L’appuntamento è fissato: martedì 29 aprile, ore 20.30, su Rai Uno. Si chiama “Gioco partita Jannik Sinner” e sulla carta è l’intervista esclusiva al numero uno del tennis mondiale. A condurla sarà Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, che mette a segno un altro colpo importante. Un’occasione storica verrebbe da dire: un italiano in cima al mondo sportivo che si racconta in prima serata sulla rete ammiraglia. Eppure, diciamolo, l’attesa non è tanto per quello che dirà Jannik Sinner, quanto per come verranno gestite le domande. Perché intervistare Sinner è un'arte difficile. Sul campo può lasciare senza fiato per potenza, intelligenza e grazia, ma davanti ai microfoni il copione è rigidissimo. Non per mancanza di sincerità, sia chiaro: il punto è che Jannik è attento, quasi maniacale, nel pesare ogni parola. Un atteggiamento comprensibilissimo in tempi in cui una battuta fuori contesto viene amplificata, travisata, gettata in pasto ai social per alimentare l’ennesimo clickbait.

Chiocci lo sa bene: l’intervista sarà una prova di equilibrismo. Perché, con tutta probabilità, i temi centrali dell'incontro saranno solo due, e non certo a sorpresa. La Fondazione, il suo rientro e l’immancabile sonno, in rigoroso ordine di importanza. La Jannik Sinner Foundation è stata appena lanciata ufficialmente: un’organizzazione senza scopo di lucro che punta a favorire l’emancipazione di bambini e giovani attraverso lo sport e l’istruzione, in Italia e nel mondo. “Per me è un onore sostenere i bambini e i giovani atleti”, ha dichiarato Sinner nel comunicato stampa di presentazione. “Lo sport mi ha insegnato lezioni preziose: disciplina, resilienza e il coraggio di rimanere fedele a me stesso. Lezioni che credo siano vale la pena condividere. Attraverso il nostro lavoro vogliamo mostrare ai ragazzi cosa è possibile fare, non solo nello sport ma anche nella vita”.

Nel consiglio di amministrazione della Fondazione siedono nomi di peso: Alex Vittur, presidente e Ceo di Avima (l’agenzia che cura gli interessi di Jannik), Stefano Domenicali, presidente e Ceo della Formula 1, e Luca Maestri, ex direttore finanziario di Apple. Un’operazione seria, strutturata, che racconta quanto Sinner voglia costruire qualcosa che vada oltre la racchetta. E poi, oltre all’imminente rientro a Roma, c'è l’altro grande tema: il sonno. Un mantra che Sinner ripete da mesi e che probabilmente tornerà anche nell’intervista. “Non sono uno che fa fatica a chiudere gli occhi: anche se finisco tardi, vado subito a letto senza problemi”, ha raccontato più volte. “Il sonno è fondamentale per un atleta: è il miglior recupero possibile. Se non dormi bene, sei giù fisicamente”. Dieci ore a notte, quando può. Perché il vero carburante per lui è il riposo profondo. Chiocci proverà a scavare di più, a strappare qualcosa di inedito? Chissà. La missione non è semplice. Sinner ha una corazza gentile, un controllo impeccabile sulla narrazione di sé. In definitiva, l’intervista sarà uno spettacolo soprattutto per chi vorrà osservare la danza sottile tra il giornalista che tenta l’affondo e il campione che, come sempre, risponderà senza mai concedere il fianco.