Camillo Langone non è solo, come lo abbiamo già definito, un moralista dei nostri tempi (i moralisti non fanno la morale, smascherano le false morali), ma uno scrittore estremo. Estremi sono i suoi gusti letterari, Arbasino, Camon, estremi i suoi cibi e i suoi vini. Due sue preghiere per Il Foglio, però, hanno creato qualche discussione ultimamente. Soprattutto quella del 18 luglio, quando Langone scrive male, benissimo, dei fagottini di mele: “Un fagottino alle mele. Sono all’autogrill ed è un uomo a ordinare. Guardo bene. Non è per un bambino né per una donna: l’uomo è solo, il fagottino alle mele è proprio per lui. Io probabilmente con la faccenda della dignità virile esagero. Siccome esagero ritengo inconcepibile ordinare fagottini alle mele. Così come evito ogni altro cibo dal diminutivo vezzoso, tortino, sformatino, risottino...” Forse a un critico del nostro tempo restano solo le iperboli e la coscienza delle iperboli: “Esagero, lo so, al ristorante come nei rapporti personali. Prendo tutto sul serio e dunque troppo sul serio. Mi piace ripetere che tutto è perduto fuorché l’onore: ci tengo molto alla schiena dritta. Anche nel fallimento. Soprattutto nel fallimento”. Collegare la virilità all’astinenza da fagottini, tortini e cibi diminutivi, che diminuiscono secondo l’autore la mascolinità di chi li mangia, è un fatto etico. I fagottini sono “effetto ma pure causa della crescente indistinzione dei sessi”.
Accanto alla pars destruens, la pars construens. Liquidati i fagottini si riparta dalla carne: “L’identità maschile è legata alla carne e al suo consumo. Non l’ho detto io, che pure lo penso, l’ha detto a Rolling Stone la femminista francese Nora Bouazzouni, autrice di un libro dal titolo preoccupante: Faminismo. Il sessismo è in tavola. Questa Bouazzouni è una femminista cattivissima, non soltanto ce l’ha con i maschi, come da statuto, ce l’ha con i ricchi e ce l’ha con i bianchi, come se bianco e ricco fossero sinonimi (non sembra abbia letto Vance) e come se lei fosse nera. Mentre non basta avere un padre algerino per essere camiti: capisco che essere o fingersi africani (Kamala Harris…) faccia politicamente gioco ma è più chiara di me, avrà sangue berbero come Sant’Agostino e Isabelle Adjani, si rassegni”. Il femminismo bianco antibianco è il vegetarianesimo dell’ideologia. E si combatte con una scala ascendente di carni inaccettabili – ma, per gusto langoniano, inattaccabili: “Maschio vegetariano è contraddizione in termini, maschio carnivoro è, siccome qui si fugge il binarismo, gradazione di merito. Carne di cui non si evince immediatamente l’origine, tipo hamburger e tagliata: maschio. Carne con osso, tipo bistecche e costolette: molto maschio. Carne con becco, testa, zampe, insomma cibo estremo: maschissimo”.