Ma chi glielo fa fare, a Ducati, ti rischiare con la Desmosedici 2025 quando con Marc Marquez e Pecco Bagnaia, e soprattutto con il vantaggio che ha su tutti gli altri, potrà vincere il titolo anche mandando in pista una versione appena migliorata della GP24? E’, in estrema sintesi e con altri termini, l’esatta domanda che Ramon Forcada si è fatto qualche giorno fa (abbiamo già raccontato tutto qui), quando, ospite di Jorge Lorenzo, ha voluto mettere nuovamente l’accento sull’irrecuperabile superiorità di Ducati rispetto a tutti gli altri avversari. Un ragionamento, quello del veterano dei tecnici della MotoGP, anche condivisibile, con Forcada che si era spinto addirittura oltre, provando a dire che la Desmosedici “ibrida” – una via di mezzo tra la 24 e la 25 – provata da Pecco Bagnaia a Barcellona potrebbe essere già la moto definitiva.
Ci sta, sarebbe anche tutto assolutamente logico, visto che un vantaggio così grande permette quasi a Ducati di lavorare con un anno di anticipo su tutti gli altri e, probabilmente, anche il risultato resterebbe quello a cui ormai siamo abituati: una Rossa davanti a tutti. Solo che Ramon Forcada non ha fatto abbastanza i conti con Gigi Dall’Igna: uno che i freni vuole usarli sempre il meno possibile. E non solo in senso meramente figurato. E’ vero che i marchi in questo 2025, così come probabilmente nel 2026, dovranno raddoppiare gli sforzi per mandare in pista moto competitive e, allo stesso tempo, realizzare quella che debutterà nel 2027 con l’entrata in vigore del nuovo regolamento. Ma è vero pure che esistono due modi di stare al mondo e nelle corse: sfruttare il vantaggio, quando c’è, come una riserva su cui contare, oppure come qualcosa da far lievitare ulteriormente. E la seconda strada è esattamente quella che Gigi Dall’Igna vuole percorrere. Quindi no, non farà “il braccino” e non giocherà di conserva. Ma, anzi, ha appena dichiarato che proverà a andare ancora più oltre.
Come? Buttando fuori la GP27, ossia la Desmosedici con un motore da 850cc e rispondente a tutte le regole imposte dal nuovo regolamento, già alla fine di questa stagione. Ovviamente non in gara, ma con il collaudatore Michele Pirro. A dirlo è stato Gigi Dall’Igna in persona in un passaggio delle dichiarazioni rilasciate in sala stampa alla vigilia dei test di Barcellona. “Stiamo già lavorando sul progetto – ha spiegato - abbiamo molte nuove idee. Quando ci aspettiamo di vederla in pista? È difficile da dire, abbiamo solo idee per adesso e le stiamo mettendo sulla carta, ma sicuramente la vedremo già l’anno prossimo”. L’obiettivo, è chiaro, è ancora una volta quello di giocare d’anticipo, senza aspettare troppo e, soprattutto, potendo comunque contare su una situazione attuale di superiorità che permette di non concentrarsi solo sul presente. Un presente in cui, non ogni caso, gli avversari non staranno a guardare e con Gigi Dall’Igna che, quindi, se ne guarda bene dal mettere da parte la sua fame cieca di innovazione. Pur con le dovute proporzioni delle circostanze.
“Il livello della GP24 al momento è molto alto e introdurre tante differenze tra le due moto è molto rischioso – ha infatti spiegato l’ingegnere italiano - non è necessario prendere questi rischi ora. Sicuramente la GP25 sarà un miglioramento della GP24, ma sarà comunque una nuova moto: miglioreremo la velocità sul rettilineo perché penso che alcuni nostri rivali siano un po’ più forti di noi in quest’area e mi piacerebbe migliorare anche lo spin al centro curva. La più grande differenza tra il 2024 e il 2025 sarà (ride, ndr) che Jorge Martin correrà con un’altra moto, così come Enea Bastianini e Marco Bezzecchi”.