Dopo l’esaltante fine settimana di Austin ci si aspettava una conferma da parte di Aprilia, eppure le cose sono andate molto diversamente, a causa di un weekend iniziato con condizioni miste della pista a rendere complicato tutto il fine settimana. Romano Albesiano, nel lunedì di test a Jerez, ha voluto fare il punto della situazione parlando a tutto tondo della situazione di Aprilia e dei suoi piloti.
“Sono soddisfatto della moto in generale – ha esordito il responsabile di Aprilia Racing – della performance, però dobbiamo riuscire a gestire meglio le situazioni variabili come è successo qui, perché ci siamo rovinati il weekend nella qualifica. Sapevo che le previsioni davano acqua sabato mattina in qualifica, dobbiamo essere più bravi a gestire queste cose e al momento facciamo fatica. Fosse stato un weekend stabile, sereno o anche tutto bagnato, probabilmente saremmo andati sul podio. Manca la stabilità, la consistenza delle prestazioni questo è quello che dobbiamo trovare; la prestazione in sé secondo me c'è ed è molto buona”.
Ma nella MotoGP attuale le variabili sono molte e totalmente interconnesse, ogni scelta ha delle conseguenze che vanno gestite e bisogna essere estremamente veloci; anche questi sono aspetti su cui in Aprilia deve lavorare: “I risultati arrivano grazie a un mix, a una somma di tutte le scelte ma anche dalla conoscenza della reazione della moto; ci sono piloti che si adattano un po’ prima e magari hanno una conoscenza più approfondita dello pneumatico, perché noi rispetto ad altre squadre abbiamo iniziato a studiare il pneumatico un po’ dopo, quindi forse su certe cose dobbiamo rincorrere”.
Quello che sicuramente manca ad Aprilia è una maggiore costanza nei risultati, cosa che per esempio in Ducati sono riusciti ad ottenere, quello che separa le due case non è tanto nelle prestazioni assolute ma nella costanza, cosa che ha ottenuto anche KTM pur avendo risultati inferiori: “l'anno scorso – prosegue Albesiano - abbiamo vinto delle gare e anche quest’anno, KTM no. Loro sono più costanti”.
Quindi quali sono gli ambiti su cui il team può lavorare? “Sicuramente la partenza. Entrambi i piloti lamentano un minore efficacia rispetto ai concorrenti, ma più che superare in partenza chiedono di poter recuperare, però non è che gli altri aspettano. Se però vogliamo dare dei ‘pesi’ al lavoro che stiamo svolgendo siamo molto concentrati sulla partenza, il resto è distribuito tra motore, trasmissione, aerodinamica e telaio. Ma ogni modifica influisce su tutto il resto”.
Alla fine, sottolinea Albesiano, è una questione di bilanciamento. Maverick Vinales ha modificato la posizione in sella, ma quello è solo uno degli aspetti: “è fondamentale il trovare il ‘balance’ tra come lavora l’anteriore e come lavora la gomma dietro, in modo da non avere né sottosterzo né sovrasterzo. Trovare questo bilanciamento è una delle mosse possibili, ma poi entra in ballo l'aerodinamica nuova e a quel punto si deve trovare un nuovo equilibrio meccanico”.
Infine, uno sguardo al futuro, alcune considerazioni sul nuovo regolamento che obbligherà le case a portare in pista, nel 2027, delle moto totalmente nuove. Il regolamento è stato definito ma ci sono ancora alcuni punti da chiarire. Ed è già tardi: “il tempo è già scaduto. Cioè, abbiamo già iniziato un processo che parte dal foglio bianco e deve svilupparsi tutto insieme. Il motore deve nascere dentro un layout di moto, che se nasce il motore prima della moto fai di quelle cazzate… penso che ogni squadra cercherà di portare in pista la moto nuova nella primavera del 2026, se non prima. Questo inoltre determinerà lo sviluppo delle moto attuali nei prossimi due anni, perché le risorse non sono infinite. Sarà ogni squadra a decidere quanto mantenere sulla 1000, ma è un punto su cui stiamo ancora discutendo, non posso dire altro”. Giusto per spiegare che sì, la prossima MotoGP avrà una cilindrata inferiore ai 1.000cc e che tutto è già stato deciso.