“Anche le pigne sono le stesse, non è cambiato niente”. Gigi Soldano vede così l’Autodromo di Brno, dove nel 1996 ha fotografato la prima vittoria di Valentino Rossi nel motomondiale. Capelli bianchissimi tirati all’indietro, calma da uomo risolto, guardaroba avanguardista per mescolare senza problemi camice da cowboy a roba da skater californiano. Gigi Soldano ha appena festeggiato 40 anni di corse, sua personalissima ricetta per passare i Settanta con leggerezza. Saliamo sul Panama Peak P\10+ Compact Edition con cui siamo arrivati a Brno per intervistarlo che lui, dalla sala stampa del circuito, ci ha già dato materiale per un paio di articoli.
Poi però ci mette il carico. Partiamo da Valentino Rossi e da quella Brno 1996, quando Gigi faceva da cameraman a Paolo Beltramo e le corse stavano scoprendo questo ragazzino che a vent’anni si divertiva a far impazzire gli adulti. Li prendeva in giro. Poi Valentino cresce, Gigi diventa il suo riferimento. Per un paio d’anni mettono anche in piedi un contest tra lui, Rossi, e i fotografi che li erano più affezionati, in palio la pubblicazione e pezzi unici a fine anno: “A fine stagione distribuiva con grande parsimonia”, racconta Soldano. “Io ho uno stivale, l’altro ce l’ha Tino Martino”, dice ridendo. Parliamo di Dakar, delle automobiline che Gigi colleziona e fotografa, della foto a Usain Bolt e allo sguardo con cui ha costruito una carriera.
Tutto si risolve nel fatto che Gigi, a guardarlo in faccia, sembra il tipo con cui non vuoi troppo scherzare. Ha uno sguardo intenso, quel tipo di sguardo che ha già visto tutto, che ti ha capito, il tipo di persona a cui non potresti mai vendere un Folletto o il nuovo abbonamento luce e gas. È uno dritto e preciso, così lo approcci un piccolo passo alla volta. Passati dieci minuti, forse un quarto d’ora, capisci che quello sguardo lì non è sinonimo di durezza: è un’intelligenza curiosa, l’attenzione di uno che vede sempre quello che guarda. E poi Gigi è divertente, apprezza il lato ironico delle cose e questo ti porterebbe a passare con lui delle ore. Meglio non approfittarne troppo, certo. Lui, comunque, conosce bene l’esercizio, il suo mestiere è quello di provare a tirare fuori l’anima a chi ha davanti in un’ora di tempo. L’ha fatto con Sofia Goggia, con Massimo Bottura, con Jannik Sinner. Anche con George Clooney, però in video non lo dice: lo troviamo tra le foto selezionate che ci manda a fine servizio. Le foto che trovate di seguito e che, in qualche modo, raccontano perfettamente l'uomo e il fotografo protagonista di questa intervista.











