Per misurare le aspettative della stampa sulla MotoGP 2025 c’è un metodo molto semplice: basta contare il numero di giornalisti fuori dai box ai test di fine stagione. O, al limite, il numero di inquadrature che la regia riserva ad ogni pilota. Nel martedì di Barcellona il capannello di fotografi, televisioni e stampa si è concentrato specialmente davanti al box di Marc Marquez, letteralmente al debutto in rosso. Al secondo posto, con un distacco dignitoso ma consistente, a catturare l’attenzione è stato il primo assaggio di Jorge Martín, campione del mondo, all’Aprilia RS-GP.
Il box di Marc Marquez diceva una cosa sola: moto rossa, casco rosso, tuta rossa, berretto rosso. Tempi buoni, clima giusto. Di fianco, tra una sessione e l’altra, Gigi Dall’Igna che ci discute compiaciuto, a tratti vengono inquadrati con gli occhi al monitor dei tempi e sembrano marito e moglie intenti a godersi lo spettacolo di Natale dei figli. Una commedia romantica. Ed è stato questo, in sintesi, il grande tema del giorno in sala stampa, quando ci siamo messi a fare due chiacchiere con i colleghi. “Sono come due innamorati”, ha detto qualcuno. È vero, così come è vero che Gigi Dall’Igna non farà mai favoritismi per dare una mano a un pilota piuttosto che un altro: non li ha fatti aiutando Bagnaia nella lotta con Martín, figuriamoci se li farà adesso. Oltre al fatto che la filosofia Ducati - e del suo responsabile - è sempre stata quella di ascoltare tutti i piloti e dare loro pario importanza, in modo da rendere la Desmosedici un’arma universale, veloce con chiunque. Per Dall’Igna è la moto che vince. Eppure, mettere una moto nelle mani di Marc Marquez dev’essere come costruire una chitarra per Jimmy Page: sai che le vedrai fare qualcosa di grande.
Eppure quel giorno, dall’altro lato del box e di bianco vestito, c’era Francesco Bagnaia, per la prima volta senza il numero uno sul cupolino dopo due stagioni. Negli ultimi quattro anni Pecco si è giocato il titolo, due volte ha vinto. Adesso, per la prima volta in carriera, si trova a condividere il garage con un campione del mondo della MotoGP. Uno che ha pure vinto più di lui e che è stato atteso, dibattuto, a tratti osteggiato. Uno che, come ha dimostrato il passaggio di Paolo Ciabatti al motocross (e il suo racconto sull’affare Marquez), ha già portato a piccole fratture interne al team.
A vederli vicini, Marc Marquez e Pecco Bagnaia, verrebbe da dire che le cose stiano andando bene. Si parlano, collaborano, vanno tecnicamente nella stessa direzione per quanto riguarda lo sviluppo in vista del 2025. E questo ci restituisce la misura della forza di Bagnaia, cosa che avevamo visto anche nella domenica di Jorge Martín, quando il piemontese aveva ceduto il suo numero uno con tutti gli onori del caso al rivale, applaudendo in un angolo. Nel box, durante i test, l’ha trattato come un pilota chiunque. E la verità è che non accogli Marc Marquez come se fosse un ragazzino che si è perso al centro commerciale se non sei pienamente cosciente dei tuoi mezzi. Bagnaia ha digerito l’entusiasmo di Dall’Igna per il compagno di squadra in un attimo e si è messo a lavorare per riprendersi il numero uno e la forza nel box che ha sempre avuto sia con Miller che con Bastianini. Tra le armi di Bagnaia c’è il fatto che, tutto sommato, anche per Marc Marquez si tratta di una prima volta: è vero, lo spagnolo ha già condiviso il box con un campione del mondo della MotoGP in un paio di occasioni (con Jorge Lorenzo e Joan Mir), ma all’epoca era tutto diverso: quella, HRC, era casa sua, il suo regno, gli altri dei turisti che provavano ad avvicinarlo senza fortuna, per altro dopo aver vinto con moto diverse dalla Honda.
Ora invece è il contrario e sì, Marc avrà tutte le possibilità di lottare per il mondiale, ma non senza soffrire. Se vincesse nessuno si meraviglierebbe più di tanto visto l’enorme talento che ancora si trova addosso, il contrario invece andrebbe catalogato come un fallimento. Difficile immaginarselo rimanere a secco dopo quattro anni d’inferno, l’addio a Honda, a Red Bull, a Gresini e chissà che altro, a partire dalle cifre a cui deve aver rinunciato in questo periodo. È vero, il percorso conta più del traguardo, ma nello sport il risultato ha più importanza del resto. Quindi è vero, Bagnaia farà i conti col compagno di squadra più ingombrante di sempre. Ma è altrettanto vero che per Marc Marquez sarà lo stesso. E Pecco, che avrà pure perso il mondiale all’ultima gara ma ha vinto 11 GP, sembra averlo ben chiaro in testa.