perché l’improvviso ritorno in auge? Barbour rievoca un microcosmo quasi in estinzione. Rimanda a tutto ciò che è manualità. È una giacca pensata per chi si sporca le mani, un ricercatore esposto alle intemperie della natura e non solo. Chi indossa una giacca Barbour sente, nell’odore della tela cerata, un richiamo al fascino disinvolto di chi sa rimboccarsi le maniche e muoversi sicuro anche in ambienti ostili: “The best British clothing for the worst British weather” è lo slogan del brand. Dunque sì, un significato dietro alla giacca di Cecilia Sala lo trovo eccome. E se avessi dovuto fare uno styling premeditato, avrei forse scelto proprio una giacca Barbour, a mo’ di reale che va a zonzo nei pressi di Balmoral Castle. Perché un giornalista non è altro che un esploratore del giorno d’oggi, che sceglie l’abbigliamento più pratico e funzionale per trovare verità anche nel clima più ostile.