Milano. Tardo pomeriggio del 31 dicembre. Indosso la tuta del discount cinese senza voglia di fare nulla. Ho detto a tutti: “Stanotte sto a casa. Che palle andare in mezzo a bolge disumane in locali dalla brutta musica dove non parli ma non puoi nemmeno ballare”. Tutta colpa di Saturno contro che fa diventare selettivi al contrario. Sopporto solo me stessa (del resto sono obbligata) ma soprattutto all’idea di prepararmi, cercare vestiti in un armadio da fashion addicted, truccarmi e fingere di essere bella mi viene l’ansia. La telefonata tentatrice arriva inaspettata: “Ti va di venire alla festa di Punto di fuga Pdf, il locale dei motociclisti della zona industriale di Bergamo? Vieni pure come sei”. Da “spatentata” che sono, il motociclista per me equivale a un essere quasi primitivo. Me lo immagino che mangia salsicce e crauti su tavolacci di legno, che rutta come in un film sui Cavalieri della Tavola Rotonda. Ma sulla musica rock e heavy metal, penso. Perciò accetto. In nemmeno un’ora arriviamo al Punto di Fuga Pdf. Un triplice locale nella zona industriale di Bergamo fra capannoni, barili di olio dismessi e tendoni. Nella pioggia battente si avverte subito l’odore di suino in pentola. All’esterno due cuochi stanno preparando su una cucina da campo in grandi pentoloni pasta e fagioli e cotechino e lenticchie. Sono due volontari di Asino Meccanico, un’associazione che raccoglie fondi per i ragazzi diversamente abili dell’Istituto Angelo Custode di Predore. Sono Gattone e Cagnino, due motociclisti che nel 1995 hanno deciso di rinunciare a una moto in più per fare beneficenza. “Avevamo 100 mila lire a testa e li abbiamo investiti nella prima raccolta fondi. Ci siano ritrovati con oltre 2 milioni quasi subito”, racconta Gattone. Lui, 52 anni, ha un paio di Moto Guzzi ma il suo vero talismano è il moto carro, simbolo di Asino Meccanico. Il titolare di Punto di Fuga, Stefano Martinelli, 56 anni, un campione nella customizzazione di moto, lo invita a tutti gli eventi. La sua postazione è proprio davanti all’officina dove si preparano e customizzano le moto, attigua al ristorante. Dall’altra parte del cortile c’è il locale di Pdf, un circolo Arci dove per entrare bisogna tesserarsi.
“Allora, entriamo?”. Colpo di scena: il ristorante che si presenta ai nostri occhi è davvero particolare. Luci soffuse, vecchi serbatoi di Harley Davidson su scaffali, una moto customizzata si intravede fra i tavoli apparecchiati. Ci sono utensili e macchine artigianali qua e là, recuperati o trovati sul posto. Lampadari vintage e divanetti. Il menu? Tagliere con marmellata, crostini con funghi, acciughine con burro, risotto allo champagne, manzo all’olio con polenta concia. E per finire un panettone con zabaione fatto in casa. Chi ci va? C’è di tutto. Gente elegante e gente con maglietta e giubbotto di pelle. Arrivata in moto, in Panda, in Aston Martin. L’ambiente è rilassato e gioviale. Discreto. Quando arriva il brindisi di mezzanotte i selfie si contano sulle dita della mano. Il mio e di alcuni miei commensali. Tutti sono più interessati a baciarsi e abbracciarsi. È addirittura commovente. Come commovente è la musica che ci aspetta nel locale di fronte. Un posto ancora più caratteristico. Targhe di trofei vinti sono affisse ovunque. Persino sul tavolo del bar. Un paio di moto customizzate spuntano anche lì. Appesa al soffitto un’altalena, di fianco una gabbia dove tutti possono salire a ballare. Sparse nel locale file di sedie da vecchio cinema e anche una poltrona da barbiere. Il dj Frenki è un vero re di atmosfere: comincia con i successi italiani anni Ottanta, da Loredana Bertè a Franco Battiato per passare al funky e alla new wave, dai Blues Brothers ai Simple Minds fino alla disco che ha fatto ballare il mondo. Infine, l’apoteosi con l’heavy metal. Balliamo tutti come se non ci fosse un domani. Chi è vestito con maglietta e jeans, chi indossa cappelloni da ranch americano, chi ha camicie effetto optical anni Settanta aperte su petti tatuati. Laura, 52 anni, occhiali e berretto da motociclista e cravatta rossa, ha creato il suo look. È una che va alle sfilate di moto d’epoca. Con il suo sidecar sogna di andare a Capo Nord. Un luogo leggendario per i motociclisti. “Come farai col freddo?”, chiedo. “Il segreto dei vecchi motociclisti è di mettere giornali sulla pancia”, rivela. Penso che sia un bel modo di riutilizzare la carta che dura solo un giorno. Poi c’è Bonny, 33 anni, piercing al naso e alle labbra. Mi chiede se sono una sbirra. Lo rassicuro. “Cosa ti aspetti dal 2024?”. “Di usare la mia Harley Davidson sempre di più”, risponde deciso. “Cosa ti piace di questo locale?”, gli domando: “La musica. E che nessuno ti rompe i coglioni”. Forse è rivolto a me.
Stefano Martinelli, che ha rilevato il posto dieci anni fa trasformandolo in ristorante, officina e club con 10 mila soci a oggi, conferma: “Qui la gente si sente a casa. Sono tutti uguali, dal manager al camionista”. La sua avventura è partita dalla passione per le vecchie moto inglesi. E per la customizzazione. Nel 2016 Pdf è stato campione del mondo nel moto custom. Con una Harley Davidson del 1927 in stile board track. Per l’anniversario numero 120, la casa madre ha scelto proprio una sua moto fra le 50 in esposizione. Molti i trofei mondiali, europei e nazionali che Stefano espone nel suo locale. E ci svela una chicca: “La moto con cui ho vinto nel 2016 la voleva Brad Pitt. Mi ha contattato il suo avvocato ma non ci siamo potuti accordare. Lui è precipitato nella crisi matrimoniale con Angelina Jolie ed è andato tutto in fumo”, racconta. Un cenno alla storia del posto. In origine i locali di Punto di Fuga ospitavano un luogo di detenzione. Una prigione. Nel dopoguerra l’area è diventata sede di capannoni artigianali. Proprio di fianco c’è un centro sociale, il Pacì Paciana, intitolato a un personaggio storico molto popolare nel bergamasco: un bandito della Valle Brembana vissuto alla fine del 1700. A raccontarlo è Guglielmo, che sa tutto del locale e si è fatto customizzare da Pdf tre moto, fra cui una Norton del 1973. Ma ora basta chiacchiere. Torniamo a ballare. C’è Thunderstruck degli Ac/Dc. Che ore sono? Abbiamo perso il conto ballando. Dovrebbe essere mattino. Per fortuna non c’era dress code. Siamo disfatti.