Il caso doping che ha travolto Jannik Sinner continua a far discutere nel mondo del tennis. Il numero uno al mondo sta scontando la sospensione di tre mesi concordata con la Wada, che lo terrà lontano dalle competizioni fino al 4 maggio. Se in molti hanno sottolineato la scarsa solidarietà da parte dei colleghi nei confronti dell’azzurro, altri si sono esposti pubblicamente in sua difesa. Tra questi, l’ultima voce autorevole è quella di Severin Luthi, storico allenatore di Roger Federer e capitano della Svizzera in Coppa Davis, che in un’intervista al Corriere del Ticino ha preso posizione sulla vicenda. Luthi ha voluto esprimere la propria stima per la forza mentale dimostrata dall’azzurro in un periodo così delicato: “Ammiro Sinner per come è riuscito a gestire mentalmente il 2024 e questi primi mesi del 2025. L’ha fatto da vero numero uno. È un giocatore che merita tutto il rispetto”, ha dichiarato. Poi, una precisazione che sgombra il campo da ogni sospetto: “Il suo caso non è neanche lontanamente un caso di doping”.

Il tecnico svizzero, però, ha preferito non entrare nel merito delle decisioni prese dalle autorità antidoping, pur riconoscendo la validità delle critiche di Novak Djokovic, che aveva sottolineato le lacune del sistema: “Forse Djokovic ha in parte ragione, avendo espresso dubbi e perplessità sulla gestione del caso Sinner. Probabilmente mancano regolamenti chiari. Ma, ripeto, preferisco non entrare in questa questione così delicata e difficile. Soprattutto nel campo degli unguenti e degli antidolorifici”. Nel trattare il tema del doping e delle sostanze proibite, Luthi ha voluto ricordare il rigore con cui Roger Federer ha affrontato la questione nel corso della sua carriera: “Mi piace ricordare che lo stesso Roger ha sempre prestato grande attenzione alla prescrizione di farmaci durante tutta la sua carriera. Sfortunatamente, anche semplici distrazioni possono risultare costose”. Un chiaro riferimento alla leggerezza del team di Sinner nel non controllare adeguatamente il prodotto incriminato, che ha poi portato alla positività al Clostebol.

Luthi, che oggi è anche il mentore del giovane Henry Bernet, vincitore dell’Australian Open junior 2025, ha parlato anche del difficile percorso dei giovani nel circuito professionistico: “Essere nella top 100 Atp è l’obiettivo di molti, ma pochi riescono a raggiungerlo. Purtroppo, alcuni di questi giocatori stanno anche affrontando infortuni. E questo è uno dei problemi che più mi preoccupano in questi giorni”. Infine, parole di grande ammirazione per Stan Wawrinka, il veterano del tennis svizzero: “La sua passione per il tennis non ha limiti. Lo conosco da quando era molto giovane. È sempre stato un maniaco del lavoro quando si tratta di allenarsi. La sua preparazione fisica è sempre stata quasi maniacale. Grazie a queste caratteristiche è riuscito a vincere tre titoli del Grande Slam e a diventare numero tre del ranking mondiale”.