Diciamolo, questo successo di Coppa Davis ha ridato centralità a un uomo che per troppo tempo l'aveva persa. In molti, e su MOW ne abbiamo sentiti diversi, pensavano che Berrettini non potesse più tornare a vincere e convincere. Una vita, la sua, costellata soprattutto ultimamente da una serie di infortuni che hanno impedito a Matteo di tornare. Eppure, quando nessuno se lo aspettava, ha sorpreso tutti sul campo. Inizialmente in Coppa Davis capitan Volandri, per il primo singolare contro l'Argentina aveva puntato su Lorenzo Musetti, che ha deluso con una prestazione non all'altezza del tennis che ci ha sempre regalato, di cui abbiamo parlato con Paolo Cané. A parlare di Lorenzo è anche Andrea Scanzi, noto appassioanto di tennis che proprio con Cané aveva discusso: “Chi lo venera ha buon gusto, ma confonde la bellezza con l’essere vincenti. Se bastasse essere esteticamente sublimi e splendidamente anacronistici, Musetti sarebbe già fisso nei top ten. Ma nel tennis non basta il talento puro, altrimenti Leconte avrebbe vinto come minimo quanto Wilander. Lorenzo è molto forte, ma non ha (ancora?) la struttura mentale per giocare in Davis e chi lo paragona a Sinner delira: fatelo crescere, fatelo sbagliare. E non chiedetegli la Luna: non tutti possono essere sovrumani come Jannik”. Ma il giornalista ha parlato anche di Berrettini.
Nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano, si è concentrato proprio sul tennista romano: “Nessuno si meritava la Davis come lui. Un anno fa era infortunato a bordocampo a tifare, e Sinner gli promise che di lì a dodici mesi avrebbero vinto di nuovo la Davis (stavolta insieme). Così è accaduto. Berrettini, a differenza di Jannik, ha giocato anche a settembre a Bologna, dove l’Italia si è qualificata per Malaga, e ha vinto tutti i suoi match: sei su sei. Questa Davis è anzitutto sua. Senza infortuni Matteo sarebbe top ten fisso, ma purtroppo il suo fisico è particolarmente “por tato” a rompersi. Fino a sei mesi fa mezza Italia lo insultava e dileggiava, trattandolo come un modello mancato, rovinato da sesso e mondanità. Poveri imbecilli. Nessuno gli chiederà scusa, perché l’essere umano è naturalmente rosicone e al contempo carogna, ma Berrettini (risalito a 35 del mondo con ben tre titoli vinti quest’anno) ha zittito tutti. Che la salute ce lo preservi e conservi”. E Berrettini, infatti, proprio grazie alla Davis è riuscito a chiudere la stagione fra i top cinque con la maggior percentuale di vittorie nel 2024, il 72,7%, frutto di 32 successi e 12 sconfitte.. E ora il tennis che conta si è tornato a risvegliato e vede Matteo come un potenziale non solo per l'Italia ma anche per lo spettacolo internazionale.