Boris Becker alza il velo sulla salute mentale di Carlos Alcaraz e punta il dito contro il team dello spagnolo: la pressione rischia di travolgerlo e la gestione della sua carriera, secondo Becker, non è all’altezza della situazione. Prima di lanciarsi sulla terra battuta, Alcaraz ha raccontato con sincerità il proprio momento nero, segnalando che la sconfitta all’esordio di Miami contro David Goffin è stata “la goccia finale”. A quel punto, il ventunenne aveva confessato che “mi sono venuti in mente un sacco di pensieri: fermarsi, fermarsi per una settimana, saltare un torneo, fermarsi per diversi mesi, continuare ad allenarsi, prendersi una vacanza e poi allenarsi per quello che verrà. Alla fine, in queste situazioni, pensi a molte cose e quando qualcosa che ti ha fatto male è così recente, non riesci mai a metterlo davvero in prospettiva. Una delle cose migliori che ho fatto è stata prendermi qualche giorno di pausa e darmi l'opportunità di pensare lucidamente e mettere le cose in prospettiva, per poi decidere di conseguenza”.

Dopo una breve pausa con la famiglia, Alcaraz ha rialzato la testa, vincendo il Masters di Montecarlo e arrivando in finale a Barcellona. Ma per Becker il campanello d’allarme è forte. Nel suo podcast con Andrea Petkovic, l’ex numero uno tedesco ha messo a nudo i rischi che corre il giovane spagnolo: “Stiamo parlando di un ventunenne che non riusciva più a gestire le aspettative e la pressione. Stiamo parlando di salute mentale. Uno così ha quasi raggiunto la depressione. Quindi chi gli sta intorno deve chiedersi: non abbiamo forse sbagliato qualcosa? Pretendere troppo da un giocatore così giovane? Deve quasi comportarsi come una macchina, a 21 anni è difficile dire di no. Dobbiamo proteggere Carlos da sé stesso. Ma il punto è che si vede che si sta sforzando troppo, fa troppo e spero davvero che, che sia il suo allenatore, il suo manager o suo padre, debbano comunicare, perché avremo ancora bisogno di lui tra dieci anni”.

Becker rincara la dose: “È il giocatore più spettacolare del tour in questo momento, è quello che attira più spettatori, ha la fanbase più numerosa, ma non può giocare tutte le settimane”. Durante la cerimonia dei Laureus World Sports Awards a Madrid, Becker ha raccontato uno scambio che dice tutto: “Questa non è una corsa veloce, la tua vita è una maratona”, ha detto ad Alcaraz. E la risposta del ragazzo è stata immediata: “Hai ragione. Parla con i miei uomini”. Becker ha poi condiviso il ricordo di quando si è ritrovato nello stesso vortice: “Anch'io ero in quella fase, quando avevo 21 o 22 anni, in cui non lo fai con il cuore, corri da un impegno all'altro, i contratti sono molto pagati e i tornei hanno contratti firmati, il che significa che sei vincolato contrattualmente e solo un infortunio può salvarti, ma non dovrebbe essere così, ed è per questo che ero preoccupato per lui”. E il pensiero conclusivo resta un augurio, ma anche un allarme: “Spero che tornerà in forma in tempo per difendere il titolo al Roland Garros”.