Dopo mesi di trattative, indiscrezioni e attese, Honda ha annunciato il sostituto di Marc Marquez per il 2024: è Luca Marini, che ha scelto (probabilmente a ragione) una squadra ufficiale per la sua carriera, riuscendo a portarsi a casa un contratto biennale, uno stipendio decisamente più elevato e la considerazione del costruttore di moto più importante al mondo. Ma come sono andate le cose? Con Diego Tavano, manager di Fabio Di Giannantonio, abbiamo parlato di quello che è successo tra loro, i romani, e HRC. In breve, l’affare sembrava fatto in Thailandia ed è sfumato in Malesia. È Alberto Puig invece a svelare parte della trattativa che ha portato alla firma di Luca Marini nel Team Repsol Honda: “Lui e i suoi manager sono stati i primi a venire a bussare alla nostra porta quando il passaggio di Marc alla Ducati è stato ufficializzato”, ha spiegato lo spagnolo in un’intervista rilasciata ai microfoni Dorna. “A dire la verità non avevamo grosse alternative, quasi tutti gli altri piloti avevano contratti di due anni e lui era tra i pochi disposti a fare questo salto. Ci abbiamo pensato, Luca è cresciuto molto in questi anni e ci siamo concentrati per capire il suo potenziale. Portarlo da noi, viste le circostanze, è stata una buona opzione per noi”.
Secondo diverse voci che si rincorrono nel paddock, Luca Marini sarebbe stato appoggiato dalla dirigenza giapponese per un contratto biennale, mentre per Alberto Puig l’accordo si sarebbe dovuto chiudere con Fabio Di Giannantonio per un anno soltanto tra Malesia e Qatar. L’obiettivo del manager spagnolo, neanche troppo nascosto, era quello di riportare Marc Marquez in Honda nel 2025, mentre i giapponesi hanno preferito dare continuità al progetto 2024 in modo da rendere il processo di sviluppo della moto più stabile e lineare e, piuttosto, sacrificare Joan Mir al termine della prossima stagione. Sembra quindi che le alternative Puig le avesse eccome, sarebbero stati i giapponesi ad imporsi.
Il risultato, almeno a giudicare dai test di Valencia, sembra soddisfacente da entrambi i lati, d’altronde Luca è pur sempre un ex pilota Ducati e di indicazioni tecniche per andare in quella direzione ne può dare diverse, ma non solo: tra i piloti attualmente impegnati in MotoGP, Marini - a detta dei tecnici con cui ha lavorato in passato - è uno dei piloti più precisi e sensibili quando si tratta di lavorare sulla messa a punto. Una sensazione che può aver influito nella scelta del pilota e che anche lo stesso Puig ha voluto confermare: “Ci ha già dato delle buone indicazioni, è molto preciso nei suoi commenti e siamo molto contenti di come ha gestito questa giornata di test”.
A questo proposito, Puig ha spiegato a chiare lettere che per Honda adesso sarà necessario crescere, magari facendo affidamento sulla pazienza che nelle corse, specialmente quando a chiederti una moto veloce è Marc Marquez, è sempre mancata. “Adesso l’obiettivo è sviluppare correttamente la moto”, il commento del manager. “Lo sviluppo è la nostra priorità, dobbiamo progredire sia per il 2024 che per gli anni che seguiranno. Ci presenteremmo con un nuovo team, una struttura rivista e una nuova organizzazione. È un grande lavoro che ci aiuterà a velocizzare lo sviluppo e ad andare nella direzione giusta”.
Il riferimento, in questo caso, è relativo allo stuolo di ingegneri Honda impegnati per il progetto, da chi è arrivato dal reparto dedicato alla Formula 1 a chi, invece, è passato a tempo pieno sul progetto MotoGP. Di gente impegnata nel progetto comunque ce n’è moltissima: Michele Pirro, in un’intervista a MOW, ha raccontato di aver contato quasi 40 ingegneri giapponesi negli ultimi test. Anche a Valencia, dove il lavoro di HRC è passato sotto traccia rispetto al debutto di Marc Marquez sulla Ducati del Team Gresini, il box Repsol è stato assalito dai tecnici e da un gran numero di nuove moto, in modo da validare con prove comparative le ultime evoluzioni. Di passi in avanti rispetto al test di Misano svolto lo scorso settembre ne abbiamo visti diversi, a partire dalla geometria della RC213V che ora ora appare più lunga e bassa rispetto al passato. Col nuovo sistema delle concessioni previsto già dal 2024, Honda dovrebbe riuscire a risalire in fretta. Per vincere entro l’anno o, se non altro, per arrivare al livello di Aprilia e KTM.