Nuova puntata della rubrica curata da Roberto Alessi, giornalista e direttore del settimanale Novella 2000, che analizza per MOW le notizie e le indiscrezioni UP and DOWN che più stanno facendo discutere o che, con ogni probabilità, affolleranno siti e giornali di gossip nei prossimi giorni. Stavolta sotto i riflettori Gianluca Vacchi e la dedica al suo compianto amico a quattro zampe, Elly Schlein e la Festa dell’Unità inclusiva e politicamente corretta, Emilio Fede che ha cambiato dieta e fa ginnastica e Rita Dalla Chiesa.. con “Torna a casa Alessi” il mondo dello spettacolo non ha segreti.
UP
Laura Ravetto: “Macché fidanzata, sono single e mamma felice”.
L’onorevole Laura Ravetto è un po’ scocciata: qualcuno ha scritto che ha trovato un nuovo fidanzato dopo essersi separata dal marito Dario Ginefra (deputato per il Partito Democratico dal 2008 al 2018), ma pare che sia una fake news, come si dice oggi. C’è una bella donna, un paparazzo, un uomo a fianco a lei ed è fatta. Eccola invece libera e felice con la sua bambina a Forte dei Marmi, alla Capannina, un aperitivo presto e veloce, la sua Clarissa ha solo sei anni e tutte e due vanno a nanna presto.
DOWN
Gianluca Vacchi amico mio, quando il tuo animale va in Paradiso, è un dolore immenso
Gianluca Vacchi ha scritto un lungo post in cui annunciava che il suo amato cagnolone labrador, Gordo, “si è convertito nell’angelo che era nella sua vita terrena”. Una lunga lettera aperta che vi invito a leggere e che mi ha commosso fino alle lacrime. Gli animali, è inutile sottolinearlo, sono più buoni degli uomini, soprattutto i cani. Ti amano per quello che sei, con i tuoi difetti, la tua povertà. Gli basta un bastone che gli lanci in un prato e non si chiedono se quel prato è tuo, se quel bastone è firmato, ti amano e basta. Ho chiamato Vacchi, e mi ha detto: “È un dolore immenso, sovrumano, un vuoto incolmabile”. L’abbiamo provato tutti. Ogni volta giuro che “Mai più”, poi un angelo ti rimette sulla tua strada un altro animale (ora ho un gatto, Brando, meraviglioso) e ti innamori di nuovo e la vita ti sembra migliore, anche con i suoi dolori. Un abbraccio, Gianluca: la fama e i soldi, come vedi, non precludono certi dolori.
UP
Rita dalla Chiesa, Carlo Alberto ritorna a Palermo
Leggo su Il Sole 24 Ore che a Palermo è stato aperto un nuovo Ostello Bello: “È la decima struttura in Italia della catena fondata da Carlo Dalla Chiesa, Pietro Vecchi e Nicola Specchio, che a Palermo ha creato una partnership con la Neaimmobiliare, che fa capo all’imprenditore Dario Mirri, presidente del Palermo Calcio”. Ma guardiamo meglio: Carlo Dalla Chiesa per intero si chiama Carlo Alberto Dalla Chiesa ed è nipote di Carlo Alberto Dalla Chiesa, il generale che nel 1982, come si legge su Wikipedia, venne nominato anche prefetto di Palermo con l’incarico di contrastare Cosa Nostra così come aveva fatto nella lotta al terrorismo. Nel capoluogo siciliano fu ucciso pochi mesi dopo il suo insediamento, nella strage di via Carini, in cui perirono con lui la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Io sono amico di sua zia Rita Dalla Chiesa (Carlo è figlio di Nando), che ancora soffre per la perdita del padre ed è una grande emozione per me, figuriamoci per lei, sapere che un Carlo Alberto Dalla Chiesa torni a Palermo da imprenditore, un uomo vincente. “Sì, Carlo Alberto è tornato a Palermo. Non sai l’orgoglio per mio nipote”, mi dice. Aggiungerei: un orgoglio per tutti quelli che hanno lottato e lottano contro la mafia per la giustizia
DOWN
Elly Schlein magnifico delirio togliere la “a” a Unità. varrà anche per “Libertà, Uguaglianza, Fratellanza”?
Io non voglio schierarmi politicamente, non che non abbia idee chiare, ma da molto tempo preferisco le persone ai partiti. Di certo sono rimasto pietrificato quando ho visto Elly Schlein davanti a un manifesto della festa dell’Unità, dove la parola “à” era stata sostituita da un asterisco per rendere forse la parola più inclusiva, né femminile né maschile (questa volta per includere gli uomini, che di certo in passato non si sono mai sentiti esclusi, visto che erano sempre la maggioranza). Mia madre Anita e le mie zie (Bruna, Ada, Iride e Ines), che andavano volontarie ad aiutare alle Feste dell’Unità ad Angera, dove ha vissuto gli ultimi anni mia madre, si rivolterebbero nella tomba. Siamo al magnifico delirio nel nome di un ancor più delirante politically correct. Non credo che abbia senso scrivere “Unitò” e non credo che gli ideatori di quelle feste organizzate dal PCI per finanziare l’organo ufficiale di stampa, l’Unità, appunto, volessero escludere qualcuno. La prima di queste feste fu allestita il 2 settembre 1945. Ha un senso togliere una A? Se sì, avvisiamo i francesi: andrà cambiato anche il loro motto Liberté, Égalité, Fraternité (in italiano Libertà, Uguaglianza, Fratellanza)? Dovranno togliere la a finale anche loro? E non è maschilista scrivere fratellanza, escludendo sorelllanza? Un incubo.
UP
Emilio Fede sta benissimo, si è rimesso in piedi e ne sono felice
L’ultima volta che ho sentito Emilio Fede ero molto preoccupato: aveva intorno persone che non mi piacevano, lui se ne lamentava. Non so fino a che punto avesse ragione, ma nel dubbio ho chiamato i Carabinieri, che mi hanno rassicurato: tenevano d’occhio la casa. Ora, dopo mesi, l’ho ritrovato: ha cambiato dieta, fa ginnastica, è seguito da persone molto per bene ed esperte (ha 93 anni, non vuole che lo si dica, detesta l’anagrafe, ma è nelle enciclopedie). “Sono arrivato alla sedia a rotelle”, mi confessa, “e guarda ora”, e mi fa vedere che sa camminare anche spedito. Bravo Emilio, sono felice: al di là delle cronache, delle notizie, degli errori, degli odiatori, rappresenta un pezzo di storia del giornalismo italiano. Non abbiamo mai lavorato insieme (a parte qualche ospitata nel suo Tg4), ma gli sono affezionato. Rispetto.
DOWN
I Pooh unitissimi sulla scena, un po’ meno nella vita
Ho incontrato i Pooh a Ferrara. Loro avevano un concerto il giorno dopo, mancava solo Red, quello più legato a me, che sarebbe arrivato il giorno dopo. Ovviamente li ho osservati come un leone osserva le antilopi. E mi sono stupito di come siano talmente perfetti, sincronizzati, uniti nel lavoro e sul palco, quanto invece siano autonomi nella vita. Dodi Battaglia, persona adorabile, è andato a mangiare con Francesco Facchinetti e il figlio Daniele Battaglia. Riccardo Fogli è rimasto solo in albergo, mentre Roby Facchinetti sembrava sparito. Anche la mattina a colazione: ognuno per sé. Strano, immaginavo tutti più uniti. Io, per esempio, se sono alla Rubberduck, il nome del service con cui collaboro, mangio con Paolo, Michele, Massimo, Carlo, Adele, Matteo e chi manca è solo perché lavora a Roma o a Napoli o altrove. E se manca uno perché ritarda, lo aspettiamo. Ma noi siamo gente normale, gli artisti sono diversi. Come diceva Dario Fo, una malagenia.
UP
Ivana Spagna grazie alla sua gattina è ancora con noi
Parlando di animali, vale la pena ricordare la mia amica Ivana Spagna. Come tutti i grandi artisti, pure lei soffre a volte di depressione (ma ora mi sembra sia rinata e ha imparato a sentire quanto bene la circonda). Un giorno era così triste che aveva deciso di farla finita. Un momento terribile, fatto di pianti, solitudine, dolori. “Dopo la morte di mia madre, nel ‘97, mi sono sforzata di concludere il tour. Prendevo troppe pastiglie, non dormivo. Decisi di farla finita. Nella lucida follia ho pulito la casa, volevo andarmene lasciando tutto in ordine”. Era a un attimo dal passo finale (credo con i barbiturici) quando la sua gattina le è saltata addosso. “E a chi rimane se non ci sarò più io a curarla?, mi sono chiesta”. Mi disse poi. “E ho pensato anche a chi mi vuole bene, persone che io avrei punito dando loro un dolore". Ed ecco oggi la Spagna che conosciamo, più serena, allegra. Certo, non mancano giornate buie, come a tutti. Cara Ivana, senza di te la vita, almeno la mia, sarebbe meno bella. Ti vogliamo bene.