L’ufficialità è arrivata ieri, ma si sapeva da giorni e già nell’ultimo gran premio al Sachsenring anche Raul Fernandez, Aprilia e il team manager di TrackHouse avevano confermato che mancavano solo delle formalità. Adesso non mancano più neanche quelle: Raul Fernandez sarà un pilota di TrackHouse Aprilia anche nella prossima stagione. L’annuncio è arrivato con un simpatico post sui social in cui Justin Marks, patron del team americano, ha letteralmente fatto “match” con il giovane pilota spagnolo, con tanto di grafiche ispirate a Tinder. Sotto a quell’annuncio, però, così come sotto ai vari articoli con cui le tastate di mezzo mondo hanno raccontato l’accordo trovato, sono comparsi tantissimi commenti dei soliti disfattisti.
Il tono di molti è quasi sempre lo stesso: Fernandez non è un campione e TrackHouse ha scelto lui solo perché non c’è niente di meglio in giro. La verità, però, è ben altra. Ok, Raul Fernandez è uno che è stato capace di buttare via un titolo mondiale praticamente già vinto in Moto2 qualche anno fa, ma è un pilota di cui chiunque nel paddock ha sempre parlato un gran bene. Anche KTM, che due stagioni fa ha dovuto metterlo alla porta per il solito problema dei “piloti in esubero” che è tipico del marchio austriaco, s’è sempre detta particolarmente dispiaciuta della decisione. Al contrario di quanto accaduto con altri piloti più o meno giovani che sono passati di lì e che sono finiti “macinati” in meno di mezza stagione. Il dato di fatto è uno: Raul Fernandez è velocissimo, ha tutte le caratteristiche del pilota moderno, fa un gran lavoro dal punto di vista dello sviluppo e il suo talento non è in discussione.Chi lo ripete ormai da due anni è Massimo Rivola, CEO di Aprilia, che – stando a quanto riferisce chi vive il paddock – impazzisce per Fernandez. E’ stato lui a volere a tutti i costi che l’azienda di cui è al timone riuscisse a tirare fuori in pochissimo tempo il quarto prototipo da mettergli a disposizione già dal prossimo GP a Silverstone per poter competere alla pari con tutti gli altri che guidano una RS-GP.
Anche nella recente intervista esclusiva concessa proprio a MOW, Rivola ha spiegato di essere uno che crede tantissimo nei giovani e nei progetti a lungo termine su piloti da far crescere dentro le proprie mura e con il proprio DNA. Sostanzialmente quello che Aprilia vuole fare proprio con Fernandez. Il marchio di Noale, infatti, è più di altri consapevole – per averlo vissuto – che lavorare a lungo con uno stesso pilota può far nascere coppie perfette moto/rider. Non è un caso che Aleix Espargarò, considerato un perdente per tutta la sua carriera, sia arrivato a vincere e giocarsi titoli dopo tanti anni proprio in sella all’Aprilia che nel tempo si è cucito addosso. Anche perché Fernandez è pure uno che non costa troppo, non ha mai messo mezza parola fuori posto verso la moto che guida e s’è sempre mostrato ultraentusiasta della squadra e degli uomini con cui lavora. Non sono aspetti da sottovalutare di questi tempi, soprattutto da chi ha avuto a che fare con un certo Maverick Vinales.
Lo stesso Davide Brivio, oggi team manager di TrackHouse e non certo l’ultimo arrivato della MotoGP, s’è sempre detto ultraconvinto che Fernandez meritasse un’altra opportunità. Che adesso è arrivata e che non è da parte della squadra americana o dell’Aprilia stessa una scelta di comodo dettata “dall’accontentarsi, visto che non c’è niente di meglio”. E le prestazioni di Fernandez in questa prima fase di stagione dimostrano che la scelta potrebbe non essere affatto sbagliata, oltre che c’è niente su cui fare gli spiritosi. Perché è vero che il giovanissimo spagnolo non ha messo nel sacco punti importanti, ma è altrettanto vero che s’è difeso più che bene con una moto vecchia e senza sviluppo con cui gli altri piloti Aprilia, nell’anno precedente e nonostante il maggiore blasone, non hanno fatto faville. Ora, a Silverstone, arriverà l’RS-GP24 e l’impressione è che Fernandez potrà dare paga a quei piloti che guidano la stessa moto e che, al contrario suo, hanno sempre addebitato la mancanza di risultati al mezzo piuttosto che alla necessità di crescere ancora.
“Con Raul – ha spiegato proprio Brivio – abbiamo molto in comune. L’idea sul progetto è la stessa e lui rema nella direzione del team. Avendolo visto all'opera negli ultimi mesi, abbiamo apprezzato il suo talento e sento che sta cambiando il suo approccio alle corse e che ha voglia di lavorare, di impegnarsi per migliorare, di risolvere i problemi e questo è sempre con un approccio positivo. Ha 23 anni, ma ha già 3 anni di esperienza in MotoGP. Già in questa stagione, a partire dalla prossima gara, avrà la moto uguale a quella degli ufficiali e siamo certi che anche questo sarà un passo per farlo crescere al meglio".