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“Testa fasciata sul podio”: per David Alonso stesso record e stessa scenetta di Valentino Rossi. Ma Loris Capirossi non riderà

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

20 ottobre 2024

“Testa fasciata sul podio”: per David Alonso stesso record e stessa scenetta di Valentino Rossi. Ma Loris Capirossi non riderà
Marc Marquez ha già detto di essere "incantato da lui" e anche Valentino Rossi ha speso parole di grande apprezzamento per il campione del mondo della Moto3 2024, David Alonso. Il colombiano oggi a Phillip Island ha vinto ancora, arrivando a quota 11 proprio come il Dottore nel 1997. E ha pure festeggiato alla stessa maniera, facendo ridere tutti...tranne uno.

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Era il 1997, Valentino Rossi e il babbo Graziano avevano appena preso in prestito l’auto di Loris Capirossi (non s’è mai capito bene chi guidasse davvero) e finirono contro un palo. Gran trauma cranico per l’allora diciottenne e medici perentori: “hai già praticamente vinto il tuo titolo mondiale della 125, inutile rischiare di correre in Indonesia dopo un botto così alla testa”. Un imperativo chiaramente inascoltato dal Valentino guascone di allora che salì a bordo di un volo privato per presentarsi neanche una giornata dopo sulla griglia di partenza, vincendo la gara e conquistando un record rimasto inavvicinabile fino a oggi: 11 vittorie in una sola stagione. Un traguardo che Rossi, manco a dirlo, festeggiò a modo suo (qui il video): salendo sul podio con la testa fasciata in una delle scenette indimenticabili di cui si rendeva protagonista in quegli anni.

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Ricordi stupendi per chi c’era (tranne per Loris Capirossi, che ovviamente ricorda quell’episodio dal punto di vista di chi s’è ritrovato distrutta una costosissima auto) e che, per chi non c’era, rischiano di perdersi nei tanti racconti sulla leggenda di Valentino Rossi e sui suoi 26 anni nel motomondiale. Tra quelli che non c’erano, appunto, c’è però anche il ragazzo che oggi ha raggiunto quel record di undici vittorie in una sola stagione e che adesso può anche pensare di superarlo: David Alonso. Pochi giorni fa s’è laureato campione del mondo della Moto3, facendo piangere persino Marc Marquez, e in questo fine settimana a Phillip Island s’è presentato con la stessa determinazione che aveva avuto Valentino Rossi ormai 28 anni fa: per imporsi ancora e, soprattutto, per provare a mettersi in tasca, appunto, un record che a detta di tutti sarebbe rimasto ineguagliabile. Bisogna dire, a onore del vero, che le 11 vittorie della leggenda di Tavullia sono arrivate in una stagione con 15 gran premi, mentre le 11 di David Alonso sono arrivate con ben più tappe a disposizione.

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Ma i record sono record e stare troppo a puntigliare sui numeri toglie pure il gusto di raccontare un festeggiamento che ha suonato di divertentissima rievocazione storica. E che dice tanto di un David Alonso che a quanto pare non ha affatto paura di paragoni che rischiano di risultare pericolosissimi. Sì, perché il colombiano s’è presentato su podio con lo stesso esatto look di Valentino Rossi nel 1997 in Indonesia, facendo ridere tutti tranne, appunto, Loris Capirossi. “Sono contentissimo di aver vinto oggi e di essere arrivato a undici – ha raccontato - Vincere è una sensazione meravigliosa e anche se ho già vinto il titolo ci tengo a onorare fino in fondo il campionato. L’imitazione di Valentino sul podio? Per me è un modo per celebrarlo: ha ispirato tutti noi che abbiamo sognato di diventare piloti, è un idolo e per me questa è stata una cosetta simpatica per ringraziarlo con il cuore”.

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A detta di molti, il giovanissimo campione colombiano (ma nato in Spagna) ha il talento dei grandi e nel giro di pochissimo tempo – dopo il doveroso e inevitabile passaggio in Moto2 nella prossima stagione – sarà tra i protagonisti della MotoGP. Con Alonso che in verità di record sembra averne già raggiunto un altro in cui c’è di mezzo Valentino Rossi, visto che il 46 ha commentato la vittoria del titolo mondiale con le stesse parole usate anche da Marc Marquez nel riconoscergli il piglio di quelli che non sanno solo andare più veloci degli altri, ma hanno anche quel qualcosa in più che distingue quei campioni che sono in grado di rendersi indimenticabili.

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