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Casey Stoner, snobismo fuoriclasse: “Le MotoGP di oggi sono facili da guidare, i piloti non fanno più la differenza"

  • di Paolo Covassi Paolo Covassi

5 aprile 2024

Casey Stoner, snobismo fuoriclasse: “Le MotoGP di oggi sono facili da guidare, i piloti non fanno più la differenza"
Il fuoriclasse australiano ha rilasciato una lunga intervista concentrandosi sulla MotoGP attuale e il quadro che ne esce non è per niente entusiasmante. O forse Casey è solo un grandissimo nostalgico dei tempi che furono

di Paolo Covassi Paolo Covassi

Casey Stoner è stato uno dei monumenti di questa MotoGP: primo pilota a portare una Ducati sul tetto del mondo nel 2007, capace di ripetere l'impresa in sella a una Honda, misterioso, grandioso. tranne poi ritirarsi presto, troppo presto.

Su Casey ne sono state dette di tutti i colori, sia quando cadeva tanto da sentirsi affibbiare l'odiato nomignolo di "Rolling Stoner", sia quando vinceva. Merito dell'elettronica, dicevano i soloni da bar e da tastiera. Invece Casey era uno dei piloti che meno l’utilizzava nonché l'unico, a detta del suo capo meccanico, in grado di cogliere il picco di coppia del motore. Un talento cristallino che per quanto ci riguarda ha appeso il casco al chiodo troppo presto ma che, più passano gli anni, più viene riconosciuto come uno dei più grandi talenti della MotoGP.

Qualche giorno fa Stoner ha rilasciato una lunga intervista a Fabio Meloni per Motociclismo, dove non ha risparmiato critiche alla direzione che hanno preso oggi le MotoGP. Moto "appiattite" dall'elettronica, che non permettono al pilota di esprimere il proprio talento, e detto da chi ha vinto con moto così diverse non si può dubitare. Infatti, sulla Ducati con cui ha vinto il titolo dice che "Era estremamente difficile. Quella del 2007 in particolare è stata la moto più difficile che io abbia guidato nella mia carriera. Tutti pensano che siccome riuscivo a essere competitivo la moto funzionava bene ma c'erano un sacco di altre Ducati in pista e non andavano da nessuna parte. Era davvero particolare. Addirittura spaventosa in certi momenti [...] Dovevo essere davvero al limite in molti punti della pista per essere competitivo con quella moto".

Tutto il contrario della Honda del 2012: "La Honda RCV del 2012, prima che Bridgestone modificasse le gomme. All'inizio dell'anno, quando abbiamo fatto i test, la moto era la migliore che avessi mai guidato. [...] Bella in frenata, grande trazione, eccellente in curva, motore dolce, ottimo bilanciamento. Probabilmente non la migliore in alcune aree ma nel complesso fantastica".

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Ma, come accennato, il pilota australiano non ha risparmiato critiche alla MotoGP attuale: "Senza voler nulla togliere ad alcuni piloti, credo che oggi le MotoGP siano molto facili da guidare. [...] hanno tutte le stesse cose, la stessa elettronica. I piloti non possono più fare la differenza. Adesso escono di curva e tutti hanno il controllo di trazione che lavora allo stesso modo. L'unica area in cui possono fare un po' di differenza è in frenata ed è per questo che vediamo così tanti errori ed incidenti in quella fase. [...] Oggi devi piegare e aprire il gas, fine. [...] Pedrosa è ancora veloce pur non essendo uno staccatore. Vuol dire che riesce ancora a fare la differenza, pur con la sua età e pur essendo lontano dalle gare da molto. Io mi sono ritirato nel 2012 e nel 2016 ho preso parte a dei test ufficiali. Era passato tanto tempo ed era la prima volta che guidavo quella moto con quelle gomme. Sono stato subito veloce, senza fatica. Nei tre anni da tester Ducati sono caduto una sola volta, in Austria, e in ogni sessione di test ero il più veloce. Le cose non vanno avanti come si pensa. Le moto oggi sono simili e non concedono spazio per fare la differenza".

Per Casey l'elettronica deve intervenire per garantire la sicurezza, non per favorire la performance, perché in questo modo i piloti possono mettere in luce il proprio talento mentre oggi non si vedono sovrasterzi ma alette flettersi. "Io non credo - prosegue l'australiano - che non sia una buona direzione quella di costruire motori potentissimi per poi ricoprirli di elettronica. Ora hai tutte le dannate moto che fanno la stessa dannata cosa... non capisco cosa stiamo facendo".

Quella di Stoner non è certo una voce isolata, lo sviluppo abnorme che ha coinvolto aerodinamica ed elettronica sono in molti a pensare che abbia "stravolto" il motociclismo dove sono le moto ad andar forte e non i piloti. Lo strapotere Ducati di questi anni e la "corsa" ad accaparrarsi una delle moto di Borgo Panigale in fondo sono una riprova di quanto affermato da Casey, vedremo se qualcosa cambierà con il nuovo regolamento ma intanto continuiamo a goderci le gare.

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