Che Gianni Agnelli abbia vissuto una vita, forse, irripetibile non è certo una novità; ma molte delle sue avventure giovanili, per alcune pressioni sulla stampa della famiglia e della Fiat ai tempi, sono rimaste segrete negli anni. Adesso, però, a rivelare il vero passato, anche quello più nascosto, dell’Avvocato ci pensa Jennifer Clark nel suo libro L’ultima dinastia, in cui sembra focalizzarsi sull’immagine di Gianni prima di entrare nell’azienda di famiglia, a quaranta cinque anni, e prima di sposare Marella Caracciolo. Una delle relazioni sentimentali più importanti per il giovane Gianni, è sicuramente quella con Pamela Churchill, ex nuora del vecchio primo ministro inglese sir Winston Churchill. Si trattava di un amore certamente passionale, ma destinato a naufragare, visto che, si legge nel libro (fonte Dagospia), “(Gianni, ndr) aveva messo in chiaro fin dall’inizio che non l’avrebbe mai sposata. Aveva un futuro già tracciato all’interno della Fiat, non era libero di decidere cosa fare della sua vita, e dunque la sua libertà era per lui la cosa più preziosa [...] Ci si aspettava che Gianni scegliesse una moglie «adatta» per allevare i figli che sarebbero stati eredi delle loro fortune”. Eppure, continua il libro della Clark, “la relazione proseguì per altri quattro anni, nel corso dei quali Pamela sperò di fargli cambiare idea rendendosi indispensabile[...] Trascorrevano i mesi estivi a La Garoupe, dove, dopo aver cenato insieme, solitamente anche con un gruppo di amici, Gianni usciva verso mezzanotte. Pamela non si sognava di chiedergli dove andasse e cosa facesse: gioco d’azzardo, o nuove conquiste. Lui tornava intorno alle tre del mattino e spesso si alzava alle sette per uscire in barca a vela”. Ed è proprio qui, in Costa Azzurra, che si è consumata la (quasi) tragedia...
“Nell’inverno 1951 – si legge ancora ne L’ultima dinastia –, Gianni comprò una lussuosa proprietà immobiliare, Villa Leopolda, di ventotto stanze […] Questo acquisto, però, si rivelò sfortunato: creò ulteriori tensioni tra Pamela, che si considerava la padrona di casa, e le sorelle di Gianni, secondo cui aveva passato il segno”. Ma il vero punto di non ritorno di questa relazione, secondo quanto scritto dalla Clark, è avvenuto la notte del due agosto 1952, “Gianni – riporta ancora Dagospia – era a un ballo alla Leonina, la proprietà del finanziere, banchiere e avvocato ungherese Arpad Plesch […] Pamela era in vacanza […] l’interesse di Gianni venne attirato da una giovane donna dai capelli scuri […] Anne-Marie d’Estainville, questo era il suo nome, aveva ventun anni – secondo alcuni racconti, solo diciotto – e apparteneva a una ricca famiglia francese”. Dopo un breve gioco di sguardi e un accenno di dialogo, “Gianni le propose di andarci subito (nella sua Villa Leopolda, ndr), e saliti in macchina si allontanarono a gran velocità”. Gianni pensava che Pamela fosse ancora in vacanza, ma in realtà era tornata proprio quella sera, “era uscita tranquillamente a cena con degli amici, ma rientrando, poco dopo mezzanotte, aveva trovato Gianni a letto con la giovane Anne-Marie”. Nonostante tutti i passati tradimenti sopportati, “vederlo nel loro letto con un’altra – sottolinea Clark – la turbò profondamente e Pamela si scagliò contro la giovane. Gianni intervenne e ricevette uno schiaffo in pieno viso. Non si scompose”. Alla fine, l’Avvocato decise di riaccompagnare a casa la ventunenne (o diciottenne) appena conquistata, tornò alla Leonina per recuperare la borsa della ragazza ma “quando uscì, mezz’ora dopo, era scarmigliato con la cravatta slacciata. Salì sulla station wagon, afferrò il volante e premette sull’acceleratore. La macchina uscì dal cancello sbandando sulla ghiaia […] Si sentì stridere dei freni e il suono spaventoso delle lamiere che si accorciavano. Alle 4:15 del mattino, mentre usciva dalla curva Gianni perse il controllo dell’auto e andò a schiantarsi contro il furgone di un macellaio”. La scena dell’incidente era tragica: “Gianni – riporta ancora Dagospia – era abbandonato contro il volante, privo di sensi, con una gamba straziata e il sangue che gli scorreva sul viso”. L’Avvocato fu quindi trasportato d’urgenza all’ospedale di Nizza e sottoposto a un intervento, “aveva sangue rappreso sul volto e la mascella e la gamba destra a pezzi. Pamela avvisò i medici che, stando alle tracce che aveva visto sul comodino, Gianni aveva assunto cocai*a”. Dopo una prima operazione non riuscita, Agnelli venne quindi portato a Firenze, “qui lo operarono di nuovo, rimuovendo tessuti cancrenosi, e suggerendo l’amputazione della gamba. Gianni rifiutò, per il resto della vita avrebbe avuto una leggera zoppia”.