Questo matrimonio non s' ha da fare - o almeno per adesso, conti alla mano. Le auto elettriche in Italia hanno un costo troppo alto per la maggior parte dei cittadini, con numeri che dimostrano sia la difficoltà per chi appartiene a certe fasce di reddito nel comprarsi una vettura simile, sia che l'obiettivo 2035 con auto senza combustione interna continua a far discutere. Ma vediamo un po' di numeri. In Italia, secondo Motus-E, associazione italiana a sostegno della mobilità elettrica, circolano attualmente 297.607 veicoli elettrici e, nel 2022, ne sono stati venduti il 9,2% in meno rispetto al 2021 (61.886 contro 68.147); mentre nel singolo mese di giugno, le vendite di auto elettriche pure, chiamate Bev, e di ibridi plug-in, le Phev, sono statae in totale 13.014 veicoli, meno del 7,8% rispetto a giugno 2021, quando c'era stata un'immatricolazione di 14.120 vetture. Va ricordato, inoltre, che a metà giugno è terminata la serie di incentivi messi a disposizione del Governo per poter acquistare un'auto elettrica
Ma soprattutto, c'è un dato che suggerisce come sia complicato per molti procedere all'acquisto di questo tipo di auto. Infatti, nel parco auto elettriche, meno del 30% sono mezzi dal costo inferiore ai 35 mila euro. In un momento storico generalmente difficile per il comparto delle automobili, con un calo delle immatricolazioni a giugno pari a -15,3%, anche le vendite dei veicoli elettrici sono scesi. Le vetture full electric sono scese del 14,6% a 5.975 unità, mentre si salvano, in numeri, le ibride, con immatricolazioni pari a poco più di 7 mila (solo -1,3% in difetto sull'anno scorso).
Nel luglio 2021, Il Sole 24 ore scriveva che fra rate e canoni non si guarda più a un prezzo di listino canonico. Eppure, seguendo la ricerca Mercato auto in valore promossa da Mapfre su dati Dataforce, scriveva che il prezzo medio netto di un suv nel 2021 era di 22.850 euro. Un suv, quindi, non la prima delle city car.
Se consideriamo queste stime, dunque, viene da se che le poche macchine a disposizione per gli italiani hanno prezzi che superano quelli persino di un suv, non è difficile capire perché in molti siano refrattari all'acquisto di un mezzo elettrico. "Per quanto riguarda la classe “0-20” invece i modelli disponibili per la fascia di prezzo incentivata (sotto i 35.000€) sono meno del 30% di tutti quelli disponibili", spiega Motus-E in una nota, "questo già sarebbe sufficiente a spiegare che, come da attese, le prenotazioni vanno a rilento. Inoltre, ricordiamo che le flotte e tutte le persone giuridiche sono state escluse dalle prenotazioni, e che nei mesi precedenti le flotte ed il noleggio rappresentavano un’importante quota di mercato".
Ma nonostante le apparenti difficoltà, il comparto a batteria non smette di innovarsi e di crescere, spingendo, per esempio, fra le altre cose, su una maggiore presenza sul territorio. Perché se è vero che molti italiani non possono permettersi l'auto elettrica, come scritto, ci sono in circolazione comunque più di 260 mila veicoli nel Paese. Che devono essere ricaricati. Per questo Motus-E indica come nota positiva la crescita delle colonnine di ricarica sparse in giro per l'Italia. A giugno 2022, sono stati rintracciati 30.307 punti di ricarica, cui la maggior parte sono in Lombardia, Piemonte e Lazio, mentre le infrastrutture di ricarica, cioè le stazioni dedicate che possono includere uno o più punti di ricarica, sono 15.674.
La crescita del mercato va a rilento, mentre l'innovazione del settore continua a spingere. Forse, con ancora 13 anni rispetto alla deadline del 2035, c'è ancora molto, troppo per giungere a conclusioni affrettate. Ma il presente, intanto dice questo. E non promette bene.