Marc Marquez è stato primo ad ogni turno ad Aragon. 93 punti su Pecco Bagnaia e la possibilità di portarsi a casa la vittoria numero 93 al Mugello, tra due settimane. Alex Marquez è a 32 punti e, attualmente, è un avversario ancora più scomodo di Marc per Francesco Bagnaia: contro il compagno di squadra può permettersi di perdere il titolo, di arrivare dietro in campionato, eppure perdere contro Alex diventerebbe durissima da accettare. Se per qualsiasi motivo Marc dovesse uscire dalla corsa al titolo oggi il trofeo rimarrebbe in casa Marquez, non in casa Ducati Lenovo. Ed ecco perché il recupero di Bagnaia, il suo ritrovarsi, è arrivato al momento giusto: la prospettva è cambiata, il primo avversario anche. Inutile pensare a come fregare il fratello grande se prima non arrivi davanti al piccolo. E Pecco questa cosa sembra averla capita perfettamente.

Va detto anche che, dopo un paio di GP in cui Borgo Panigale aveva perso la sua egemonia sulla classifica, ad Aragon Yamaha è tornata a faticare, Honda non sembra a posto e KTM, nonostante un solido passo in avanti rispetto agli altri circuiti, è ancora decisamente indietro. Tornando a Marc Marquez: velocissimo, sempre. In qualifica aveva almeno un decimo e mezzo in tasca, in gara anche qualcosa in più. Gli altri, invece, hanno dato tutto. Lo ha fatto Alex vincendo una battaglia di nervi con Bagnaia, l’ha fatto quest’ultimo che ha buttato via i dubbi del sabato per tornare sul podio la domenica. Che poi è la grande storia di questo weekend.
I nuovi freni, i dettagli della messa a punto e una grande verità per Pecco Bagnaia
Bagnaia è partito dal giovedì dicendo che a volte per sistemare un grosso problema basta un piccolo dettaglio. Lo ha detto anche venerdì, quando ha provato una forcella più lunga, pressoché inutile. E sabato, nonostante una gara disastrosa. Domenica invece ci ha raccontato di essere passato ai dischi Brembo da 355 millimetri, con più capacità termica e migliore dispersione del calore. Non sono dischi nuovi, ma nemmeno vecchi. Bagnaia normalmente usa dischi da 340 standard, da 340 high mass o, appunto, da 355. Impiegare un disco più grande significa meno pressione frenante per raggiungere la stessa coppia frenante. Il problema di questa soluzione è la difficoltà a scaldare l’impianto in piste, per esempio, come Phillip Island.
Quest’anno i dischi da 355 promossi ad Aragon il aveva già scelti in Thailandia così come a Jerez, dove aveva chiuso al terzo posto. Tra l’altro, a Jerez lo stesso risultato era sembrato uno spreco, qui è stato accolto come una vittoria. Quanto servivano i dischi più grandi? L’estrema sintesi l’ha data Cristian Gabarrini in un’intervista a Matteo Aglio per GPOne: i freni di Bagnaia ricordano il serbatoio di Lorenzo. Perché è come ha detto Pecco, a volte basta pochissimo. Con quel pochissimo, la testa del pilota può fare una gran differenza.
Resta il fatto che Bagnaia si è dannato per tornare a dove si trovava a inizio anno, terzo dietro ai due fratelli e con diversi problemi nella sprint del sabato. È però un Pecco più sereno, maturo, in crescita. È, questo, un campione che ha incassato il colpo e digerito la durezza di questa sfida.
Test riusciti e test falliti
Il GP di Aragon è stato un test meravigliosamente riuscito per Marco Bezzecchi, che continua ad avere un problema nel giro secco - lui dice che essendo da solo non trova il tempo per lavorarci - e che in gara è stato l’unico assieme ai fratelli Marquez a girare in 46, prova del fatto che con un’altra posizione in griglia avrebbe potuto tranquillamente giocarsi il podio. Bene. Decisamente meno bene per Fabio Quartararo: Aragon, dopo tre pole position consecutive, doveva essere la prova del nove, il tracciato giusto per dire che sì, la Yamaha è guarita. Invece niente: problemi elettronici, problemi a sfruttare la gomma morbida, problemi (leggeri) di chattering. Le altre Yamaha non fanno meglio, anzi. Pare poi confermato l’arrivo di Toprak Razgatlioglu il prossimo anno, ma non è ancora chiaro a chi prenderà il posto. Jack Miller, che abbiamo intervistato in esclusiva, ha parlato chiaramente di questo: se vai forte, una sella la troverai sempre.
Bella storia di Franco Morbidelli. In pista ci regala lo spettacolo che vale la corsa per la seconda volta consecutiva (a Silverstone arrivò 4° perdendo su Marc Marquez, qui ha fatto 5° ma vincendo il duello su Aldeguer) ma il vero show ce lo regala in conferenza stampa, parlando di Kevin Schwantz e della sua famiglia. Gente così, come Franco, viene voglia di abbracciarla. Interessanti, infine, le parole di Pedro Acosta, che ogni giorno parla in maniera più diretta del suo desiderio di guidare una Ducati. Stavolta la domanda è stata fatta anche a un Marc Marquez rimasto quasi indispettito: “Non so che dire. Con una Ducati andrebbe più forte rispetto ad ora con la KTM? Sicuro. Andrebbe fortissimo? Non lo so”.
Tra due settimane si corre al Mugello, poi Assen: due piste amiche di Bagnaia prima di tornare a casa di Marc Marquez, sul circuito tedesco del Sachsenring. A quel punto gli equilibri saranno ancora più delineati.
